Inaugurazione anno giudiziario, a Reggio Minniti e Cafiero de Raho

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Reggio Calabria - Ci saranno il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ed il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, a Reggio Calabria, sabato prossimo, in occasione della cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario del locale Distretto di Corte d'appello. Ne hanno dato notizia stamattina, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Corte d'appello, Luciano Gerardis, ed il Procuratore generale, Bernardo Petralia. Federico Cafiero de Raho, prima di assumere la funzione di Procuratore nazionale antimafia, é stato procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.

La cerimonia sarà preceduta, il giorno prima, nella sede del Consiglio regionale, da un incontro con gli scrittori Gioacchino Criaco, Mimmo Gangemi e Tiziana Calabrò per ascoltare una loro testimonianza sulla percezione della giustizia in Calabria. "Abbiamo informato dell'iniziativa il Csm - ha detto il Procuratore generale Petralia - proprio perché Reggio Calabria è indicata come la capitale della criminalità organizzata più pericolosa dell'Europa. Questione su cui tutti devono discutere, e non solo i magistrati, dando costanza ad un rapporto sempre più profondo e necessario tra lo Stato e la società civile. Da qui la scelta di invitare tre intellettuali calabresi che con le loro parole rappresenteranno lo spirito dei calabresi su questo delicato tema". 

La cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario si terrà anche quest'anno nella scuola allievi carabinieri, al rione Modena.

"Voglio ringraziare l'Arma dei carabinieri - ha detto nel suo intervento il presidente Gerardis - che ha voluto nuovamente concedere l'uso dell'auditorium della Scuola allievi, che dal punto di vista logistico e della sicurezza, rappresenta senza dubbio un sito di assoluta rispondenza".

Alla cerimonia sarà presenta una folta rappresentanza di studenti e di associazioni "proprio perché - ha sottolineato Gerardis - la Giustizia appartiene a tutti e tutti ne devono discutere". Secondo il presidente dell'Ordine degli Avvocati, Alberto Panuccio, "è necessario superare gli angusti limiti delle statistiche annuali che la giustizia propone e lavorare affinchè magistratura, avvocatura e società partecipino sempre più al fine di orientare efficacemente la cittadinanza sul significato profondo che la giustizia esercita sulle vita di tutti".

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