Lamezia, a 8 mesi dall’inaugurazione scavi di Terina nell’abbandono. Una turista: “Delusione e amarezza”

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Lamezia Terme - Di quel parco archeologico visitabile ed usufruibile dal pubblico non è rimasto quasi nulla. A nemmeno un anno dalla grande inaugurazione, gli scavi di Terina in località iardini Renda a Sant’Eufemie Vetere, giacciono nel più completo abbandono. 3.500 metri quadrati ricoperti da erbacce, cancello sbarrato e nessuna possibilità di effettuare delle visite guidate.

“Delusione e amarezza”

Lo sa bene la signora Eugenia, che ci ha contattato perché in questi giorni era andata a visitare il parco con alcuni turisti di Modena (dove vive da molti anni), ma ha dovuto fare dietro front. “Quanta delusione e amarezza ho provato nel trovarmi con i miei amici davanti a un tale "spettacolo". Dinnanzi all' ingresso sbarrato - ha aggiunto - è ben visibile il cartello che mette in evidenza l' investimento da un milione di euro. Il sito è predisposto per le visite e corredato di ogni particolare, forse occorrerebbe solo trovare una persona che lo tenga aperto. Che fine hanno fatto le promesse del Sindaco e dei politici presenti il giorno dell’inaugurazione? Terina poteva e potrebbe ancora essere un motivo d'orgoglio e di rilancio della città di Lamezia”. 

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Finanziamenti per un milione di euro

Dopo un blocco degli scavi durato oltre 10 anni, lo scorso 19 novembre si era infatti finalmente tagliato il nastro al progetto che aveva previsto restauro e valorizzazione dell’area con finanziamenti Fesr 2007-2013 per un importo di un milione di euro. Lo scopo, riportare alla luce l’antica Terina completando quella campagna iniziata nel lontano 1997 che ha portato negli anni al disvelamento di un importante agglomerato urbano riconducibile all’area residenziale della colonia crotonese fondata tra la fine del VI e l’inizio del V secolo A.C. Con cantiere aperto nel 2015, ed entrato in attività nel gennaio 2016, si era così dato il via alle operazioni di scavo condotte dal Comune di Lamezia Terme per la direzione lavori, dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria per la direzione scientifica e lavori eseguiti dalla Cooperativa Archeologica di Firenze. 

Diversi inoltre, gli interventi per la visibilità del sito, come una nuova recinzione, un parcheggio per circa 10, 12 posti auto, due gazebo con scopo informativo e di accoglienza, videosorveglianza, due bagni, l’illuminazione dell’intera area e naturalmente la creazione di percorsi viabili anche ai fini del collegamento con il sito prospiciente dell’Abbazia Benedettina. Insomma, tutto ben predisposto per le visite ma con un nodo cruciale già presente durante l’inaugurazione: il problema postumo della gestione.

terina_scavi_inaugurazione_1.jpgL'inaugurazione degli scavi lo scorso 19 novembre

“Lamezia centro del mondo archeologico calabrese”

E all’inaugurazione di 8 mesi fa c’erano proprio tutti: il sindaco della città Paolo Mascaro con assessori e consiglieri comunali, il direttore scientifico dello scavo Fabrizio Sudano, il segretario regionale Mibact per la Calabria Salvatore Patamia e ormai l’ex assessore regionale Carmela Barbalace. Si era così parlato di un importante punto di arrivo, ma anche di una sfida per un nuovo inizio. Il primo cittadino, sulla successiva fase gestionale, era stato però chiaro: “Se non condotta in modo adeguato, potrebbe portare ben presto gli scavi ad essere ricoperti di sterpaglie”. Cosa che, come si vede dalle foto a corredo, si è purtroppo già verificata. Il direttore scientifico dello scavo, Fabrizio Sudano aveva inoltre affermato: “Possiamo arrivare a un comprensorio fino all’Abbazia Benedettina  e far diventare Lamezia il centro del mondo archeologico calabrese”. L’intento infatti, era quello di creare un grande parco archeologico che comprendesse anche il bastione di Malta e la vicinissima Abbazia Benedettina. Per il primo, dopo anni di stasi, dal Comune hanno di recente annunciato la ripresa dei lavori di acquisizione e valorizzazione, la seconda invece, che il 4 e 5 agosto sarà “teatro” del seguitissimo “Color fest”, si trova ancora in uno stato di abbandono. 

Alessandra Renda

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abbazia-1.jpgAbbazia benedettina

abbazia-2.jpgAbbazia benedettina

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