Lamezia, inaugurata opera in ricordo dell’Agente di Polizia Paolo Diano

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Lamezia Terme - Si chiama “Vibrazione Animica”, l’opera inaugurata questa mattina che l’artista lametino Raffaele Mazza ha donato al Comune di Lamezia in ricordo di Paolo Diano, giovane poliziotto lametino scomparso all’età di 24 anni mentre era in servizio a Bologna. A scoprire l’opera, collocata nell'area delle aiuole antistanti l'ingresso del palazzo comunale di via Senatore Arturo Perugini, c’erano i familiari di Paolo Diano, il sindaco Paolo Mascaro, il Prefetto Luisa Latella, il procuratore Luigi Maffia, il Vescovo Luigi Cantafora, rappresentanti delle forze dell'ordine, autorità civili e militari. Tutte le istituzioni unite, per ricordare, Paolo Diano, un giovane di 24 anni che ha perso la vita nel compiere il suo dovere. “Una persona mite e molto generosa”, lo ricorda un’agente di Polizia raccontando ai presenti chi era Paolo Diano.

Sul perché l’opera sia stata allocata proprio all’ingresso della casa comunale, interviene il sindaco Mascaro: “Si è voluto ricordare un eroe silenzioso della nostra città in punto strategico per Lamezia” come è, appunto, il Comune, luogo che rappresenta tutti i cittadini. L’opera, inoltre, è situata in una delle arterie principali della città, visibile da chiunque passi da quella via. “Questo è un momento importante per Lamezia, di ricordo, di riflessione e di esaltazione della generosità” continua il Sindaco, un modo per ricordare “simbolicamente che le istituzioni possono contribuire allo sviluppo di questa città se riescono a essere sinergicamente presenti”. Un modo per omaggiare tutte le forze che operano silenziosamente, talvolta sacrificando la vita. “Ho visto tante vittime del senso del dovere in questa città”, prosegue Mascaro sottolineando quanto è importante che una comunità “non chiuda mai gli occhi”. Nel ricordo, una persona diventa immortale. Parla di “immortalità del ricordo” Paolo Mascaro ribadendo che “questa terra oggi vuole tramette questo ricordo alle future generazioni che passando da questa strada potranno ammirare l’opera in memoria di Paolo Diano con la certezza di un futuro migliore grazie a tanti che con la loro vita hanno consentito che i nostri figli potessero vivere bene”.

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Ringrazia poi l’artista Raffaele Mazza, nonché genero di Paolo Diano che con la sua opera ha permesso di ricordare come tanti lavorino e operino nell’ombra e che la comunità deve ricordare: “Con questo messaggio vive ed è presente Paolo” conclude il Sindaco nel lasciare la parola al Prefetto Latella. “In un anno e mezzo sono stata diverse volte qui a Lamezia per commemorare delle lapidi che non sono segni di lutto ma di speranza, di memoria e di insegnamento che ci danno la forza di continuare e resistere a tutto quello che è negativo. Sono segni della nostra storia non solo negativa e davanti al Comune, quest’opera, ha un doppio valore: ricordare un cittadino morto espletando il suo dovere che deve ispirare anche tutti quelli che lavorano qui”.

Il vescovo Cantafora nel suo intervento parla di “eroi che molte volte sono dimenticati”. Rivolgendosi a quella che chiama “gioventù sbadata e chiassosa”, evidenzia come quest’opera, per quello che rappresenta, possa tramettere anche ai più giovani valori importanti, grazie al ricordo della figura di Paolo. Non manca, nel corso del suo discorso, un accenno all’incendio dei container del ‘Villaggio della carità’, “non c’è bene comune senza la solidarietà” conclude.

A concludere la cerimonia di inaugurazione, Serena Paola Mazza, che, a nome della famiglia Diano, ringrazia le autorità religiose, militari, civili e tutti i presenti: “la vostra partecipazione è chiaro segno di genuina vicinanza a chi ha dato la vita per lo Stato, infatti, dopo 35 anni dalla tragica scomparsa, finalmente viene dato un giusto riconoscimento all’Agente di pubblica Sicurezza Paolo Diano”.

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L’opera “Vibrazione Animica”

Il monumento, ideato, realizzato e donato al Comune dal maestro Raffaele Mazza, in onore di suo suocero, spiega Serena Paola Mazza a nome della famiglia Diano “nasce con la volontà di rappresentare, potendo solo lontanamente immaginare, gli ultimi istanti della vita di Paolo Diano, da ciò prende il titolo l’opera: ‘Vibrazione Animica’”.

“La separazione dell’anima dal corpo, raffigurata come spirito astratto disforme, che in quell’istante, non abita più questo mondo, ma neanche l’eternità. Partendo proprio dai brillanti, che con il loro scintillio raffigurano la vibrazione, per poi arrivare al cristallo, scelto per la sua peculiarità, di essere trasparente, pulito, quindi puro, entrambi installati sulla lastra di marmo bianco di Carrara, è raffigurata la sostanza animica, nell’atto in cui cessa di vibrare per prendere forma e per questo, la scelta nel rappresentarla con un elemento diverso, che tende, per certi versi, a fuoriuscire dalla lastra di marmo, a liberarsi dalla materia… dal ‘piatto’. Guardando il personaggio in basso sulla destra si nota come nella sua disperazione della sua debolezza terrena l’uomo cerca di tenere, contrastando con forza, fino alla fine, l’energia vitale legata alla sua ‘ragione corporea’, da qui, ne scaturisce un grande senso di angoscia, che predomina l’anima al momento di staccarsi definitivamente dalla ‘materia’, un legame straziante al ‘terreno’ e quindi ai valori affettivi più cari, come per l’appunto Paolo. Un angelo l'accoglie tra le braccia, simbolo di rassicurazione dal momento che il tempo nell'abitare la materia è terminato ed è iniziato il tempo di abitare l'Eterno".

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La storia di Paolo Diano

Partito da Lamezia, un giovanissimo Paolo Diano, scelse di arruolarsi nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza dello Stato (ora Polizia di Stato) e, dopo un periodo in servizio in Friuli (post terremoto) venne mandato a prestare servizio a Bologna senza dimenticare mai l’attaccamento alla sua terra d’origine. Paolo Diano e un suo collega, durante un turno, notarono un’auto sospetta. A seguito dell’inseguimento e dopo il fermo dell’autovettura, i poliziotti passarono ai controlli del caso. In quel frangente, Paolo, che si trovava in piedi accanto alla volante, fu travolto da un furgone che sopraggiungeva. Era il 20 luglio 1981, Paolo aveva 24 anni, quando fu ferito gravemente in servizio. Seguirono 20 giorni di agonia. Paolo, sposato da appena 8 mesi, lasciò la giovane moglie, incinta di 3 mesi, della sua unica figlia che porta il suo nome e fa il suo stesso lavoro, Paola.

Ramona Villella

 

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