Lamezia, il racconto: "Mia madre malata oncologica e quelle file interminabili all'ospedale per colpa di anomale regole regionali"

ingresso-giovanni-paolo_bee22.jpg

Lamezia Terme - Con un reclamo ufficiale recapitato agli uffici dell'Asp e al reparto di Oncologia dell'ospedale di Lamezia, la signora Manuela ha voluto segnalare la situazione anomala che è stata costretta a vivere la madre malata oncologica all'ospedale di Lamezia

"Ieri mattina - racconta la donna - mia madre si è recata in ospedale per effettuare il prelievo di sangue programmato dall'oncologa prima di effettuare il successivo ciclo di chemioterapia, arrivata davanti la porta del reparto di oncologia con sorpresa è venuta a sapere che doveva ritornare all'ingresso principale per la misurazione della temperatura. Arrivata giù si è trovata una mole di gente circa 50 persone che attendevano il loro turno un po' dentro la struttura e un po' fuori in piedi sotto il sole. Quindi contro ogni rispetto delle norme anti covid che prevedono il non assembramento e il distanziamento. Non avendo la forza fisica di aspettare in quelle condizioni ha lamentato il disagio e ha preteso di avere il diritto di passare in maniera prioritaria senza che ciò fosse previsto".

A stretto giro è arrivata la risposta degli uffici dell'Asp, che hanno chiarito come sul punto non vi sia una responsabilità diretta dell'ospedale bensì una precisa indicazione della Regione: "Il check point - scrivono dall'Asp - in ingresso nell'ospedale è un atto dovuto per decreto regionale, da cui non possiamo esimerci è una regola ben nota ai cittadini, rispettata anche all'ingresso dei supermercati o altri luoghi aperti al pubblico in fase Covid. In ospedale si può accedere dall'ingresso principale o laterale , unici accessi consentiti, previa misurazione termica e sanificazioni mani. Dispiace per l'accaduto e per il disagio subito ma è necessario non derogare alla norma per educare alla rispetto della stessa. Forse è mancato l' avviso agli utenti ad opera dell'ambulatorio, oberato di lavoro oltre il possibile, che avrebbe potuto evitare il disguido a quanti non accedono dagli ingressi ufficiali e che non passano dai check point obbligatori e visibili all'ingresso. Nella circolare si dettano anche regole per l'accesso senza assembramenti: ovvero ci si reca ordinatamente seguendo un orario prossimo a quello previsto per la prestazione . Gli assembramenti non sono mai imputabili alla struttura sanitaria , che non hanno compiti di sorveglianza. L'assembramento è sempre causato dalla mancanza,da parte dei cittadini , del rispetto per le distanze e le tempistiche di arrivo".

Fin qui, dunque, le ragioni dell'Asp che - però - solo in parte leniscono la situazione. "Capisco - prosegue la donna - che vi siano delle regole ma risultano alquanto incomprensibili quando si tratta di malati oncologici e cronici, che per logica non dovrebbero vivere ulteriori condizioni di disagio e di promiscuità. Purtroppo non è la prima volta in cui ci imbattiamo in disagi importanti, legati tutti a una cattiva organizzazione di un ospedale che a mio avviso per l'esperienza avuta è pieno di medici e personale sanitario altamente competente e umano e che riuscirebbe a lavorare ancora meglio e con maggiore serenità se l'organizzazione e la definizione delle regole fossero più attente alle esigenze del malato. Spero, attraverso il mio racconto, di poter dare un contributo migliorativo e un presidio sanitario che, nel nostro vissuto, è carico di professionalità e per noi lametini rappresenta un prezioso punto di riferimento".

© RIPRODUZIONE RISERVATA