Inaugurazione anno giudiziario a Lamezia, Introcaso: "Pesano carenze organico"

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Lamezia Terme - Per il secondo anno consecutivo l'aula Bunker di Lamezia ospita la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte d'Appello di Catanzaro. Così come stabilito dal presidente Domenico Introcaso, che ha convocato l’assemblea generale della Corte in forma pubblica e solenne, si è svolta a Lamezia la solenne cerimonia. Il Presidente ha scelto Lamezia, considerata l’adeguatezza della struttura per far fronte alle norme di sicurezza vista la capienza dell’aula e la distanza di più di un metro delle postazioni fisse, aula, servita, inoltre, di plurimi e autonomi accessi.  "L'ultimo anno è stato segnato, ancora una volta, dal fenomeno pandemico e dalle ulteriori criticità verificatesi nel corpo della magistratura, nazionale e distrettuale". Così il presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Distretto catanzarese che si è tenuta nell'aula bunker di Lamezia Terme. Presenti alla cerimonia gli alti vertici di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, della Chiesa, la vicepresidente della giunta regionale Giusi Princi, il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni, il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro. Tra i relatori Antonio D'Amato del Csm, Roberto Tartaglia del Ministero della Giustizia, il procuratore generale Giuseppe Lucantonio e il presidente dell'ordine degli avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico. Presente anche il procuratore capo della Repubblica, Nicola Gratteri e il procuratore di Lamezia, Salvatore Curcio. La cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario si è aperta con la relazione del presidente Intorcaso che ha individuato nella pandemia tutt'ora in corso e nella carenza di organico negli uffici giudiziari, gli eventi che hanno segnato in materia determinate il passato anno giudiziario. 

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"Su tale ultimo aspetto (quello della carenza di organico, ndr) - ha rilvato Introcaso - l'onda lunga della crisi continua a disegnare uno scenario di incertezza nell'opinione pubblica, presso la quale l'indice di fiducia in noi magistrati è ridotto al minimo storico, al 30%. Scenario in cui si inseriscono le censure del giudice amministrativo alle nomine del Csm. Ma le analisi anche interne - ha poi aggiunto Intorcaso -sono parziali e fuorvianti in quanto indirizzate alla soggettivizzazione dei fenomeni, tali da non spiegare le dinamiche di essi. Ritengo che ricondurre gli eventi che hanno interessato il corpus magistratuale a questione etica sia riduttivo. Le decisioni fuori dalle sedi istituzionali e con l'esclusione dei soggetti, laici e magistrati, deputati ad assumerle, comportano un deficit inammissibile di democrazia in quanto curvano il potere democratico di scelta del Cms a logiche di lobby. In tale ambito di distorsione dei poteri, correlata ad appartenenza, si inserisce - ha affermato ancora il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - la corruzione del procedimento elettorale e del consenso, sempre meno ideale e ideologico ma orientato prevalentemente a logiche di convenienza il più delle volte carrieristica. Il contesto accennato delinea dunque non solo e non tanto una questione morale ma una questione di democrazia che in troppi - prima di tutto i magistrati vogliono mettere superficialmente in secondo piano, e sulla bisogna intervenire con la modifica della legge elettorale del Csm".

Gli effetti della pandemia

Per Introcaso, inoltre, "la pandemia ha minato la certezza come elemento fondamentale del pensiero occidentale, negando ogni facoltà di previsione e progettualità del futuro. In tale generale contesto mi piace ancora una volta ricordare che il nostro impegno, il nostro iusdicere è stato caratterizzato dall'applicazione delle regole e della legge ordinaria nell'emergenza. Non si e' dato luogo a un diritto materiale dell'emergenza, tale da incidere sulle libertà dei cittadini e sui diritti e obblighi, anche nuovi, creati dalla legislazione adottata nell'emergenza, in una prospettiva secondo alcuni di un diritto 'iperbolico', di iperproduzione di doveri e diritti. Ebbene - ha spiegato il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - il distretto di Catanzaro ha risposto con l'esercizio della giurisdizione nell'emergenza dando in primo luogo risposte alla domanda di giustizia, in modo che gli indici onorari di riferimento e classificazione europea sono risultati positivi in situazione unica in Italia".

