Calabria, l'impatto della pandemia sul mercato del lavoro

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Catanzaro - Il Dipartimento Lavoro, Sviluppo economico, attività produttive e turismo della Regione Calabria, ha attivato l’Osservatorio/Laboratorio per monitorare gli effetti delle politiche dello sviluppo e dell’occupazione in Calabria. Considerata la situazione attuale - si legge - caratterizzata dall’emergenza sanitaria sono state analizzate le conseguenze, che la pandemia da Covid 19 ha provocato sul piano economico, sociale e sui livelli occupazionali della regione.

I dati dell'Osservatorio marzo 2021

Sono stati presi in esame in esame alcuni degli indicatori più significativi relativi alla struttura del mercato del lavoro in Calabria, con un aggiornamento al terzo trimestre 2020 e relativo confronto rispetto al 31/12/2019, di seguito riportato in sintesi:

- Occupati 531.220, perdita netta pari a –19.302 lavoratori occupati, rispetto al 31/12/2019;

- Disoccupati 146.087, andamento stabile con una perdita contenuta, pari a -286 lavoratori, rispetto al 31/12/2019;

- Inattivi 577.798, diminuzione pari a -8.915 persone che non lavorano e non sono alla ricerca di un’occupazione, rispetto al 31/12/2019;

- Forze lavoro potenziali 177.085, diminuzione pari a –12.387 persone che “…non cercano attivamente un lavoro, ma sono disponibili a lavorare”, rispetto al 31/12/2019.

A completare il quadro generale di analisi, si aggiunge anche un altro indicatore:

- numero dei lavoratori avviati con nuovo lavoro fuori regione, sono 15.988, pari al 15% circa del totale dei nuovi avviamenti;

- Calabresi che vanno a lavorare fuori regione con il titolo universitario sono pari a n. 4.636, corrispondente al 29,00% circa dei lavoratori andati fuori regione.

Gli Indicatori occupazionali

Se restringiamo l’osservazione al solo 2020 - si legge - dal mese di gennaio a settembre 2020, per comprendere meglio gli effetti della crisi sanitaria sul mercato del lavoro, si rendono necessarie alcune precisazioni, visto che gli indicatori utilizzati, nei 3 trimestri considerati, hanno un andamento altalenante, subordinato all'andamento della crisi sanitaria:

- l’occupazione registra una perdita fino a fine marzo, per poi risalire fino a fine settembre;

- la disoccupazione, dopo un aumento fino a fine marzo, registra una significativa diminuzione, a ridosso della stagione estiva, fino a giugno, per poi riprendere un andamento crescente;

- la quota di popolazione inattiva, aumenta nel primo trimestre, in concomitanza della prima fase acuta della pandemia, nel secondo trimestre prosegue gradualmente con andamento crescente, mentre nel terzo trimestre si verifica una significativa contrazione, particolarmente accentuata nella quota riguardante la forza lavoropotenziale.

Effetto scoraggiamento della pandemia sul mercato del lavoro

Dal confronto sull'andamento degli indicatori scaturisce che le fasi più critiche della pandemia, hanno prodotto un effetto scoraggiamento sul mercato del lavoro regionale e un conseguente aumento diretto della quota di popolazione Inattiva. Al contrario, le aspettative di ripresa delle attività imprenditoriali, come nel caso del  terzo trimestre, in vista della stagione estiva, hanno determinato una contrazione della popolazione inattiva e, contestualmente, un aumento della popolazione in condizione di  disoccupazione, in cerca di occupazione. Sulla base di tale constatazione emerge un livello di vulnerabilità del mercato del lavoro, abbastanza sensibile alle criticità dovute alla situazione di contesto generale nella quale ci troviamo.

Il Reddito di cittadinanza

Fra gli elementi più importanti, un focus sul Reddito di cittadinanza con la finalità di valutarne gli impatti, rispetto alla grave emergenza socio-sanitaria.  Il Reddito di cittadinanza, programmato nella fase pre-pandemia, appare, finalizzato a produrre impatti di medio-lungo periodo (mix di misure di contrasto alla povertà e accompagnamento all’inserimento occupazionale), anche se la deroga alla cosiddetta condizionalità fino al 18 luglio 2020, sancita per i beneficiari, ha finito, con il deprimerne gli effetti di politica attiva spingendo lo strumento all’interno di un marcato alveo di sostegno al reddito.

In Calabria al 31 dicembre 2020 i Nuclei familiari percettori in totale, sono n. 80.886, di cui:

- per il Reddito di Cittadinanza, n. 74. 035 (91,5%);

- per la Pensione di Cittadinanza, n. 6.581 (8,5%).

I beneficiari totali corrispondono complessivamente a n. 187.622 persone, di cui:

- per il Reddito di Cittadinanza, n. 179.593;

- per la pensione di Cittadinanza, n. 8.029.

Con specifico riferimento ai beneficiari del Reddito, rileviamo una presenza concentrata nelle principali agglomerazioni urbane presenti in Calabria, con una risultanza particolarmente accentuata nel Sistema Locale per il Lavoro a Crotone (10,5% del totale dei beneficiari RdC), a fronte degli 11,5 punti percentuali di Cosenza e Reggio Calabria che costituiscono, insieme ai Sistemi Locali per il Lavoro di Catanzaro (6,4%); Lamezia Terme (5,6%), Corigliano Rossano (4,9%) e Vibo Valentia (4,6%), i centri nevralgici del territorio.

A. C.

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