Lamezia, Associazione Natale Proto su stato di abbandono siti archeologici: "In assenza di risposte interesseremo Ministero Beni Culturali"

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Lamezia Terme - L’Associazione Culturale “Natale Proto” rende noto che ancora “non ha ricevuto ancora alcuna convocazione da parte della Commissione Prefettizia insediatasi al Comune di Lamezia Terme, nonostante abbia richiesto un sollecito incontro in virtù del grave stato di abbandono in cui versano gli importanti siti archeologici della Città”.

“Oltre a Terina – si legge in una nota associativa - è chiuso da più di un anno anche il Castello Normanno – Svevo, simbolo della Città. Su quest’ultimo, abbiamo lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org che in appena quattro giorni ha già raggiunto ben duemila sottoscrizioni;” la campagna di sensibilizzazione lanciata a livello internazionale sul web sull’antica rocca, poi divenuta castello sotto la guida normanna, recita così: “A seguito d'importanti interventi di scavo, il sito archeologico, ove soggiornò Federico II di Svevia, veniva finalmente riaperto al pubblico. Successivamente tornava a essere inaccessibile per una inezia: ovvero per l'omessa manutenzione deicorrimano in legno predisposti alla sicurezza dei visitatori, andati distrutti. Per il lavoro di ripristino occorrerebbero all'incirca € 10.000,00, ma il Comune di Lamezia Terme vi ha finora rinunciato! Tutto ciò è davvero inaccettabile!  Attraverso questa petizione vogliamo chiedere al Fondo Ambiente Italia d'inserire il Castello Normanno - Svevo tra i cosiddetti "Luoghi del Cuore", così da sostenerne l'intervento e conseguirne la riapertura. Grazie a chi sposerà questa causa dall'Associazione Culturale Natale Proto”.

“E’ davvero inaccettabile che Lamezia Terme non possa assurgere a quel ruolo turistico che le spetta di diritto per la sua storia oltre che per le sue innumerevoli bellezze naturali – ha dichiarato il Presidente avv. Tommaso Colloca -. Le Istituzioni devono uscire dal letargo burocratico che le avvolge. L’estate è alle porte e fa rabbia sapere che il Castello ha chiuso i battenti per mancata manutenzione a dei semplici corrimano e che, per Terina, non si predispone semplicemente un bando per la sua fruizione. Da colloqui con gli Uffici regionali preposti – conclude Colloca – esiste il concreto rischio per il nostro Comune di dover restituire un milione di euro alla Regione Calabria a causa dello stato d’abbandono in cui versa il Parco. Attenderemo la fine di febbraio e se non avremo concrete risposte interesseremo della grottesca vicenda direttamente il Ministero dei Beni Culturali”.  

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