Lamezia, convegno “I poveri vi mandano a dire” della Caritas Diocesana alla parrocchia della Pietà

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Lamezia Terme - Un incontro pubblico per chiarire intenti, fornire dati ma soprattutto confrontarsi con la città su un terreno comune: questa la connotazione del convegno “I poveri vi mandano a dire”, organizzato da Caritas Diocesana in occasione della III Giornata Mondiale dei poveri presso i locali della parrocchia della Pietà. “I poveri non sono nelle statistiche – ha chiarito Sua Eccellenza Monsignor Schillaci nei saluti iniziali - non sono numeri ma persone che ci interrogano, ci mettono in questione. Dunque lasciamoci interpellare dalla povertà e dai poveri, e quanto a noi cristiani, lasciamoci anche evangelizzare. Come si legge nella Evangeli Gaudium, infatti, i poveri non sono una categoria sociologica ma teologica, che ha il volto di Cristo.” Ad introdurre la parte più prettamente tecnica, un intervento di don Giacomo Panizza, che ha ricordato il messaggio di Papa Francesco per questa III Giornata Mondiale dei poveri. “Il Papa ci esorta a indagare in ogni povero che incontriamo ciò di cui lui ha veramente bisogno. Dunque ci invita al dialogo, all’ascolto, a lasciarci coinvolgere. Non si può educare o salvare nessuno senza di lui. Gesù dice sempre ‘se vuoi’, e poi ‘la tua fede ti ha salvato’. Il povero non è un semplice ricevente, e ha il diritto di poter diventare capace di avere dei doveri”. Ancora un richiamo alla tragica attualità cittadina dello spaccio di droga che strumentalizza i minori, dei disservizi nella sanità, dello sfruttamento della prostituzione, e il riferimento alle attività della Consulta creata all’interno della Diocesi per dialogare con la politica sui problemi degli ultimi.

A questo punto la parola passa ai volontari delle varie realtà che si muovono all’interno della Caritas, che introdotti dalla responsabile Rosalba De Fazio, forniscono un quadro piuttosto dettagliato della situazione attuale rispetto alle povertà, in un contesto che si propone di “ascoltare, osservare, discernere e progettare, andando incontro a bisogni non solo materiali, ma anche educativi e strumentali”. In prima linea il Centro Interculturale Insieme, che svolge attività di supporto e orientamento sui servizi territoriali ai cittadini stranieri, ma anche un servizio legale, un servizio doccia, lezioni di lingua italiana, uno sportello lavoro. Dal primo gennaio sono state prese in carico 329 persone, ma ad essere ascoltate sono state in tutto 1.725. Su 53 richieste pervenute allo sportello lavoro, in 16 hanno trovato occupazione. Il Centro segue inoltre i ragazzi del dormitorio delle Querce di Mamre, che usufruiscono del servizio doccia, della prima colazione e anche di un pasto serale offerto spontaneamente da alcune famiglie di Sant’Eufemia. Il Centro d’ascolto Diocesano ha invece accolto dal primo gennaio circa 100 utenti, che manifestavano richieste relative a problemi economici, familiari, abitativi, di salute, chiedendo spesso un aiuto concreto. Fra le iniziative la possibilità data ad alcune famiglie di avere un’alternativa al classico pacco Caritas, e di recarsi a fare gratis la spesa scegliendo personalmente i prodotti in un Emporio dedicato, attuando contemporaneamente percorsi di orientamento al lavoro che possano permettere il superamento di una situazione economica che non permette il sostentamento. Ancora percorsi di alfabetizzazione per le mamme Rom, guida alla richiesta del reddito di cittadinanza, alla prevenzione delle malattie infantili, alla richiesta di alloggi popolari. La mensa Caritas, nata 10 anni fa, fornisce attualmente 80 pasti al giorno, e dal 1 gennaio ne sono stati erogati circa 19.000. Ad usufruire del servizio sono soprattutto uomini e donne di mezza età, fra cui circa 20 italiani e gli altri di svariate nazionalità – marocchini, ucraini, bulgari – che vengono orientati dai centri d’ascolto, provengono dal dormitorio, sono senza fissa dimora o sono famiglie segnalate dalla rete territoriale. Molti vengono segnalati anche dall’Unità di strada che incontra persone con i disagi più diversi ed effettua attualmente 2 uscite serali la settimana, orienta anche al servizio doccia, e fa rete con servizi territoriali come il CSM, il Sert, l’ospedale, i Servizi sociali, le forze dell’Ordine. Numerosi i contatti occasionali, ma ad essere prese in carico quest’anno sono state 10 persone fra cui 3 donne, 2 italiane e una straniera.

Un altro servizio è l’Ostello della Carità, creato in un bene confiscato, dove il piano terra con 16 posti letto è utilizzato per esperienze di soggiorno per volontari e gruppi, mentre al piano superiore era ubicato un Cas per richiedenti asilo con 6 posti letto, che sta proseguendo la sua attività di sostegno e integrazione con i soli fondi della Caritas: “Non abbiamo firmato l’accordo nazionale proposto nel 2019 – dice uno dei volontari -  in quanto non comprensivo di moltissime attività finalizzate all’integrazione che noi intendiamo continuare a svolgere, come il supporto psicologico, sanitario, linguistico per i ragazzi. Continueremo la nostra sfida da soli.” Infine, il Centro Sportivo Diocesano, che nel 2019 ha coinvolto 60 ragazzi dai vari Cas creando un torneo apposito, ha svolto attività con i disabili coinvolgendo realtà come il Girasole, Emmaus, Lucky Friends. Ha inoltre creato una squadra interculturale di 31 bambini dai 6 agli 11 anni, che comprende anche bimbi Italiani e Rom. Si sta inoltre lavorando alla creazione di una Sp.Rom, ovvero una squadra di calcio che rappresenti i ragazzi di Scordovillo.

Giulia De Sensi

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