Bindi: “Procedure su scioglimento di Lamezia eseguite in tutta regolarità” - VIDEO

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Lamezia Terme - Due giorni prima che divenisse ufficiale lo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia (era il 20 novembre), Rosy Bindi, presenziando ad un incontro a Cosenza, faceva sapere che per la Commissione parlamentare antimafia, vi erano già tutti i presupposti perché si giungesse a questa decisione. Dichiarazioni le sue, che fecero infuriare l’ex sindaco Mascaro. Lo stesso, sul suo profilo facebook, continua a chiedersi, anche in queste ultime ore, “come faceva a sapere in anteprima la notizia riservata dell’imminente scioglimento del consiglio comunale”.

La questione, l’onorevole Bindi, l’ha chiarita oggi ai giornalisti, invitata al seminario vescovile per un incontro promosso dalla Cgil Calabria in collaborazione con Libera, Avviso pubblico e Osservatorio sociale “S. Aversa”, incentrato sul tema della legalità.

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“Ho dato il mio parere perché dagli atti di cui la Commissione era a conoscenza, c’erano gli estremi per lo scioglimento – ha chiarito - la decisione è ovviamente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell'Interno, con firma del Capo dello Stato, quindi, la procedura è stata seguita in tutta la sua regolarità, d’altra parte – ha proseguito - la Commissione parlamentare antimafia, tra i suoi compiti, ha anche questo. Il mio parere non era il parere di una persona, ma frutto di un atto istruttorio. Per quanto non sia previsto nel procedimento, è previsto comunque che la Commissione Parlamentare segua questo che è uno dei punti più delicati della presenza mafiosa, l’infiltrazione negli enti locali”.

Quello sullo scioglimento dei consigli comunali lo definisce uno strumento prezioso, evidenziando come “il problema non sono gli scioglimenti, ma ciò che li causa, cioè l’infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica, nel voto di scambio e nella pubblica amministrazione”.

Resta ad ogni modo la necessità di riformarne la legge, essendosi palesate più perplessità nel corso del tempo. La Bindi è favorevole, aggiungendo che si tratta di una normativa “che forse ha bisogno di qualche intervento dopo molti anni di applicazione, l’abbiamo segnalato ripetutamente anche in Commissione antimafia. Dopo molti anni di applicazione, sono emerse carenze anche perché il fenomeno si è evoluto, si era partiti da piccoli comuni per arrivare poi a Reggio, o ad Ostia. Quindi, modifiche alla legge sì, ma per ribadire l’importanza dello strumento dello scioglimento”.

E una sua importanza, in questo ambito, lo ha anche la legge Lazzati del giudice lametino Romano De Grazia. Questo, come tanti altri, vengono definiti dalla Bindi necessari. La stessa però evidenzia che “il primo strumento è che i partiti politici si dedichino a candidare persone che puntino ad avere il consenso buono dei cittadini e non quello cattivo delle ‘ndrine. Non c’è legge che riesca ad aggirare la volontà politica che manca, al contrario dovrebbe esserci la volontà politica di selezionare la classe dirigente e di riprendere un rapporto di fiducia con i cittadini. Ricordiamo – ha concluso prima di prendere parte all’incontro - che dove c’è più astensione il voto mafioso conta di più”. 

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Il tema affrontato oggi al Seminario vescovile, è un tema caldo per Lamezia, Comune sciolto per la terza volta, ma anche per la Calabria tutta. “Legalità, una svolta per tutte”, questo l'argomento della manifestazione pubblica che si sarebbe dovuta svolgere a dicembre ma che fu poi rimandata per problemi di salute della Presidente uscente e che ha avuto oggi al centro "la tenuta democratica, la crescita civile, la legalità per il lavoro e sviluppo produttivo del territorio". Al tavolo, ad affiancare la Bindi, c’erano i rappresentanti di Libera, Avviso Pubblico, Osservatorio sociale “Aversa”, il segretario Cgil Raffale Mammoliti, il vescovo di Lamezia Mons. Cantafora e il commissario prefettizio del Comune di Lamezia, Francesco Alecci.

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Dal 1991 in Calabria sciolti 101 comuni per infiltrazione mafiosa

Un triste primato quello della Calabria in tema di scioglimenti. Maria Antonietta Sacco, vice presidente nazionale di Avviso Pubblico, ne riporta dati da capogiro. “Dal 1991 ad oggi, su 297 decreti di scioglimento, 101 appartengono alla Calabria. I più numerosi alla provincia di Reggio, con 59 decreti, si passa poi a 19 per Vibo, 13 per Catanzaro, 6 per Crotone e 4 per Cosenza. Il nostro compito, per le prossime iniziative – ha concluso – sarà anche quello di interrogarci su una normativa che va modificata e ha bisogno che ne vengano esposte tutte le criticità”.

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Commissario Alecci: “C’è un apparato che cerca di prevalere e arricchirsi illecitamente”

Un ruolo fondamentale ha atteso poi oggi il commissario prefettizio Alecci, giunto al Comune di Lamezia proprio a seguito dello scioglimento del consiglio comunale. “Finalmente – ha dichiarato – dopo due mesi e mezzo da quando mi sono insediato, sento finalmente parlare in maniera chiara di questi concetti in un convegno. Nel mio percorso ho esercitato per ben 16 anni la funzione di Prefetto – ha ricordato – sono nato in Sicilia e ho toccato con mano cosa significa contrastare la mafia”. Alecci ritorna sul provvedimento che ha messo fine all’amministrazione Mascaro, ricordando che, la stessa cosa avvenuta in altri quattro Comuni calabresi “testimonia la patologia generale che caratterizza l’intero territorio. Non è nostro compito censurare l’operato di chi ha gestito prima di noi – ha evidenziato ancora l’ex prefetto de L’Aquila – il nostro compito è quello di amministrare. Qui c’è un apparato che cerca di prevalere e arricchirsi a discapito della città, si venderebbero gli uni con gli altri, hanno solo interessi ad arricchirsi illecitamente. E’ per questo – ha concluso – che eventi come questo devono servire per unire le singole forze e farne un sistema”.

Alessandra Renda

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