Lamezia, ad aprile vescovo Cantafora compirà 75 anni e scadrà incarico

vescovo-cantafora-16-gen.jpg

Lamezia Terme - Da quattordici anni responsabile della Diocesi di Lamezia Terme, nato a Scandale il 10 aprile 1943, il Vescovo Luigi Antonio Cantafora, è prossimo al compimento del 75esimo anno e, come previsto dal diritto canonico, dovrà dare le dimissioni. “Il grave peso del ministero ordinato, da intendersi come servizio (diakonia) al Popolo santo di Dio – si legge nel documento contenente le disposizioni sulla rinuncia dei vescovi diocesani – richiede, a coloro che sono incaricati di svolgerlo, di impegnarvi tutte le proprie energie. In particolare, il ruolo di Vescovo, posto di fronte alle sfide della società moderna, rende necessari una grande competenza, abilità e doti umane e spirituali”. A rafforzare le norme, in tal senso, è stato Papa Francesco che ha reso obbligatorie per i cardinali di Curia le dimissioni a 75 anni. La rinuncia, però, deve essere accettata dal Papa per diventare operante, per cui rimane la possibilità per i vescovi diocesani di essere prorogati.

Inoltre, mentre con i papi precedenti le proroghe erano più lunghe (al compimento dei 75 anni dava le dimissioni ma restava fino alla nomina del nuovo vescovo anche uno o due anni) con Papa Francesco si sono ridotte moltissimo. Lamezia, quindi, molto probabilmente a settembre avrà il nuovo Vescovo. Appena dal Vaticano verrà comunicato il nome del successore, il Vescovo Cantafora diventerà amministratore apostolico fino all'insediamento del nuovo.

Eletto alla Sede Vescovile di Lamezia Terme il 24 gennaio 2004 ed ordinato Vescovo il 25 marzo 2004, quello che si insedierà sarà il secondo vescovo, dopo Cantafora, ad essere accolto da commissari prefettizi. Nel 2004, infatti, quando Cantafora divenne Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme il Comune era amministrato da una commissione straordinaria a seguito dello scioglimento del consiglio comunale del 2002. Nel frattempo circolano già i primi nomi sui possibili successori del Vescovo Cantafora ma, per ora, rimangono appunto “possibili”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA