Comitato Pro Ospedale del Reventino: "Nessuna attenzione sui servizi, scriveremo lettera al ministro Grillo"

ospedale-soveria-mannelli2.jpg

Soveria Mannelli – “Cambiano i Direttori Generali, ma qui non cambia nulla. Con loro abbiamo avuto decine di incontri, sempre lastricati di buone intenzioni e null'altro”. E’ quanto affermano dal Comitato Pro Ospedale del Reventino dopo quanto accaduto sulle nomine, annunciando presto una lettera indirizzata al ministro Grillo. “Non chiederemo ulteriori udienze a chicchessia sarà nominato, perché sappiamo che sarebbe un'ulteriore perdita di tempo, almeno finché saranno una diretta determinazione della vecchia logica politica che li autodetermina. Da oggi i nostri interlocutori saranno solo di natura politica. Assessori, in via normale, Commissari in via straordinaria e asset ministeriale. Pertanto stiamo preparando una lettera da inviare al ministero della sanità, già per/e in sommi capi inoltrata a Giuseppe D'Ippolito (M5S) e per conoscenza al "direttivo organizzativo" del Movimento Regionale. A far traboccare il vaso la distanza degli interessi che quotidianamente subisce l'ospedale da parte della Direzione Generale dell'Asp e della Medicina Territoriale”. “Interessi vergati su tutti i decreti commissariali sulla riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale, sulle prerogative degli "ospedali di quarta fascia, o di montagna". Salta sistematicamente ogni indirizzo: non funziona l'oncologia, inaugurata alla presenza di autorità civili/religiose/militari. Non funziona il Day Surgery, (saltuariamente viene effettuato qualche venerdì); non esistono i 20 posti di lungodegenza e i 20 di riabilitazione. Non funziona nulla di sabato, nemmeno l'ufficio ticket è aperto. Non c'è pace al pronto soccorso, che deve fare i conti con una precarietà di medici impressionante. Non c'è attenzione sui servizi che allo stato vengono erogati a singhiozzo e "volutamente" a questo punto sottostimati: pediatria - gastroenterologia - radiologia - fisiatria - sala gessi, restando a quelli ospedalieri".

"Mentre naviga a vista la medicina territoriale, priva di strumenti e specialistiche, che mancano come l'aria. Non c'è più l'ostetrica, ne l'ecografo ad essa assegnato, che pone l'utenza a migrare sul privato. Non c'è il dermatologo. L'otorino non può contare sull'audiometro e sul rinofibroscopio (strumenti non costosissimi) peraltro presenti il "lochi" dove sono meno utilizzati. Insomma di carne al fuoco ce ne è. Abbiamo dati sugli accessi e sulle prestazioni che si autolimitano esclusivamente per cattiva gestione. Non ci interessa più la solita cantilena del: non ci sono risorse. Perché in molti casi – aggiungono ancora - ci sono e vengono usate in modo sperequativo e ne abbiamo le prove. Una mole di osservazioni che lunedì invieremo al ministro in modo dettagliato. Perché questa struttura se meglio organizzata - e basta poco - per quello che potrebbe concernegli potrebbe sviluppare un trend positivo, solo ed esclusivamente con quello che dagli stessi commissari é stato ipotizzato da 10 anni. Se é mancato qualcosa, lo sanno solo i Direttori Generali che fin qui si sono alternati, e che hanno risposto a chi lí, li ha posti”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA