Imam Lamezia condanna stragi di Parigi: "Un vero musulmano ha la pace nel cuore"

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di Alessandra Renda.

Lamezia Terme – “Noi siamo l’Islam, non siamo l’Isis, e condanniamo fermamente quanto accaduto”. Alla luce degli attentati che hanno sconvolto Parigi lo scorso 13 novembre, l’imam Mohammed Zaroual del centro culturale islamico del lametino, esprime a nome di tutta la comunità il suo cordoglio per le vittime innocenti del terrorismo. Lo abbiamo incontrato proprio in moschea, prima che si riunisse in preghiera con gli altri fedeli, come fa ogni giorno, e ha voluto dar voce alla sua comunità che dopo le stragi di Parigi rischia di essere messa nello stesso calderone di chi ha compiuto quei folli gesti.

L’imam Zaroual, di origini marocchine, è il padre spirituale della moschea più grande sorta sul territorio lametino. A pregare, si riuniscono non solo i tanti marocchini, ma fedeli di altre nazionalità, soprattutto indiani e pakistani che in particolare il venerdì e nel mese del ramadan affollano il centro culturale di contrada Mortilla. Insieme all’imam, che non parla bene la lingua italiana, abbiamo anche incontrato Ayoub Azzuzy, un ragazzo di 18 anni che frequenta l’Ipsia di Lamezia Terme e che si è offerto come mediatore linguistico per aiutarci a capire meglio le parole della sua guida. “Questo non è Islam, questi sono assassini e la religione dell’Islam dice di non uccidere – afferma il padre spirituale in riferimento a quel tragico venerdì  – la nostra religione dice tutto il contrario, insegna che se trovi una formica per terra devi lasciarla vivere, figuriamoci le persone, è per questo che noi delle comunità islamiche siamo le prime vittime nel vedere quanto accaduto, perché ci sconvolge ancor di più che a voi italiani”. 

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La paura è che la sua comunità divenga protagonista di facili pregiudizi, alimentando sempre più l’islamofobia e soprattutto il timore dei giovani musulmani che vanno a scuola e che si sentono incompresi e ingiustamente accusati. “Vorrei che gli italiani facessero riferimento ad una frase del Corano – spiega l’imam – una frase che afferma “se uccidi una persona uccidi tutta l’umanità, se la salvi, salvi tutto il creato. L’Isis ha rovinato totalmente l’Islam, che insegna invece chiaramente che ci deve essere rispetto per le religioni altrui”. Qualche considerazione, alla luce di quanto accaduto, l’ha voluta poi fare anche Ayoub. Un altro grande effetto di stragi di questo tipo è che il pregiudizio si riversi soprattutto sulle nuove generazioni. “Spero che i cittadini capiscano finalmente la differenza tra noi musulmani - ammette - in classe con i compagni mi sono sempre trovato benissimo, ma è capitato in questi ultimi giorni che passando davanti ad altre scuole sentivo ragazzi dire “chiudete le finestre, arriva l’Isis”. Invitando a non generalizzare dopo quanto accaduto e prima di riunirsi in preghiera con gli altri fedeli, l’imam ha poi aggiunto: “vogliamo che in futuro tutto il mondo veda la nostra religione come una religione di amore e di pace. Un musulmano vero, un musulmano al 100%, con profonda fede e che prega in comunità quattro volte al giorno, non riuscirà mai a tollerare questi folli gesti. Bisognerebbe andare oltre le nostre barbe, i nostri vestiti lunghi e capire che dentro abbiamo nel cuore il vero Islam, quello che non tollera le stragi e professa la pace”.

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