Gratteri: le mafie non si impoveriscono legalizzando la cannabis

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Roma - "Le mafie non si impoveriscono legalizzando la cannabis. Solo il 5% dei tossicodipendenti è dipendente dalla cannabis e di questi solo il 25% è maggiorenne: mi pare che il mancato guadagno sarebbe risibile. E per coerenza bisognerebbe legalizzare la cocaina, visto che da lì arriva l'80% dei guadagni". Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ribadendo la sua posizione al convegno 'Cannabis, non è mai leggera', in Senato, contro la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. "Mai si potrà competere sul piano del prezzo" tra la produzione legale e il mercato illegale: "Figuriamoci - ha osservato Gratteri - se i tossicodipendenti andrebbero a comprare la cannabis a 10 euro al grammo in farmacia quando possono averla a 4 euro dagli spacciatori". Ed "è sbagliato - ha aggiunto - anche dire che con la legalizzazione le forze dell'ordine si potrebbero dedicare a colpire Il commercio di altre sostanze, perché un'organizzazione criminale che controlla una piazza di spaccio vende tutto. Quali forze potremmo distogliere?". "È inaccettabile pensare: 'siccome non siamo stati capaci di contrastare il narcotraffico, legalizziamo'. È come dire 'non riusciamo a scoprire gli assassini, legalizziamo gli omicidi'. Gli stessi tossicodipendenti con cui parlo nelle comunità di hanno detto 'dottore, faccia di tutto per non far passare questo provvedimento perché noi abbiamo cominciato con le canne'", ha concluso.

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