Lamezia, Donato (Ara): l'odissea di una donna affetta da morbillo rimasta 36 ore senza un posto letto

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Lamezia Terme - In una lettera aperta alla città e alla politica, la giornalista e presidente associazione di volontariato Ara, Nadia Donato, racconta la storia di una paziente affetta da morbillo che, afferma “non trova posto in Calabria se non dopo un 36 ore”. “L’ospedale di Lamezia ha bisogno del reparto di Malattie Infettive e Microbiologia” si legge nella lettera rivolta al presidente Oliverio.

La lettera aperta

“Caro governatore Mario Oliverio se tu avessi il morbillo dove lo cureresti? In tutta la Calabria non c’è un posto per una malata di morbillo. I poveri hanno sempre meno diritti e l’amministrazione regionale non interviene perché sa che a Lamezia Terme nessun politico la disturberà mai veramente? Chi scrive è Nadia Donato, presidente associazione di volontariato Ara, giornalista da quasi 30 anni, mai allineata. Come giornalista e come volontaria sempre con i diseredati, i deboli, con gli animali e con l’ambiente che si distrugge quotidianamente (che non votano).

Ed ora il fatto: donna adulta, affetta da morbillo. La diagnosi viene fatta dal pronto soccorso di Lamezia Terme. Si chiede a Catanzaro un ricovero, dopo una visita, Catanzaro la rimanda a Lamezia. Da questo ospedale si fa una ricerca in tutta la regione, ma non c’è posto.  La donna rimane per un giorno e mezzo, circa, senza sapere dove può trovare un ricovero. La Calabria non ha posti per ricoverare una donna affetta di morbillo? Grazie alla disponibilità dei medici di Lamezia e di Catanzaro, si trova una soluzione che comunque non era più rinviabile. Questo accade alla Sanità calabrese e nel dettaglio nella provincia di Catanzaro.

A Lamezia c’è un solo infettivologo, quando c’era un reparto di malattie infettive che accoglieva malati anche da fuori regione. Completamente smantellato il reparto, oggi è proprio materialmente vuoto, ci si chiede dove e come può lavorare questo unico infettivologo in servizio in ospedale. Nell’ultimo periodo arrivano all’ospedale di Lamezia Terme almeno 5 casi di morbillo al giorno, se arrivano mentre il medico specialista è di turno vengono riconosciuti e curati, altrimenti ci si affida alla buona volontà e alla bravura di medici che comunque non sono specialisti. Ancora una volta ci si chiede il perché di tutto questo? Dove sono gli infettivologi di ottima esperienza che aveva Lamezia Terme? In questo ultimo periodo, anche se si tace, pare ci sia stata, ed è forse ancora in corso, un’epidemia di H1 N1, che si è accavallata con quella del morbillo. Per non contare le altre malattie infettive come AISD o epatiti.  Sempre un solo infettivologo. In pediatria la situazione ha già numeri consistenti. Microbiologia, anche questo reparto di eccellenza in Calabria, è stata chiusa, quindi anche per una semplice “analisi di saliva”, bisogna mandare tutto fuori dall’ospedale. Questa è una delle situazioni che presenta l’ospedale di Lamezia Terme che ha medici e personale stremati ma bravi e disponibili, ma che non può dare risposte adeguate grazie ai tagli effettuati in questi ultimi anni. Si sta chiedendo la luna? Si sta chiedendo di avere il diritto alla cura e alla salute?".

"L’ospedale di Lamezia ha bisogno del reparto di Malattie Infettive e Microbiologia"

"L’ospedale di Lamezia ha bisogno del reparto di Malattie Infettive e Microbiologia, come li aveva prima degli abusi compiuti dalla politica. Bisogna riaprire i reparti e con la stessa eccellenza di cui si disponeva prima. Il pronto soccorso ha bisogno di medici e infermieri, le guardie mediche di forze adeguate e tutta la medicina del territorio deve avere strumenti e risorse che mai le sono state date in questi anni.  Gli ospedali hanno bisogno dell’amore di un territorio che sa solo criticare e non propone soluzioni. Lamezia, Soveria Mannelli come tutto il comprensorio non possono affidarsi alla “cittadella sanitaria” di Catanzaro. Chi è solo, chi è povero, chi è disabile, chi è malato grave non ha la possibilità di affidarsi alle strutture del capoluogo. Pertanto non si può aspettare che la gente muoia per avere risposte. Ci vogliono risposte oggi e le deve dare la stessa politica che ha chiesto e chiede i voti, quella che governa alla regione e li ha chiesti ieri, quella che in maniera “bugiarda e cialtrona” ha ridotto la regione e la Sanità in particolare ad un colabrodo.

Le elezioni sono passate, come andremo a finire in ogni caso ancora non si sa e allora se i comitati per l’ospedale, per la sanità, i pochi politici attivi rimasti e quelli che sparano a zero per ogni cosa sulla stampa, (in previsione di elezioni prossime) volessero dare spazio ai reali bisogni delle fasce sociali più deboli non sarebbe male. La preghiera è quella di non scrivere più sui giornali per segnalare un problema se non avete una proposta per risolverlo? Lo fate soltanto per mettervi in mostra e far dire di voi che vi state occupando di qualcosa, che siete attenti ai bisogni dei cittadini. E’ un grande bugia, smettetela signori della politica, grandi e piccoli, di preparare le vostre campagne elettorali sulla pelle delle persone. Se esiste un problema non c’è da oggi e sapete bene di averne in parte responsabilità, perché eravate al governo delle diverse istituzioni o perché come opposizione, avete taciuto e quando avete parlato lo avete fatto solo per lanciare un sasso nel vuoto. Le cose concrete non le avete mai fatte. I problemi adesso, secondo alcuni dovrebbero risolverli tutti i commissari. La bacchetta magica ed i commissari riparano i danni fatti dalla politica? I commissari sono un bersaglio facile. Se qualche politico è disponibile sono tante le cose dette che si possono dire, sono pochi i proclami da fare, sono tante le azioni da compiere. Partiamo con serietà e smettiamola con le ipocrisie”.

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