Inaugurazione anno giudiziario a Catanzaro, Ministro Orlando: “Dare segnale in un territorio piagato da criminalità”

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Catanzaro – “Mi sembrava giusto nel mio ultimo anno da ministro della Giustizia dare un segnale per un territorio fortemente piagato dalla presenza della criminalità organizzata”. Lo ha detto il ministro Andrea Orlando a Catanzaro per partecipare all'inaugurazione dell'anno giudiziario nel distretto di Corte d'appello del capoluogo calabrese.

“Abbiamo dato sostegno - ha aggiunto Orlando - al salto di qualità dell'azione della magistratura e credo che Catanzaro sia una di quelle realtà dove il Ministero ha investito sia nell'organico sia nelle risorse”.

"A fine legislatura emergenze superate"

"Alla conclusione della legislatura, le emergenze sono state superate e i cambiamenti apportati risultano concreti e tangibili" ha affermato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del Distretto di Catanzaro.

“Vorrei ringraziare tutti coloro che operano qui, nel distretto di Catanzaro – i Magistrati, gli Avvocati e il personale tutto – per l’impegno che rende tangibile ogni giorno, in questo territorio, la presenza dello Stato. Guardare le politiche della giustizia dalla Calabria non è una concessione retorica”. Ha dichiarato il ministro nel corso del suo discorso, durante il quale ha poi aggiunto come “ La ‘ndrangheta, lo ricordano gli studiosi, non è folklore locale, è la rete criminale più internazionalizzata. È, cito ancora uno studioso, la “Davos della mafia” che prolifera nei lati oscuri della globalizzazione. Siamo in Calabria perché qui “paga” l’investimento nella legalità, nella macchina della giustizia civile, nell’edilizia giudiziaria. E qui pesano di più l’inefficienza e l’assenza dello Stato. La debolezza delle Istituzioni porta altri soggetti, spesso fuori dalla legalità, a costruire intermediazioni improprie, a risolvere il conflitto fuori dalla legislazione, a sostituire ai valori costituzionali la legge del più forte. E siamo in Calabria perché dobbiamo guardare la giustizia con gli occhi del Sud”.

Passando poi alla questione della informatizzazione del sistema giudiziario, Orlando ha dichiarato: “L’investimento per l’informatizzazione dell’organizzazione giudiziaria, corrispondente a oltre un miliardo e trecento milioni per i prossimi quindici anni, apporta trasformazioni fondamentali a tutta la giurisdizione, così come la diminuzione delle pendenze e dei tempi dei giudizi, e la corrispondente riduzione del peso del debito Pinto. Una nuova strategia sulle politiche del personale ha portato, finalmente, all’immissione di nuove energie per l’Amministrazione della giustizia in tutta Italia. Alla conclusione della legislatura, le emergenze sono state superate e i cambiamenti apportati risultano concreti e tangibili”.

“Nel corso della legislatura, - ha affermato - per invertire nettamente la tendenza di un sistema completamente fermo da quasi vent’anni, siamo intervenuti su tutti i principali ambiti: le risorse per il personale, le assunzioni, il concorso per assistenti giudiziari, la riqualificazione e valorizzazione del personale in servizio, la riapertura delle relazioni sindacali. Il reclutamento, attuato attraverso diverse linee di azione ha trovato un momento essenziale nel 2017 con il concorso pubblico per l’assunzione di 800 assistenti giudiziari. Questa stessa procedura ha fornito un’illustrazione delle innovazioni apportate dal nostro sistema, perché l’uso delle tecnologie informatiche ha consentito di gestire e portare a termine in soli 13 mesi – possono sembrare tanti, non lo sono per lo svolgimento di un concorso - una procedura con oltre 300.000 candidati e circa 79.000 partecipanti effettivi. È un concorso che ha portato a un risultato di grande rilievo per il distretto di Catanzaro, con l’assegnazione di 25 nuovi posti. Complessivamente, anche grazie all’assunzione di ulteriori 1.000 unità mediante scorrimento di graduatorie di concorsi, si giungerà a immettere in organico complessivamente 5.118 unità, garantendo la copertura del 50% delle scoperture rilevate”.

 “In merito al personale di magistratura, è proseguita l’attività di ridefinizione complessiva degli organici degli Uffici giudiziari, che nel 2017 ha riguardato le piante organiche degli Uffici di secondo grado. Secondo il nuovo schema, il distretto di Catanzaro ha acquisito 6 nuove unità per la funzione requirente e 15 nuove unità per la funzione giudicante. Sulla copertura delle vacanze, sono stati banditi cinque concorsi dal 2014 per 1.380 posti. È stato avviato l’iter di una ulteriore procedura concorsuale per 250 posti. Tali azioni, e il turn over dei prossimi anni, concorreranno a una copertura totale degli organici. Penso che proprio la netta inversione di tendenza sull’investimento nella giurisdizione debba portare a una rinnovata apertura e, ove necessario, anche autocritica da parte della magistratura. Una riflessione di alto profilo sul ruolo della magistratura nella società, sulla professione – e “vocazione” – di magistrato. Lo affermo con chiarezza perché ritengo che la chiusura del conflitto tra politica e magistratura, di fatto operata nel corso di questa legislatura, non ha avuto e non deve avere niente a che fare con un’abdicazione dal ruolo di “custodia dei custodi”. Con tale spirito abbiamo rivisto le norme sulla responsabilità civile e abbiamo contribuito alla costruzione di un sistema disciplinare più attento alla sanzione di condotte deontologicamente inappropriate”.

“Qui a Catanzaro – ha concluso - voglio sottolineare quanto numerosi e profondi siano i riferimenti alla ’ndrangheta all’interno del nostro lavoro e alla dimensione “criminogenetica” che sottolinea il Presidente Introcaso: quando indaghiamo il rapporto tra mafie e globalizzazione, tra mafie e circuiti economici, è essenziale analizzare l’evoluzione della ’ndrangheta e soprattutto ascoltare le forze dello Stato che la combattono ogni giorno e le forze sociali che presidiano il territorio, contrastando ogni forma di infiltrazione. È su questo terreno, e in questo territorio in particolare, che si misura la nascita di una “antimafia sociale”, impegnata in un progetto complessivo di rigenerazione istituzionale”.

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