Comitato pro ospedale Reventino: ospedale Soveria, un serbatoio per quello di Lamezia

ospedale-soveria-mannelli2.jpg

Soveria Mannelli - Pubblichiamo la nota del Comitato Pro Ospedale del Reventino in merito alla questione sanità. "Da Pietro Morabito a Angela Di Tommaso, da Peppino Maione a Gerardo Mancuso Mancuso fino ad arrivare a Giuseppe Perri, la storia dell’ospedale di Soveria annovera solo ed esclusivamente perdite e soppressioni. Nessuno riesce ha fermare l’emorragia che perdura e provoca solo mancanza di tutela per tutta la fascia montana. E ne siamo certi non è solo ed esclusiva colpa dei vari piani di rientro e dei vari tavoli di concertazione romani, molto è da ascrivere proprio alla gestione dell’ASP, che dal nostro punto di vista mette in disparte l’ospedale cittadino considerandolo solo un serbatoio per quello di Lamezia cui attingere alla bisogna. Un esercizio con data di scadenza, poiché quando questa “furbata” sarà esaurita nel pozzo acqua da attingere non ne rimarrà più e la morte di Soveria anticiperà di poco quella dell’ospedale della Piana già nelle fauci delle dinamiche del polo ospedaliero di Germaneto. Giuseppe Perri, segue la scia dei suoi predecessori, ma più che altro ci dà l’impressione che i suoi colonnelli, ovvero i vari primari, decidono in modo imprescindibile e elargiscono criteri di gestione indipendentemente se l’ASP ha un Commissario. Nemmeno Gerardo Mancuso, da noi messo alla gogna mediatica ha fatto di peggio.

Con Mancuso c’era la radiologia, gli altri servizi funzionavano e la medicina aveva 20 posti letto senza accorpargli la cardiologia; oggi l’ospedale sembra Raqqa, la città della Siria presa d’assedio dalla coalizione anti ISIS. E’ sparito il servizio di gastroenterologia, siamo a un solo anestesista (prima erano due), la Pediatria non subiva attacchi ciclici con medici in servizio “foresteria”, la Radiologia aveva prima due poi un medico (oggi il reparto è chiuso), la cardiologia e la medicina funzionavano autonomamente, la prima con 20 posti letto. Oggi addirittura qualche operatore è venuto a dirci di aver sentito con le sue orecchie che il primario del reparto di ortopedia di Lamezia vorrebbe radiare l’unico giorno che l’ortopedico si reca a Soveria dismettendo il servizio. Tutto mentre ieri in ospedale c’era trepidazione poiché si era venuti a sapere che finalmente sarebbe venuto il radiologo, poi dopo le otto la triste constatazione: il radiologo non ha messo piede nell’ospedale e in più ha costernato tutti il fatto di l’esser venuti a conoscenza che probabilmente se verrà d’ora in poi sarà per soli due giorni a settimana. E di soluzioni non se ne parla proprio, eccetto quella di aver di fatto accorpato la medicina con la cardiologia per evitare che qualcosa sparisse (ma anche qui nutriamo dubbi).

Il direttore Perri - proseguono dal Comitato - più volte a noi del comitato aveva paventato altri schemi e altre iniziative, non di certo quelle che dobbiamo constatare. Non fosse altro che si è persino recato da Scura con un progetto su Soveria, ritenuto interessante anche da noi, di cui non vediamo nessun seguito. Il ritornello di avere pazienza perché le cose non si fanno testé c’è lo hanno ripetuto più volte in passato i predecessori dell’attuale commissario, pertanto non vogliamo ci venga ripetuto ancora una volta. Si prospettano nuovi stralci sul Turn Over e qualche centinaia di unità mediche dovrebbero essere immesse in ruolo, pare si tratti di 900 unità. Qualcuna andrà anche nell’Asp di Lamezia, se ne ricordi Giuseppe Perri qualora la cosa dovesse accadere, e si riprenda il ruolo, piuttosto che cedere ai suoi colonnelli, altrimenti il modello di sanità che si mette in atto, più che somigliare alle direttive del Tavolo Adduci, somiglia sempre di più alle logiche superate degli anni ottanta, quando tra compari ci si capiva a meraviglia". 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA