Di Maio visita azienda di De Masi a Gioia Tauro: "Chi ha il coraggio di denunciare non deve sentirsi solo"

di-maio-a-gioia-tauro.jpg

Gioia Tauro - Il vicepremier Luigi Di Maio é giunto nell'azienda di Nino De Masi, a Gioia Tauro, l'imprenditore che da anni vive sotto scorta dopo avere denunciato il racket delle estorsioni. Di Maio si sta incontrando con lo stesso De Masi, col prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, col Questore e con i vertici provinciali di carabinieri e Guardia di finanza. Al termine dell'incontro il Vicepremier visiterà l'azienda.

"De Masi e' un simbolo della lotta alla 'ndrangheta e ai crimini bancari ed oggi vogliamo lanciare un segnale forte e chiaro: siamo con De Masi - ha affermato - e con tutti gli imprenditori come lui. Chi ha il coraggio di denunciare non deve sentirsi solo!".

"Stato sta con imprenditori e non con prenditori"

"Noi stiamo con gli imprenditori. Coloro che hanno preso soldi e poi sono scappati non sono amici di questo Governo". A dirlo il vicepremier Luigi Di Maio. "Noi siamo con imprenditori come De Masi - ha aggiunto - che si sono scontrati prima con la 'ndrangheta e sono sotto scorta e poi con l'atteggiamento mafioso di alcune banche. Questi non solo vanno difesi ma sono nostri amici. L'area di Gioia Tauro è tra le più depresse d'Italia nonostante un porto tra i più importanti d'Europa. Dobbiamo investire su questo, sulle eccellenze enogastronomiche, sull'Autorità portuale, eliminando il commissariamento".

De Masi: "Chiedo giustizia"

"Io non chiedo niente al Governo, chiedo solo giustizia, che chi ha violato le regole del gioco la paghi". A dirlo è stato l'imprenditore Nino De Masi, che da anni vive sotto scorta dopo le denunce del racket delle estorsioni e protagonista della denuncia per usura di alcune banche. De Masi ha incontrato oggi il vice premier Luigi Di Maio ed il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che hanno visitato la sua azienda a Gioia Tauro per poi partecipare ad una tavola rotonda con gli imprenditori Gaetano Saffioti, anche lui sotto scorta, e Pippo Callipo, ed i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Calabria Angelo Sposato, Paolo Tramonti e Santo Biondo.

"Questo governo - ha aggiunto De Masi - ci fa capire che la normalità è altro rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi. Sono qua da 18 anni e nessuno mi ha mai calcolato. Ho scritto un mese fa al nuovo Governo e dopo due giorni sono stato convocato a Roma". Rivolgendosi a Di Maio, De Masi ha poi sottolineato come la Calabria sia terra di "gente che emana dignità, anche se licenziata. Gioia Tauro è una bella scommessa ma se il Governo la gioca bene può darsi che le cose cambino. E' necessario bonificare il territorio e dare prospettive a questa terra".

L'imprenditore ha anche annunciato l'intenzione di trasformare la sua azienda in una società per azioni con parte degli utili che andranno ai lavoratori.

"La mia idea - ha aggiunto - è creare una public company, una follia che mi sono inventato con la finalità di fare diventare l'azienda collettiva, figlia del territorio con migliaia di persone che vi partecipano e che la rendono anche più difficilmente attaccabile dalla criminalità". Sposato, dal canto suo, ha chiesto investimenti sul porto, principale strutturata su "un'area - ha detto - che doveva essere e non è stata. Serve un rilancio strategico a livello nazionale sulle politiche industriali tenendo conto delle necessità del sud". Un argomento ripreso da Biondo che ha sottolineato il deficit di competitività del meridione. "Quindi - ha detto - servono incentivi ma non per questioni di preferenze ma per porre tutto il Paese sullo stesso piano".

Una richiesta giunta anche da Tramonti che ha evidenziato la necessità di "politiche di riequilibrio da parte del Governo ed un impiego reale delle risorse europee, oltre a forme di protezione sociale per la regione con il più alto tasso di povertà". In Calabria, ha poi detto Saffioti, "siamo in guerra e le guerre si combattono in trincea, non scappando. Dobbiamo avere certezze, non solo speranze". Callipo, infine, ha evidenziato come gli imprenditori siano penalizzati dagli oneri accessori sul costo del lavoro a fonte di una importazioni di prodotti di scarsa qualità provenienti da Paesi in cui la mano d'opera costa molto meno. "Gioia Tauro - ha poi detto rivolgendosi a Di Maio - avrebbe bisogno di un ristretto numero di persone che rispondano solo a lei sui bisogni e su quello che viene fatto".

ministro-bonafede.jpg

Ministro Bonafede: “Allo studio norma su voto scambio politico-mafioso”

Gioia Tauro - Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel corso della sua visita a Gioia Tauro nello stabilimento dell'imprenditore Nino De Masi, sotto scorta perché minacciato dalla 'ndrangheta e da anni in lotta con alcune banche per i tassi d'interesse che gli sono stati applicati, ha annunciato lo studio da parte del Governo di una norma sul voto di scambio politico mafioso e di una class action sulle banche. "Tutto ciò - ha aggiunto Bonafede - per dimostrare che non bisogna essere eroi per esercitare il ruolo di imprenditori e di cittadini onesti".

© RIPRODUZIONE RISERVATA