Ridotto l'arretrato

Secondo quanto si legge nella relazione del presidente Intorcaso "il distretto - Corte di appello e tribunali - ha considerevolmente abbattuto l'arretrato, eliminando le sopravvenienze con riduzione dei tempi, così da determinare, per la Corte, indici di primazia nazionale secondo tutti i parametri declinati". "In particolare - aggiunge Introcaso - la Corte di appello civile presenta un clearance rate superiore all'unità nel triennio 2017-2019, che si riduce poco sotto l'unità nel 2020, con conseguente lieve incremento delle pendenze finali. La durata media, anche se tende ad aumentare, è inferiore al dato nazionale sia nel 2019 che nel 2020. Anche la percentuale di arretrato civile è minore del dato medio nazionale sia nel 2019 sia nel 2020. La valutazione favorevole si estende all'anno 2021. I tribunali del Distretto riportano valori del clearance rate positivi, con l'eccezione nel 2020 di due uffici. Il disposition time - rileva l'alto magistrato - risulta decisamente superiore al dato medio nazionale, tranne per i tribunali di Cosenza e Crotone. Entrambe queste due sedi, al contrario di altri tribunali, presentano anche una quota di arretrato inferiore alla media". Per Introcaso "in ambito penale la Corte d'appello mostra dei risultati migliori rispetto al dato nazionale, sia per il clearance rate sia per il disposition time. Nel Distretto molti tribunali sembrano in sofferenza. Eccezione costituiscono i tribunali di Castrovillari Crotone e Vibo Valentia che nel 2020 evidenziano clearance rate superiori al valore nazionale e durate inferiori. Il trend, malgrado l'incidenza negativa del fenomeno pandemico, si e' mantenuto stabile nel primo semestre 2021".

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“Criticità dovute alle croniche e gravi scoperture d'organico”

"Nel settore penale le criticità sono addebitabili, in prevalenza, alle croniche e gravi scoperture di organico. A evidenziarlo e' sempre il presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Distretto catanzarese. "Attualmente - spiega Introcaso - la Corte soffre di una scopertura del 25% dei consiglieri, accentuata da un'applicazione extradistrettuale prorogata e da un indice di alternanza del giudici del 42%. Inoltre negli ultimi anni e' aumentato in maniera esponenziale ed e' sempre crescente il numero di maxi processi di criminalita' organizzata, di trattazione urgente e prioritaria, con impegno di tutti i consiglieri in numerose udienze, di lunga durata spesso anche per la necessita' di riaprire le attivita' istruttorie, con conseguente ripercussione di tale maggiore carico di lavoro - conclude il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - sulla fissazione e definizione dei processi ordinari".

