Lamezia, all'istituto Einaudi progetto "Di-Vino" per promuovere la storia antica delle viti calabresi

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Lamezia Terme - Si è svolto presso l’Istituto “Einaudi” l’incontro conclusivo del Progetto “D-Vino” proposto dall’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino” – delegazione Calabria, in collaborazione con i docenti di Sale e Vendita e con la dirigente Rossana Costantino, che per l’occasione ha ricevuto una targa di riconoscimento per aver aderito con la sua scuola a questa full immersion nel mondo del vino, partecipando un’iniziativa portata avanti in diverse regioni d’Italia che parte da un’idea del Ministero dell’Istruzione di incentivare lo studio delle materie connesse a questa risorsa negli istituti alberghieri e turistici.

Il ciclo di incontri, dopo aver trattato diverse tematiche – come l’industria vitivinicola, gli abbinamenti cibo-vino, le degustazioni – si è concluso con un finale molto interessante sull’enoturismo, a cura di Mariolina Baccellieri, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Bianco, produttrice del Greco di Bianco, noto vino passito autoctono con ben 27 secoli di storia alle spalle, prodotto da un vitigno importato dunque dai Greci, attraverso sementi o semplicemente attraverso l’uva passa di cui usavano cibarsi durante le traversate. Una storia affascinante che Baccellieri può raccontare agli ospiti – “non clienti” – che accoglie nelle sue cantine, e che ha voluto condividere con i ragazzi dopo essere stata presentata dalla rappresentante dell’associazione Silvia Giulisano, al tavolo con Maria Rosaria Romano e Rosa Daniela Grembiale che hanno portato i saluti della delegata regionale per la Calabria Vincenza Alessi Librandi. Una storia di vino che s’intreccia con la storia personale di un ritorno in Calabria dalla Toscana per gestire un’azienda di famiglia oggi al femminile – anche le figlie hanno deciso di restare e di proseguire il lavoro – in un settore emergente che si qualifica oggi in Italia e in Calabria come un’importante risorsa per il futuro, su cui puntare nei suoi vari ambiti: cantina, sommelierie, abbinamenti di sala e, ovviamente, enoturismo, regolato nel panorama economico nazionale da una legge specifica del 2017. “La nostra associazione si occupa anche di temi sociali”, spiega Baccellieri, “e per noi il vino non è l’unico fine ma il mezzo per permettere all’ospite di fare un’esperienza. La nostra bottiglia sarà la sua cartolina del territorio, andrà in un’altra parte del mondo, e ricorderà quei luoghi che il turista ha visto. Una ricchezza che è assolutamente necessario esportare”.

Giulia De Sensi

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