Codacons denuncia “il grande affare del latte in polvere negli ospedali calabresi”

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Catanzaro – “È stato denunciato il grande affare del latte in polvere e chiesto l’intervento dei Nas negli Ospedali calabresi. Accertare violazioni e verificare benefit in favore di chi prescrive latte oramai sta diventando una prassi. A dar credito alle sempre più frequenti segnalazioni che riceviamo, le mamme che vengono dimesse dagli Ospedali calabresi, ricevono precise disposizioni sulla marca del latte artificiale da acquistare per i loro piccoli”. È quanto dichiara Codacons in una nota spiegando il “giro d’affare” che c’è dietro la vendita del latte artificiale.

“Addirittura – affermano - abbiamo il caso di una neomamma, dimessa dopo appena 48 dal parto, cui è stato prescritto, nero su bianco, l’acquisto del latte artificiale. Strano, perché la montata lattea, ovvero l'inizio della produzione di latte ‘maturo’ da parte della ghiandola mammaria, normalmente avviene entro sei giorni. Ed allora perché non lasciare al pediatra di base questa decisione; perché questo ‘eccesso di zelo’ da parte dei sanitari ed infine, cosa nasconde questa smania di ‘consigliare’ l’acquisto di latte artificiale? Per ottenere una risposta a questi interrogativi e porre fine ad una prassi tanto diffusa quanto illegittima, il Codacons ha chiesto un incontro con il Ministro Grillo”. “Bisogna porre termine ad una condotta illegale che ormai si trascina da anni e che porta le famiglie a svenarsi - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - per acquistare prodotti che, nella maggior parte dei casi, non solo non servono al bambino ma, addirittura, rischiano di far danni”.

“Del resto - prosegue Di Lieto - le mamme sono spinte ad uniformarsi a questi “consigli per gli acquisti” non foss’altro per l’autorità della fonte. Tuttavia queste ‘prescrizioni’ costituiscono una evidente violazione di legge. La Direttiva Europea 2006/141/CE, recepita in Italia con Decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali nr. 82/2009, prevede che ‘la pubblicità degli alimenti per lattanti è vietata in qualunque modo, in qualunque forma e attraverso qualsiasi canale, compresi gli ospedali, i consultori familiari, gli asili nido, gli studi medici, nonché convegni, congressi, stand ed esposizioni’. Ed ancora ‘le lettere di dimissione per i neonati non devono prevedere uno spazio predefinito per le prescrizioni dei sostituti del latte materno’. Eppure ci viene riferito che in Ospedale si giunga a fare un gentile omaggio di latte in polvere e mini-biberon, ovviamente adeguatamente sponsorizzati. E guai a cambiare il latte artificiale!!! La promozione di una determinata marca di latte, non solo è vietata, ma è anche eticamente scorretta dato che arriva da operatori della salute, che hanno una grande autorevolezza agli occhi dei genitori”.

“L’indicazione di uno specifico latte artificiale, spinge a credere che quella marca sia migliore rispetto alle altre, o che per il bambino sia fondamentale assumere quello specifico latte. E così inizia la corsa per acquistare quella precisa marca. Eppure i latte artificiali sono praticamente tutti uguali, perché la loro composizione è determinata da una norma europea, alla quale tutti i produttori devono attenersi. Tuttavia i prezzi sono estremamente variabili: si va da 10 euro al chilo fino a raggiungere i 50 euro al chilo. Un vero e proprio business. Non a caso l’Antitrust ha più volte avuto modo di sanzionare i produttori di latte artificiale proprio perchè i prezzi sono ingiustificatamente altri rispetto al resto d’Europa. Ma a prescindere dal prezzo, l’efficacia sulla salute dei bambini è la stessa. In ogni caso, la prescrizione del latte artificiale è una ‘estrema ratio’ visto che l’utilizzo inappropriato degli alimenti artificiali ‘comporta dei rischi per la salute del lattante’. E compito delle strutture sanitarie, come recita la normativa, è quello di promuovere l’allattamento al seno – dice ancora Di Lieto - e non ridursi a strumenti di marketing per produttori di latte o di biberon. L’allattamento artificiale non è equivalente all’allattamento al seno, ed anzi quest’ultimo, per la superiorità e i benefici che offre rispetto all’allattamento artificiale, deve essere promosso come pratica di alimentazione esclusiva nei primi mesi di vita”.

“In attesa di essere ricevuti dal Ministro – conclude - il Codacons ha formalizzato una istanza di accesso per conoscere i volumi di finanziamenti e/o i prodotti ricevuti da determinate aziende leader nel settore della produzione di latte artificiali e sollecita l’intervento dei Nas per accertare e sanzionare ogni possibile violazione nonché verificare se le multinazionali abbiano dispensato benefit, viaggi, soggiorni a personale in forza negli ospedali calabresi, per incentivare uno squallido nonché illegittimo mercato di prodotti per neonati”.

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