Criminalità organizzata e pandemia

"La crisi e le prime provvidenze economiche, di soccorso, hanno innescato il fenomeno criminogenetico proprio delle organizzazioni 'ndranghetiste". I cosiddetti maxi processi, in misura assolutamente prevalente di criminalità organizzata, costituiscono - sottolinea Introcaso - il riflesso processuale delle attività di 'ndrangheta e delle articolazioni territoriali indicate come locali a diffusione capillare, fondate su nuclei familiari allargati da matrimoni, cosiddetti 'comparaggi' in una commistione di elementi comuni: crimine, impresa, rapporti di sangue. Da qui la subcultura della famiglia intesa come espressione personale, lavorativa, criminale. Articolazioni non piu' locali ma in proiezione nazionale. Pare utile ricordare - prosegue il presidente della Corte d'appello catanzarese - che le locali di 'ndrangheta in giudiziale accertamento sono 18 nella provincia di Vibo Valentia, 16 in quella di Catanzaro, 13 a Crotone, 14 nella provincia di Cosenza. Sono di giudiziale accertamento le locali del Nord ovest d'Italia, di proiezione distrettuale, in numero di 45. Dunque, l'esportazione del crimine in zone del centro e del Nord Italia ormai assoggettate alle modalita' 'ndranghetiste di gestione di interi settori dell'economia, della finanza, dell'industria. Il fenomeno origina dalla crisi del mercato del doppio trattato di Maastricht, che ha determinato la 'rottura' del sistema economico. Evento traumatico che si realizza, in misura ancora piu' radicale, con la pandemia, che sconvolge l'organizzazione economico sociale e crea gravissime paralisi nella produzione e nei mercati determinando fenomeni mai riscontrati nell'economia mondiale progredita. In siffatte dinamiche si inseriscono i poderosi interventi conseguenti all'attuazione del Pnrr e alle correlate enormi provvidenze economiche".

“'Ndrangheta favorita dalla crisi”

Secondo Introcaso "è di primo, giudiziale accertamento l'inserimento della criminalità nell'impresa. La pandemia ha paralizzato le attività, sottratto risorse. Siffatte emergenze globali hanno determinato crisi gravissime nelle imprese commerciali e segnatamente nelle piccole e medie imprese. La crisi e le prime provvidenze economiche, di soccorso, hanno innescato il fenomeno criminogenetico proprio delle organizzazioni 'ndranghetiste. Diffuse su tutti i territori, gestite con spiccato carattere imprenditoriale, inserite nel tessuto sociale delle imprese in crisi e soprattutto con disponibilità economiche da reimpiegare in modo da affrancarle dalla genesi illecita e curvarle a fini leciti. Le aggregazioni 'ndranghetiste - rimarca il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - nascono e si pongono in una logica di soccorso e in surroga alle istituzioni nel senso che ausiliano l'impresa in difficoltà attraverso la leva del finanziamento e la gestione, attuata con il ricorso al lavoro nero in evasione contributiva, allo smaltimento illecito dei rifiuti. La corruzione del tessuto imprenditoriale non e' solo endogena, ma incide anche sull'acquisizione delle provvidenze statali di supporto e finanziamento della crisi. E il cerchio - conclude Introcaso - si chiude, cosi' da corrompere la struttura dell'impresa, la funzionalità di essa, e l'acquisizione delle provvidenze a essa destinate".

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“La 'ndrangheta continua ad eleggere i suoi affiliati”

"Il consenso non e' ormai cercato ma esercitato direttamente dalle organizzazioni criminali che esprimono la tendenza, consolidata in molte aree, ad eleggere propri intranei". Per Introcaso "ulteriore immediata conseguenza" della pervasività della 'ndrangheta "è la corruzione del procedimento elettorale, di formazione del consenso, di raccolta di esso. Anche in tale attività si manifesta la capacità dinamica delle associazioni di 'ndrangheta che si inseriscono in un contesto di riorganizzazione dello Stato mediante creazione di organismi politici e amministrativi intermedi, tali da delineare una potesta' diffusa nel territori (si pensi alla centralità dei sindaci, eletti direttamente), titolari, per natura e funzione, di discrezionalità immediata sull'andamento generale dell'amministrazione. Il consenso - rileva il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - non e' ormai cercato, ma esercitato direttamente dalle organizzazioni criminali che esprimono la tendenza, consolidata in molte aree, ad eleggere propri intranei. Da qui lo scioglimento degli enti locali, le dichiarazioni di incandidabilità gravanti su tutti i tribunali del Distretto".

