Covid, la Calabria non cambia colore e resta ancora in zona arancione

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Catanzaro - Nel periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2021, l'indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85-1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale Istituto superiore di sanità-ministero della Salute.

Sono 4 le regioni a rischio alto, 11 moderato e 6 basso. La Calabria (indice Rt 1.02) dovrebbe rientrare nella fascia moderata e restare, quindi, in area arancione. Complessivamente, sono quattro le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio alto (vs 11 la settimana precedente); 11 con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due Regioni/PPAA (Sicilia e Puglia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo uno. Così la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

In attesa dell’ufficialità secondo le ultime indiscrezioni, la Calabria resta in arancione. Nella regione, si ricorda, ci sono anche alcuni comuni in zona rossa (con ordinanza fino al 30 gennaio) per via del numero elevato di casi. Si tratta di San Luca e Casignana (Reggio Calabria) e Fabrizia (Vibo Valentia) e per la frazione Piscopio di Vibo Valentia fino al 23 gennaio. Anche il comune di Altomonte, nel Cosentino, è zona rossa dall’11 gennaio e fino a nuove diverse disposizioni. Per quanto riguarda le vaccinazioni, la Calabria resta ultima con 20.553 dosi somministrate, il 52,3%.

“L'epidemia resta in una fase delicata - si legge nella bozza del monitoraggio - ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”. 

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