Confindustria Calabria: Aziende rifiuti non pagate, si rischia paralisi

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Cosenza - "Strade invase dai rifiuti e circa duemila lavoratori senza salario. E' quello che si rischia in maniera concreta nei prossimi giorni a causa dei mancati pagamenti da parte della Regione alle aziende che operano nella filiera della raccolta e smaltimento dei rifiuti, che vantano crediti maturati ormai da molti mesi e che hanno raggiunto dimensioni non più sopportabili". A lanciare l'allarme sono il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali e i presidenti delle associazioni provinciali Andrea Cuzzocrea (Reggio), Antonio Gentile (Vibo), Michele Lucente (Crotone), Natale Mazzuca (Cosenza) e Daniele Rossi (Catanzaro) che chiedono alla Regione "di individuare in maniera responsabile ed in tempo reale una possibile soluzione che consenta di superare questa difficile e pesante situazione congiunturale".

"Il Consiglio regionale - sostengono i vertici del sistema Confindustria calabrese in un documento congiunto - non poteva chiudere in maniera peggiore la legislatura. Facendo venire meno il numero legale al momento della discussione e del voto relativo alla problematica inerente il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti ha confermato indifferenza e scarsa attenzione verso i problemi reali preferendo imboccare la direzione della deresponsabilizzazione e del rinvio. Saremo costretti a fermarci perché a fronte dei tanti crediti vantati e per i quali non si intravvedono tempi certi nella liquidazione, abbiamo assunto altrettanti impegni nei confronti dei nostri lavoratori, dei fornitori e del sistema bancario che si dice impossibilitato a sostenerci oltre gli attuali limiti delle esposizioni raggiunte da tutte le nostre imprese. Basterà che una sola delle aziende interessate attivamente nella filiera si fermi, per rendere vano il lavoro di tutti ed i tanti sforzi compiuti dalle imprese, dalle amministrazioni più illuminate e dai cittadini in direzione del recupero virtuoso dei rifiuti che ha consentito, in poco tempo, di passare dalla media del 15% riscontrabile nel 2011, ad oltre il 50% della fase attuale".

"Quello che serve è porre immediato rimedio a questa situazione davvero poco comprensibile - hanno sostenuto Speziali, Cuzzocrea, Gentile, Lucente, Mazzuca, Rossi e Speziali - che lascia presagire una emergenza dalle proporzioni drammatiche, considerate le quantità ed i fin troppo facilmente immaginabili effetti ambientali, sanitari e salutistici sulle popolazioni dell'intero territorio. Quello che non è tollerabile è dover continuare a registrare mancati pagamenti per lavori e servizi regolarmente resi in maniera eccellente da parte delle imprese. E' così che si generano le continue emergenze che mandano in crisi le aziende, conducono a livelli di disoccupazione che si pongono oltre ogni soglia di civile ragionevolezza, costringono la Calabria ad oscillare tra mancato sviluppo ed occasioni perdute".

 

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