Lamezia Terme – Palazzine popolari in periferia (contrada Carrà-Marchese,ndr) oggetto di un finanziamento del ministero dell’Interno e che il Comune di Lamezia dovrebbe destinare ad ospitare i Rom. Un terreno, su cui sorgono, confiscato alla criminalità organizzata. Un valore simbolico, complessivo, di riscatto e legalità per il territorio. Palazzine che, però, hanno bisogno degli ultimi collaudi per poter ospitare le famiglie e, per questo, il cantiere non è stato ancora consegnato. Il Comune ha già versato 1.051.386 euro più iva dei di 1.320.000 euro più iva a base d’appalto mentre la ditta ha comunque attivo un contenzioso con l’Aterp che gestisce i lavori. In tutto questo si “inseriscono” dieci famiglie senza la possibilità di una casa che hanno deciso di occupare il cantiere non ancora consegnato e prendere possesso di dieci appartamenti su venti. Una situazione molto simile a tante in giro per l’Italia, come i vari comitati “prendo casa” ed i successivi sgomberi da parte delle forze dell’ordine. Qui, però, le palazzine fanno ancora parte di un cantiere non ancora consegnato e la situazione appare delicata.
Nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale è intervenuta per ricordare le difficoltà che si sono succedute negli anni per l’effettiva costruzione di questa palazzine in quei terreni. Ora che la situazione è andata definendosi con appartamenti dotati di tutti i confort ecco che arriva l’occupazione dei “senza casa”. Il Comune ha già avviato, da parte sua, le procedure per “liberare gli alloggi occupati e far concludere definitivamente i lavori portando a conclusione un'altra delle tante incompiute ereditate dieci anni fa, proseguendo sulla strada dell'integrazione dei cittadini lametini di etnia Rom e nello sgombero del campo di Scordovillo”. Una procedura che, non è detto, potrebbe condurre allo sgombero di case popolari occupate anche a Lamezia.
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