Lamezia: Giornate Avviso Pubblico, al Liceo Campanella tra sport e legalità

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Lamezia Terme – Si è svolto questa mattina il convegno di Avviso Pubblico "Le regole del gioco, il gioco delle regole. Scuola, Sport e Cultura della Legalità" presso l'auditorium del liceo Tommaso Campanella. Tra i relatori, oltre al Sindaco, Luca Ritorto, Rocco Mangiardi, l'ex calciatore e presidente dell'associazione nazionale calciatori Damiano Tommasi e don Giacomo Panizza. A moderare l'incontro Claudio Lenzi, giornalista de "La gazzetta dello Sport". Sport e cultura della legalità i temi affrontati con le testimonianze personali di Mangiardi, che ha fatto arrestare i suoi estorsori, don Giacomo Panizza, prete di "frontiera" e fondatore della Progetto Sud, e Damiano Tommasi, una testimonianza, la sua, legata alla carriera di noto sportivo. I giovani studenti intervenuti al convegno hanno quindi potuto confrontarsi con esperienze del mondo dell'imprenditoria (Mangiardi), del sociale (Panizza) e dello sport (Tommasi) ma tutte legate al doppio filo della legalità quale esempio dell' agire quotidiano nella vita e nelle professioni dei singoli.

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Resoconto prima giornata Festa Nazionale Avviso Pubblico tra sport e legalità

Lamezia Terme – Si è svolta ieri la prima giornata della festa nazionale di Avviso Pubblico presso l’auditorium del Liceo Tommaso Campanella intitolata Amministratori sotto rito. La buona politica contro le mafie”. Ad aprire i lavori della Festa è stato il video messaggio del sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Marco Rossi Doria, il quale ha affermato “Stiamo stanziando fondi per la ricerca, le scuole e le università, ma l’istruzione da sola non basta. Servono nuove classi dirigenti, soprattutto al Sud, serve la buona politica”.

A seguire Damiano Tommasi, presidente dell’associazione Italiana Calciatori, ha dichiarato “Noi stiamo cercando di dare forza alla coscienza delle persone. Bisogna dire di no perché la forza morale di ognuno di noi è la vera arma contro la criminalità organizzata. Avviso Pubblico lo sta cercando di fare attraverso le amministrazioni locali e noi lo stiamo provando a fare con i giocatori, utilizzando la loro capacità mediatica per sostenere buoni progetti; ed insieme lo abbiamo fatto organizzando dei Camp estivi con i ragazzi per promuovere la cultura della legalità nel calcio: perché attraverso lo sport è più facile trasmettere alcuni messaggi”. L’evento intitolato “Le regole del gioco, il gioco delle regole. Scuola, sport e cultura della legalità” ha visto anche la partecipazione di Don Giacomo Panizza, fondatore di Progetto Sud. Panizza ha affermato che “il lavoro sociale è vivere per costruire qualcosa insieme e riflettere sulle cose che facciamo per poterle migliorare continuamente. I giovani possono fare tantissime belle cose, basta averne la voglia. Non bisogna solo saper vincere o perdere, è necessario soprattutto mettersi in gioco”.

Poi la testimonianza di Rocco Mangiardi, commerciante che ha denunciato il racket, il quale ha affermato che “bisogna mettere sulla bilancia la paura e la dignità e a quel punto troveremo il coraggio. Io ho denunciato una cosca che mi chiedeva 1.200 euro di pizzo al mese e da quel giorno ho vinto le Olimpiadi della mia vita. In Calabria qualcosa di bello e di nuovo sta fiorendo sta crescendo la consapevolezza che non possiamo vivere nella paura. Sono i mafiosi che hanno paura, sono loro che si nascondono e vivono di ombre e violenza e sono loro che se ne devono andare”. A chiudere il dibattito è stato Luca Ritorto, Dirigente A.S.D. “Scuola Etica e Libera di Educazione allo Sport” di Gioiosa Ionica, il quale ha dichiarato “Noi con il nostro progetto abbiamo voluto portare l’etica nello sport attraverso percorsi educativi sulla legalità e le regole, non solo in campo ma in tutti gli ambiti della vita.  Un modello alternativo che è stato anche condiviso da alcune realtà del Nord, come l’Aurora Desio”.

Nel pomeriggio, presso la biblioteca comunale di Palazzo Nicotera, si è tenuto il secondo incontro della giornata dal titolo “Prevenire e contrastare mafie e corruzione. Quali risultati dall’applicazione del codice antimafia e della legge 190/2012?”.  Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico, ha dichiarato che “Avviso Pubblico da subito ha espresso criticità sul ricorso alla legge delega per redigere e approvare il Codice Antimafia. Bisogna migliorare la legge sui Comuni sciolti per mafia e quella sui beni confiscati, bisogna garantire sicurezza agli amministratori e ai Sindaci in prima linea. Le Istituzioni devono riconoscere loro questo impegno”.

A seguire, Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha affermato: “La legge anticorruzione va migliorata ma è già un traguardo averla fatta. Sulla lotta alle mafie e alla corruzione si gioca la credibilità del nostro Paese, noi questa battaglia la vinceremo”. “Lo Stato deve avere un altro strumento prima dello scioglimento di un consiglio comunale, – ha continuato Minniti - e  deve consentire ai Sindaci di avere gli strumenti necessari per affrontare determinate situazioni. Lo scioglimento deve essere l’ultima ratio. Vorrei che si creasse un rapporto positivo tra il Governo e Avviso Pubblico per dare una spinta al miglioramento”. Poi Carlo Borgomeo, Presidente “Fondazione con il Sud”, ha dichiarato: “Tagliare sui servizi sociali alimenta le mafie. Le norme di gestione delle aziende confiscate sono troppo lunghi e complicati. Ai beni e aziende confiscati va applicata una gestione imprenditoriale e i soldi confiscati devono essere utilizzati per far funzionare questi beni: se vogliamo veramente vincere questa battaglia dobbiamo impostare la cosa in modo diverso”. Il dibattito si è concluso con l’intervento di Luciano Silvestri, Responsabile nazionale settore Legalità e Sicurezza Cgil, il quale ha affermato: “Oggi finalmente in Parlamento c’è una legge di iniziativa popolare per modificare la legge sulle aziende confiscate ma mancano ancora dati approfonditi sulle aziende stesse. Sono in tutto 1.708, con oltre 80 mila lavoratori dipendenti, ma circa il 90% di esse fallisce. Non possiamo perdere questo anello fondamentale. Gli amministratori giudiziari hanno un approccio da curatori fallimentari e questo non funziona. Lo Stato deve ritrovare la via virtuosa a partire da una modifica legislativa”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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