Lamezia: è ufficiale la chiusura del carcere - Reazioni

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Lamezia Terme - “Non ci sono più alibi per nessuno”. Così Gennarino De Fazio della Uilpa Penitenziari commenta l’ufficialità della notizia, ossia che il ministro di Grazia e Giustizia Orlando ha firmato il decreto per la definitiva chiusura del carcere di Lamezia. L’atto firmato in via Arenula porta la data dello scorso 22 aprile. Con tale atto, quindi, dovrebbe essere ufficiale la dismissione del carcere lametino in una città di oltre 70.000 abitanti e con un comprensorio di oltre 150.000 abitanti. Già lo scorso anno, in una sola giornata, furono trasferiti tutti i carcerati all’improvviso nel nuovo padiglione del carcere di Siano a Catanzaro.

Una decisione che ha fatto insorgere tanti comitati, associazioni e sigle sindacali. Nonostante le manifestazioni e le esternazioni sembra quindi arrivata la parola fine. Una tegola che arriva durante la campagna elettorale. L’ennesimo stop per il territorio al centro della Calabria e delle vie di comunicazione con un’stensione territoriale seconda sola a Reggio Calabria. Purtroppo molto tempo feci sull’argomento molteplici denunce rimaste inascoltate, perché il destino doveva essere purtroppo diverso” dice De Fazio che aggiunge “mi auguro che si giochino altre carte”.

pdfDecreto di chiusura carcere Lamezia Terme

REAZIONI

Igor Colombo (Forza Nuova): destino struttura era ormai segnato da tempo

“La notizia dell’ufficialità riguardante la chiusura della casa circondariale di Lamezia Terme giunta tra l’altro in piena campagna elettorale, non mi sorprende più di tanto dal momento che il destino di questa struttura era ormai segnato da tempo ed il tardivo risveglio, da classificare come parvenza di circostanza, di qualche politico, non avrebbe potuto sortire alcun effetto positivo in tal senso. Questo decreto firmato dal Ministro della Giustizia Orlando giunge alla fine di un inter cominciato in maniera concreta dinanzi all’opinione pubblica nel marzo 2014 quando con un vero e proprio blitz tutti i detenuti del carcere San Francesco furono trasferiti in altri penitenziari,una decisione che per ovvi motivi di sicurezza nessuno sapeva e con la beffa che solo due giorni prima come si ricorderà era stato inaugurato all’interno della struttura lo “Sportello Lavoro”. Oggi come è già successo per altri scippi e spoliazioni che Lamezia ha subito,ci si indigna e si alza la voce ma è anche giusto che oltre alle legittime rimostranze di chi più o meno vuole bene alla città, ricordare che tali decreti ministeriali hanno responsabilità politiche di partiti e di uomini che sono espressione di decisioni che vengono assunte al Governo ed in Parlamento e che troppe volte hanno finito col danneggiare Lamezia Terme. Ritengo pertanto stucchevoli tutte quelle manifestazioni di protesta che già in passato sono arrivate e che nelle prossime ore si andranno ad ascoltare da parte di tutti quei politici ed anche candidati a Sindaco ed al consiglio comunale che fanno parte di quei partiti come per esempio Forza Italia, Udc, PD ecc. che hanno voluto la tanto odiata Spending Review che ha portato a questa scellerata decisione di chiudere per sempre in una città come Lamezia Terme,con un bacino di utenza di oltre 150 mila abitanti, una storica struttura carceraria. Chiedo a questo punto cosa andranno a dire ai cittadini i candidati Sindaco di centrodestra e centrosinistra, l’Avv. Paolo Mascaro ed il Dott. Tommaso Sonni, i quali ovvio non hanno responsabilità alcuna in questa vicenda, dal momento che però entrambi si portano dietro l’appoggio di quei partiti che hanno tradito la città coi loro rappresentanti nazionali. Nessuno può nascondersi dietro un dito davanti a questo sfacelo politico che col la definitiva chiusura del carcere in città toglie importanti risorse economiche a Lamezia oltre a privarla di un importante presidio di legalità e sicurezza,una scelta questa giunta dal ministero che doveva essere vagliata attentamente prima di essere ratificata, venuta fuori da una confusa e superficiale conoscenza da parte delle istituzioni politiche della gestione dell’emergenza,in quanto è alquanto illogico chiudere in una realtà come Lamezia Terme,una struttura carceria. Ricordo che il carcere di Lamezia Terme per quanto vetusto potesse essere, rispondeva positivamente alle esigenze dettate dalla circoscrizione giudiziaria ed era anche stato oggetto di costosi interventi di manutenzione dell’intera struttura allo scopo di renderla il più civile possibile per tutti i detenuti che scontavano le loro pene. Chiedo in questo momento quindi una presa di posizione forte da parte dei due candidati a sindaco che sono supportati dai partiti che a livello nazionale hanno portato a questa chiusura per solo scopo di obbedire ad immaginarie economie di risparmio, Lamezia deve essere sede di un nuovo penitenziario moderno e funzionante che serva l’intero hinterland lametino,spero solo di non sentire in questi ultimi venti giorni di campagna elettorale l’affermazione di terza città della Calabria, che è ormai svuotata nel suo contenuto storico, sociale ed economico”.

Avvocato Cesare Materasso: motivazione Ministero, assolutamente discutibili e degne di censura

"Non posso esimermi dall’intervenire ancora una volta sulla vicenda del carcere cittadino - così si pronuncia l’avvocato Cesare Materasso, sulla chiusura definitiva della Casa Circondariale cittadina. Un epilogo triste, questa volta non solo perché la Città perde un presidio Ministeriale importante sul territorio, ma anche perché nella parte finale del Decreto di soppressione traspare anche il consenso del nostro Sindaco. In primo luogo, mi pare opportuno contestare che tutte le motivazione rese dal Ministero a sostegno dell’adozione del Decreto di chiusura del carcere, siano assolutamente discutibili e degne di censura. Traspare l’ennesimo accanimento “sperequativo”verso il territorio lametino, in quanto è impensabile che si possa decidere di chiudere un Istituto sol perché da questo si debba estrapolare tutto il personale per potenziarne un altro. Perché le unità non sono state attinte nella giusta misura da altre strutture, evitando la chiusura di Lamezia, che comunque un servizio lo dava? Altro dato da censurare – prosegue l’avv. Materasso- è quello che secondo il menzionato Decreto la struttura di Siano dista da Lamezia solo 30 Km. Assolutamente non vero, visto che la distanza è maggiore e questa inciderà non poco sui costi di trasferta, oltre che sulle funzionalità del nostro Tribunale che a questo punto si vede anch’egli “indebolito”. Registro a malincuore comunque l’ennesima beffa per la nostra Lamezia Terme, dapprima “illusa” con l’inaugurazione “in pompa magna” di uno sportello all’interno del carcere, a pochi giorni prima dal suo successivo svuotamento, e poi con promesse che l’Amministrazione Penitenziaria avrebbe comunque trasferito in Città la sede del provveditorato regionale. Lamezia, ancora una volta rimane senza nulla. L’Amministrazione penitenziaria lascia definitivamente il territorio comunale, con il bene placido del nostro Sindaco, solennizzato all’interno del decreto stesso. Assenso che è stato anche “poco rispettoso” di tutte le iniziative organizzate da Comitati, Camera Penale, Avvocatura, Sindacati, anche con approvazione di deliberati assunti unanimemente in consigli comunali aperti. La morale “amara” che si registra in questa vicenda - conclude Materasso- è che la difesa del territorio, con persone qualificate, capaci e che abbiano davvero a cuore la Città, non può più essere rimandata, occorre solennizzarla definitivamente ed “istituzionalizzarla” all’interno del nostro Ente Comunale. Infine, esprimo il mio “sdegno” personale e i complimenti a tutti quelli che anche questa volta hanno permesso che un'Amministrazione importante come quella Penitenziaria, abbia formalizzato, dopo decenni, il suo addio definitivo da Lamezia Terme.

Rosario Piccioni (Lamezia insieme) su chiusura carcere

“Il decreto firmato dal Ministro Orlando che dispone la soppressione del carcere di Lamezia Terme è lo specchio del pressapochismo e della superficialità con cui in Italia nelle sedi ministeriali vengono affrontate questioni delicate come quelle della legalità e della sicurezza del territorio, che toccano da vicino la vita dei cittadini. Se ad altri fa piacere utilizzare l’ennesimo sopruso nei confronti della nostra città come “arma” da campagna elettorale, io vedo solo una situazione imbarazzante, al di fuori di ogni logica politica e giuridica.Com’è possibile che nel testo del decreto si legga che “entro il corrente mese di aprile entrerà in funzione il nuovo padiglione detentivo annesso alla Casa Circondariale di Catanzaro” quando sappiamo tutti che il padiglione è stato aperto sì nel mese di aprile ma dell’anno scorso cioè del 2014? Quella che viene fatta passare come novità, non è altro che un copia e incolla della proposta risalente all’anno scorso di trasferire i detenuti dalla Casa Circondariale di Lamezia a quella di Catanzaro!!!Imbarazzante è anche la vaghezza del decreto ministeriale, che parla di una “condivisione” della decisione del Ministro da parte della Magistratura locale e del Sindaco. Lanciamo subito un appello a tutti i parlamentari che hanno a cuore le sorti della nostra città a presentare subito un’interrogazione al Ministro per capire sulla base di quali atti scritti si è arrivati a scrivere queste cose. Esistono atti ufficiali? Abbiamo il diritto di sapere se esistono atti scritti con cui la Magistratura locale ha dato il suo placet e quali organi giudiziari si sono pronunciati in tal senso. Per quanto riguarda la posizione del Sindaco, la dichiarazione di oggi smentisce quanto scritto nel decreto e ricorda l’interlocuzione a tutti i livelli istituzionali svolta fino ad oggi dal primo cittadino per impedire la chiusura del carcere di Lamezia. Come è possibile allora che il testo del decreto si spinga fino a tanto?Se il metodo adottato dal Ministero è imbarazzante e fuori da ogni logica di buon senso, il “merito” del provvedimento è altrettanto irrazionale e lesivo degli interessi della nostra città: non si può privare la terza città della Calabria di un presidio fondamentale come il carcere che, per la posizione centrale di Lamezia, ha una funzione regionale e rappresenta un presidio fondamentale di legalità e sicurezza per il nostro territorio.Contrasteremo in ogni sede il provvedimento di soppressione del carcere di Lamezia: questo è certo!!! Preso atto che il decreto di soppressione è stato emanato e che al momento è esecutivo, al tempo stesso chiediamo che con la stessa celerità il Ministro Orlando firmi immediatamente per il trasferimento del Provveditorato regionale  di Polizia Penitenziaria da Catanzaro a Lamezia. Sul punto il Dipartimento ha già espresso parere favorevole: bisogna allora procedere senza indugio!!!O il carcere o il provveditorato: “tertia non datur”, non ci sono altre possibilità!!! Lamezia lo pretende!!!Non possiamo più accettare colpi di mano in senso unilaterale che colpiscono Lamezia a favore del capoluogo di Regione!  Svuotare Lamezia delle sue strutture fondamentali, dal carcere all’ospedale, non fa male soltanto ai cittadini di Lamezia ma a tutta la Calabria e alla stessa Catanzaro: la Calabria ha tutto da guadagnare da una Lamezia forte capace di svolgere un ruolo propulsivo per la crescita dell’area centrale della Calabria e di tutta la regione. 

Grandinetti: Non sono un legale ma potrebbero esserci gli estremi di una impugnativa del decreto

"Se l'inserimento del "Placet" sulla chiusura del carcere lametino da parte del Sindaco Speranza come credo è infondato, ritengo sia giusto dare mandato agli uffici legali per verificare l'ipotesi di impugnativa del decreto stesso. La evidenziazione "falsa" (per quanto si apprende sia del Sindaco che della Magistratura locale) della condivisione da parte del Sindaco e della Magistratura locale alla chiusura del Carcere rende false alcune delle premesse che hanno portato alla formulazione del decreto stesso. Era prevedibile che proprio durante la campagna elettorale, in un momento di passaggio tra la passata e nuova consiliatura avvenissero questi ulteriori soprusi per la nostra città. Come Presidente del Consiglio ho convocato più volte una assemblea consiliare  aperta per discutere e deliberare decisioni sulla non chiusura, decisioni  prese all'unanimità dove vengono spiegate in forma chiara le motivazioni del nostro  no a questo ulteriore scempio. La nostra classe politica romana dovrebbe fare gesti eclatanti come dimettersi per  conclamata inefficienza nel difendere Lamezia. La posizione centrale della nostra Lamezia viene sbandierata in ogni luogo tranne poi scordarsene quando si parla di Carcere, Hub ospedaliero, Università. Quando qualche anno fa parlavo degli "espropri" che si facevano  a vantaggio di altre città limitrofe  tutti mi schernivano, oggi tutti sono pronti a gridare allo scippo. Se il decreto non può essere impugnato ed il ministro non si ravvede, allora si deve pretendere il trasferimento del Provveditorato regionale di Polizia Penitenziaria da Catanzaro a Lamezia. Non si può aspettare. Sono ancora per un mese il Presidente del Consiglio della mia città e  non posso rimanere silente davanti alla sordità di chi ci rappresenta a Roma e magari è d'accordo con  la chiusura del carcere . Escano allo scoperto. Chiedo a tutti i candidati a Sindaco di destra e di sinistra che si appellino ai loro parlamentari di riferimento affinché si adoperino in tal senso e senza distinzione tra ideologie, ma con l'unico obiettivo che è quello di difendere la loro e nostra città. Io non mi sono candidato,  ma sarò sempre presente per difendere Lamezia con tutte le mie forze fin quando Dio vorrà. Io sono un Lametino".

Enzo Bruno: decisione arrivata nonostante appelli e resistenze degli amministratori locali

“La soppressione della Casa circondariale di Lamezia Terme ormai è realtà. Il nostro disappunto per quanto deciso dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha firmato nei giorni scorsi il decreto di chiusura della struttura penitenziaria, si aggiunge a quello dei molti che hanno protestato e combattuto per scongiurarne la chiusura”. E’ quanto afferma Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro, e segretario provinciale della Federazione del Partito democratico di Catanzaro. “Una decisione che arriva nonostante gli appelli e le resistenze degli amministratori locali e la mancata condivisione di Presidente del Tribunale e Procuratore della Repubblica di Lamezia – ha detto ancora Enzo Bruno -. La chiusura della Casa circondariale priva in maniera ingiustificata la città di Lamezia Terme, da sempre impegnata in prima linea nella lotta alla criminalità, di un fondamentale presidio di legalità e sicurezza che inevitabilmente indebolisce e depaupera ancor di più l’apparato di giustizia del territorio lametino. Il nostro pensiero in questo momento va anche al personale della Polizia penitenziaria, e alle loro famiglie, trasferito in altre strutture carcerarie, al cui inevitabile ed importante disagio si unirà quello degli operatori di diritto. La storia della Casa circondariale di Lamezia non può essere cancellata con una firma di decreto – conclude Bruno -  soprattutto perché non è stata assolutamente condivisa dalle istituzioni politiche e giudiziarie locali. Sarebbe opportuno sollecitare la deputazione calabrese, regionale e nazionale, di chiedere al ministro Orlando il ritiro del decreto”.

Villella (Comitato riapriamo il carcere), il Pd con la chiusura carcere ha tradito i lametini

“Il PD con la chiusura del carcere ha tradito i lametini. Purtroppo, con forte rammarico non possiamo non constare che Lamezia con la chiusura dello storico carcere è stata nuovamente tradita. La vicenda legata alla  chiusura della Casa Circondariale, è stata sempre utilizzata dagli esponenti politici del partito che governa, finora, tutte le istituzioni come teatrino per inutili proclami e mozioni da presentare nel Consiglio Regionale, prontamente finite nel nulla. Ancora una volta ci troviamo dinanzi i “professionisti della legalità” che magari comodamente seduti su una Frau pontificano, non curanti dei deficit provocati a danno dei lametini e anche alle forze di polizia, per via di un carcere chiuso inspiegabilmente. Ancora una volta c’è chi, nonostante l’appello, ha anteposto le vicende di partito alle esigenze del popolo lametino. C’è chi, inoltre, da massimo esponente della sanità calabrese dopo aver assistito alla perdita dell’autonomia del nosocomio lametino, adesso può collezionare un mancato impegno nonostante la richiesta formulata dal “Comitato riapriamo il carcere a Lamezia”. L’ on. Doris Lo Moro, ha tradito le attese del Comitato, che a lei si è rivolto pubblicamente davvero con profonda fiducia. Il Comitato riapriamo il carcere la ritiene principale responsabile specialmente dopo la dichiarazione che ha fatto su quotidiani locali in data 14 Marzo 2015 che riportava: Non sono tra quanti difendono il carcere a Lamezia, quel carcere io l’ho visto sono stata in visita più volte, non rispondeva ai requisiti. Forse la nostra onorevole impegnata a Roma evidentemente il carcere se lo ricorda male, essendo lo stesso ristrutturato nel 2004 ed adeguato alla sentenza “Torreggiani” nel 2013. Così come il nostra “amato” sindaco Speranza che unitamente ed in presenza del Consigliere Regionale Arturo Bova durante un colloquio nel suo Ufficio sbatteva i pugni sul tavolo dicendo che Lui non avrebbe mai autorizzato la chiusura di una struttura, simbolo di legalità, nel suo comune, e che quindi era all’oscuro di tutto, quando invece sul decreto di chiusura viene riportato testuali parole: valutata la condivisione della proposta da parte della Magistratura locale e da parte del Sindaco di Lamezia Terme. La “voce” dei lametini, che hanno manifestato in più occasioni contro la chiusura della struttura è rimasta sorda. Lamezia, oggi, è una città ferita avvilita e pure umiliata. Dopo tutto adesso aspetteremo il destino della struttura. Chiuso il carcere adesso si aspetta il trasferimento degli Uffici del Provveditorato di Catanzaro questo è quanto ha dichiarato il Provveditore Regionale di Catanzaro Salvatore Acerra.  Insomma un presunto contentino per i lametini che non sarà realizzabile in quanto Catanzaro non mollerà mai la preda. A meno che qualcuno non prenderà sul serio la cosa. Dopo di che non si aspetta altro che per volere del popolo della sinistra la struttura si trasformerà in un centro di raccolta per Immigrati, questo supponiamo sarà il destino.  Adesso dopo il carcere c’è l’aeroporto lametino, con lo “spettro” sostenuto dal candidato a sindaco del centrosinistra, che ha sponsorizzato una gestione regionale unica. Tale progetto, replicherà sicuramente una storia appena chiusa con la perdita della storica Casa Circondariale”.  

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