Don Panizza: “Per parole forti del Papa qualcuno si è arrabbiato”

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Lamezia Terme - “La processione non è una passeggiata con una statua". E' quanto ha detto don Giacomo Panizza, vittima di numerose intimidazioni da parte della 'ndrangheta, sulla vicenda di Oppido Mamertina. "Bisogna interpretare, invece, le processioni - ha aggiunto - come un momento per parlare del Vangelo. Mi meraviglio che accadano episodi come quello di Oppido Mamertina perché in questi anni molte cose sono cambiate. I sacerdoti spiegano ai comitati delle feste come muoversi e le tappe ed i contenuti del Vangelo. Il Parroco deve intervenire su cose di dubbia interpretazione per dire la sua e non può accettare passivamente quello che accade". "Devo dire anche che in questi anni molte cose sono cambiate e la gran parte delle processioni non sono più come quelle di una volta”. "La vicenda della processione di Oppido Mamertina è sicuramente una reazione alle parole del Papa che ha scomunicato i mafiosi. Non credo - ha aggiunto - o meglio non ho elementi per affermare che esiste una regia nazionale. Ma è pur vero che per le parole forti del Santo Padre qualcuno si arrabbia e risponde in questo modo. In generale c'è sempre qualche 'imbecille' che esegue le direttive del ‘capo'".

Il prete antimafia bloccò i dollari sulla statua

Alla fine degli anni '80 un sacerdote fortemente impegnato sul fronte della legalità, don Giacomo Panizza, compì a Lamezia Terme un gesto che spezzò il rapporto tra sacro e profano. Don Giacomo trovò un emigrato in America mentre stava attaccando dei dollari alla statua di un Santo prima di una processione. "Mentre mi stavo preparando - racconta don Giacomo - per i festeggiamenti in una piccola frazione notai un signore che si era avvicinato alla statua del Santo e stava attaccando dei dollari. Mi resi subito conto che si trattava di un emigrato che era rientrato in Calabria. Con molto garbo gli spiegai che il gesto non andava fatto”. "All'inizio l'emigrato - ha concluso don Giacomo - ci rimase un pochino male. Con le mie parole gli feci capire che non era una forma di offesa nel suo gesto ma che era necessario evitare che si mischiasse il sacro con il profano e quindi, nella fattispecie, i dollari con il Santo. Purtroppo accade che molti emigrati vorrebbero rifare le cose come si facevano 50 anni fa, ma i sacerdoti devono avere la faccia tosta di dirgli che oggi tutto è cambiato".

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