Lamezia, Confintesa dà voce agli stagionali Sacal: "Stabilizzare i contratti lavorativi"

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Lamezia Terme – Un gilet giallo richiamando la protesta francese contro una certa classe dirigente per ribadire con forza la necessaria e concreta stabilizzazione del personale aeroportuale stagionale della Sacal. Si tratta di circa trenta lavoratori precari, padri e madri di famiglia che vogliono rendere concreto un diritto acquisito. È stato questo l’oggetto principale di una conferenza stampa indetta dal sindacato Confintesa. A dare voce alle istanze della “allarmata” rappresentanza dei lavoratori Sacal presenti in un locale lametino è stato il sindacalista Mimmo Gianturco (Confintesa) assieme all’avvocato Luisa Cimino. Gianturco ha sottolineato i motivi fondanti l’indizione della conferenza, “quello che sta accadendo in Sacal a dispetto dei lavoratori è incredibile, pare ci sia nei loro confronti una sorta di chiusura ma, queste circa trenta persone hanno ormai maturato, da tempo, il diritto alla stabilizzazione”.

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“Abbiamo e siamo pronti a dialogare con Sacal per avere maggiori delucidazioni su questa mancata stabilizzazione  - ha rinforzato Gianturco - perché non riusciamo a capire i motivi dell’ostruzione di Sacal nei confronti di queste diverse maestranze. Sacal - ha continuato il sindacalista - avrebbe poi non adottato il principio di precedenza (l’anzianità di servizio) nei confronti dei lavoratori ma avrebbe preferito assumere tramite agenzie interinali”. “Inoltre - hanno aggiunto gli operai presenti - nessun lavoratore deve essere dimenticato”. A dare manforte ai lavoratori che non hanno mancato di esternare le loro perplessità sul loro futuro lavorativo, è stata l’avvocato Luisa Cimino. L’avvocato ha percorso l’iter legislativo e le norme di legge inerenti la stabilizzazione dei lavoratori, come “il decreto legislativo numero 368 del 2001 agli articoli 1 e 2; i due articoli spiegano il percorso giurisprudenziale ‘che fa diventare’ un contratto a tempo determinato a tempo indeterminato una volta passato un determinato lasso di tempo”.

Francesco Ielà

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