Lamezia: il “Percorso Rosa” per la tutela di tutte le vittime di violenza

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Lamezia Terme – Un percorso di tutela delle fasce deboli dalla violenza psichica e psicologica: è il “Percorso Rosa”, o “Codice Rosa”, il progetto presentato in conferenza stampa presso la Sala Napolitano del Comune di Lamezia, il cui protocollo d’intesa è stato sottoscritto qualche settimana fa tra enti, istituzioni e associazioni. Nato nel 2009 dall’intuizione di un medico e di un magistrato di Grosseto che hanno deciso di unire le forze “per determinare regole comuni – ha spiegato la coordinatrice del tavolo tecnico del progetto, Elena Morano Cinque – per agevolare il percorso di tutela delle vittime e quello di punizione dei colpevoli”. Per questo, tra gli attori decisivi alla buona riuscita di questo percorso, ci sono i medici del pronto soccorso, quelli che, spesso, per primi soccorrono persone vittime di violenze. “Tutte le categorie più fragili – ha aggiunto la Morano Cinque – troveranno percorsi garanti di privacy e tutela con salette riservate con assistenza sociale e psicologica”.

“Il vero problema è il non detto” ha spiegato la dottoressa Caterina Ermio, come rappresentante dell’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) e anche del Centro Demetra “che per tre anni –ha specificato la Ermio – ha offerto un contributo alle donne vittime di violenza a Lamezia”, mentre secondo la dottoressa Renata Tropea del Pronto Soccorso del nosocomio lametino “un altro tassello aggiunto è stato quello di capire che le fragilità non riguardano solo le donne” e che “con questo Percorso Rosa arriva una diversa interpretazione dell’atto medico, con un nuovo volto, nuovi collegamenti e la necessaria formazione”. Se con la sigla del protocollo si è fatto un passo avanti per la lotta a tutti i generi di violenza, il dirigente del commissariato di Lamezia, Antonio Borelli, ha ricordato che il corpo di Polizia dal 1996 ha già attivato uno sportello per minori che, qui a Lamezia, è gestito da tre donne che hanno una linea diretta e costante con gli operatori. “Tante le segnalazioni aumentate negli anni – ha spiegato – e spesso queste segnalazioni nascono anche alla crisi economica che determina episodi di violenza dovuti all’esasperazione”.

Un fattore sicuramente positivo, per il dirigente Borelli, è l’aumento delle denunce, anche per il lavoro sinergico con gli altri operatori: “c’è grande sensibilità – ha aggiunto – da parte di questa Procura e di questo Tribunale”. Tribunale che, attraverso le parole del magistrato Rossella Prignani, ha rinnovato “il suo massimo impegno nell’attuazione del Protocollo”. In rappresentanza della direzione generale dell’Asp di Catanzaro, Antonio Montuoro ha ricordato come questo partecipare all’attuazione del progetto “sia un fatto eticamente rilevante”, così come la presidentessa del Comitato Unico di Garanzia dell’azienda sanitaria, Maria Pia Masciari, che si occupa proprio di tutti i tipi di discriminazione, in questo caso sul luogo di lavoro. Il lavoro sinergico, dato dalla firma del protocollo d’intesa, riguarda anche il Comune lametino, per il quale il sindaco Paolo Mascaro ha ricordato che “abbiamo l’obbligo di combattere le fragilità, ognuno a livello diverso. Bisogna pensare, però – ha concluso – anche alla tutela delle fragilità in maniera preventiva”.

C.S.

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