In un anno 1.900 udienze Dda

I processi penali iscritti per associazione mafiosa "sono stati 67 a modello 21 e 10 procedimenti a modello 44", con un aumento dei procedimenti per spaccio di droga, pari a 93 rispetto a 33 procedimenti nell'anno precedente. Il dato emerge dalla relazione del presidente Introcaso. "La conseguenza organizzativa-giurisdizionale - prosegue Introcaso - si individua nella celebrazione, nel periodo di interesse 1 luglio 2020-30 giugno 2021, di 1.153 udienze di Dda in primo grado e oltre 300 in Corte d'appello, per un numero complessivo di circa 1.900 udienze. In tale contesto di riferimento si inserisce la ricognizione dell'intervento giudiziale, con la ricostruzione effettuata tenendo conto della relazione territorio/processo. Il risultato - conclude il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - e' una singolare geografia criminale, espressa per cosche, locali, secondo riferimento territoriale e processi penali riguardanti soggetti e territori. L'esame di questo 'catasto' non e' sterile o meramente ricognitivo, ma costituisce - ha precisato - lo scenario territoriale di intervento della magistratura e le modalità con cui il crimine è represso nel Distretto".

Risarcimenti per ingiuste detenzioni, liquidati 2 milioni di euro

"Nell'anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l'anno 2000 e l'anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto. L'attivita' della magistratura - riferisce Introcaso - è oggetto di evidenzia mediatica quotidiana in singolare schema di adesione assoluta o di contestazione radicale, egualmente criticabili perché entrambe orientate alla soggettivazione delle inchieste e alla ricostruzione dei fatti e delle responsabilità secondo semplificazioni alimentate dal luogo comune, alla ricerca di responsabilità continue e sostanzialmente elusive dei problemi reali. Vengono in mente i risarcimenti da ingiusta detenzione disposti dalla Corte, inseriti in un cono di luce spazio-temporale assolutamente incongruo e legato alla camera dell'eco. Offro alla vostra attenzione - prosegue il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - un dato sintetico: nell'anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l'anno 2000 e l'anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto, salvo due rientranti nell'anno 2016 e 2017 (Gip Castrovillari) e altro del 2017 (Gip Catanzaro)".

Introcaso si congeda dopo 43 anni

“Con il sollievo della mia ultima volta dopo un percorso di 43 anni di toga, a nome anche dei 312 magistrati del Distretto, esprimo la fiducia nella giurisdizione e mi rendo interprete della volontà e dell’impegno dei colleghi a esercitarla con umiltà, consapevolezza e orgoglio di appartenenza”. Così il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, ha concluso  la sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese.

Pg Catanzaro Lucantonio: "Fondamentale coprire organici"

"È comico che le sezioni di polizia giudiziaria delle Procure della Repubblica del Distretto, già sottodimensionate rispetto alla media nazionale, siano quasi per la metà sguarnite e che nessuno ponga rimedio a questa problematica. È ancora più significativo poi che una serie di vuoti nel personale amministrativo vengano colmati altrove e solo poi qui. È vero che noi siamo il profondo Sud e che Cristo si è fermato ad Eboli, ma è anche vero che qui è stato versato il sangue di magistrati, poliziotti, funzionari dello Stato, avvocati e anche di altri che hanno fatto il loro dovere non nel proprio interesse ma nell'interesse di qualcuno altro che dovrebbe essere lo Stato, che questo se lo deve ricordare sempre e non ogni tanto, quando c'è la passeggiata da cerimonia". Il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, si è insediato lo scorso 29 novembre ed oggi ha relazionato per la prima volta in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Lucantonio si é rivolto in più occasioni a Roberto Tartaglia, delegato del Ministro della Giustizia, sottolineando "lo stato di abbandono da parte dello Stato in cui versa la Calabria". Il Pg, riferendosi al lavoro del personale amministrativo ha parlato delle "carenze" che sta rilevando a Catanzaro, "una città - ha detto - in cui non c'è un servizio pubblico per portare persone al lavoro e dove sono anni che alcuni uffici giudiziari non hanno un posto auto. Bisogna venire a piedi a lavorare e fare la processione".

Bruno Mirante

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