Lamezia, concluso corso di formazione "La scuola dell'inclusione dopo i decreti"

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Lamezia Terme - Si è concluso nei giorni scorsi il corso di formazione per docenti di ogni ordine e grado  “La scuola dell’inclusione dopo i decreti” organizzata dal Comitato Nazionale “Per la Scuola della Repubblica”, ente accreditato dal MIUR per la formazione in servizio. Il corso, articolato in cinque incontri, ha coinvolto circa 140 corsisti, si è svolto presso l’aula magna dell’IC Santa Eufemia di Lamezia Terme e, nella giornata conclusiva, nel Centro Congressi Prunia di Lamezia Terme. All’attualità i decreti di riforma del sistema scolastico sono già legge nei confronti della quale le professionalità che operano quotidianamente con le persone con bisogni educativi speciali: docenti, famiglie, associazioni del settore, hanno espresso molte perplessità ed incongruenze che andrebbero considerate.

“Siamo soddisfatte della partecipazione numerosa ed interessata ad un corso di formazione gratuito, al di fuori dei circuiti ‘classici’, tenuto da relatori-esperti che, a vario titolo, vivono l’inclusione personalmente” è quanto affermato dalle organizzatrici professoresse Rosella Cerra e Silvana Sesto.

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Il prof. Cosimo Forleo, presidente dell’Associazione organizzatrice, intervenuto nell’ultima giornata formativa, ha sottolineato che nelle varie sedi corsuali emerge da parte dei partecipanti la necessità di una formazione fatta di persone, interattiva e non virtuale somministrata su sterili piattaforme. Dai questionari finali del corso tenutosi a Lamezia Terme è emerso l’apprezzamento per aver realizzato il bisogno di momenti di aggregazione, di confronto e di scambio di buone pratiche tra scuole di diverso ordine e grado. La realizzazione di questa formazione “speciale” è stata possibile solo grazie alla disponibilità della dirigente Istituto Scolastico ospitante prof.ssa Fiorella Careri, dei relatori e degli organizzatori che hanno prestato  la loro opera  senza alcun compenso. La dirigente Careri ha anche relazionato condividendo la sua esperienza di inclusione in un istituto comprensivo, composto da vari plessi, che, con le esigue risorse disponibili, cerca di offrire accoglienza e una “buona scuola” ai molti extracomunitari frequentanti.

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