Lamezia, comitati sanità a D’Ippolito: “Ci spieghi perché integrazione sarebbe una iattura”

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Lamezia Terme – Dopo le ultime dichiarazioni rese dall’avvocato Giuseppe D’Ippolito sull’azienda unica, i comitati sulla sanità lametina, (Salviamo la sanità, tribunale del malato, comitato malati cronici e comitato 4 gennaio), replicano sul ruolo del nosocomio lametino.  “Partiamo dall’integrazione del nostro ospedale nell’azienda unica – affermano - l’onorevole D’Ippolito conclude perentorio che Lamezia non va barattata. Bene. Allora deve spiegare ai lametini quale sarebbe la maggiore autonomia che avrebbe il nostro ospedale se passasse la proposta di legge di iniziativa popolare che lui e gli altri 5 Stelle hanno presentato in Consiglio Regionale e che prevede l’accorpamento all’Hub Pugliese Ciaccio del nostro ospedale e di tutti gli altri ospedali delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo”.

“Deve anche spiegare – proseguono - quale ruolo sarebbe attribuito in tal caso all’Ospedale Giovanni Paolo II e perché non ci sarebbe da temere che l’Hub Pugliese Ciaccio fagocitasse il nostro Spoke. E, visto che di fatto è stata il Ministro della Salute, la 5 Stelle Grillo, a costringere la Regione attraverso il c. d. Tavolo Adduce a varare la legge regionale di accorpamento del Mater Domini e del Pugliese Ciaccio (si vada a rileggere in proposito lo specifico mandato che il Decreto di nomina affida all’uopo al neo Commissario al Piano di Rientro) e visto ancora che il Commissario Cotticelli ha benedetto questo accorpamento, deve anche spiegarci, già che c’è, perché l’integrazione del nostro ospedale nell’Hub unico Mater Domini-Pugliese Ciaccio sarebbe invece una iattura”.

“Intanto – proseguono ancora - il Decreto Ministeriale 70/2015, che lui cita, non prevede da nessuna parte che per creare un Polo Traumatologico “occorre un bacino di utenza tra i 2 e i 4 milioni di abitanti”. E’ solo l’Agenas in passato ad aver indicato che “Poiché i traumi maggiori sono circa 400-600/anno per milione di abitante, si considera indispensabile almeno un CTS (Centro Trauma di alta Specializzazione) e due CTZ (Centro Trauma di Zona) ogni due milioni di abitanti”. Come si vede nessun provvedimento del precedente governo del centrosinistra che ora tocca a lui rimodulare, né tanto meno alcuna prescrizione normativa o un limite minimo di abitanti per costituire la Rete Politrauma (e con essa il CTS), tant’è che regioni come la Sardegna e la Liguria, con molto meno di due milioni di abitanti hanno da tempo istituito delle valide Reti Politrauma"

"E poi non conoscevamo l’on. D’Ippolito come un contabile tanto pignolo: la Calabria è da un paio di anni sotto i due milioni di abitanti per una manciata di persone (poco più di ventimila). E’ dunque questo che, per un politico scafato come lui, ci dovrebbe impedire di avere una Rete Politrauma? E che dire del fatto che l’ex Commissario Scura ha già istituito la Rete Politrauma, solo che ne ha indicato il CTS genericamente fuori regione?"

Noi siamo comitati davvero civici e, come tali apartitici – fanno presente infine - ci interessa soltanto chi dimostra nei fatti di voler e di aver sposato la battaglia in difesa della sanità e della salute dei lametini. Non abbiamo i paraocchi, per cui se nel confronto l’on. D’Ippolito od altri ci dimostrassero che la strada giusta sarebbe un’altra, che l’avvenire del nostro ospedale si salva per altre vie, saremmo pronti a cambiare le nostre proposte. Ma, di certo, se Lamezia non la si deve barattare, non la si può neanche imbrogliare”. 

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