Lamezia, incontro a 360 gradi sul sistema aeroportuale della Calabria tra problematiche e soluzioni

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Lamezia Terme - Il sistema aeroportuale della Calabria è sotto la lente d’ingrandimento del coordinamento regionale de “La Nuova Frontiera di Liberi e Forti”. Il convegno, che analizza l’apparato degli aeroporti regionali, presieduto da Pino Campisi, presidente regionale de La Nuova Frontiera di Liberi e Forti, si è svolto nella sala del Seminario Vescovile ed ha affrontato l’argomento non solo parlando di mobilità. Il dibattito è diventato un confronto a 360 gradi per discutere delle problematiche ed eventuali soluzioni per lo sviluppo socio-economico della regione che passa anche attraverso l’efficienza dei sistemi di trasporto pubblico. Sono numerose le questioni affrontate, tutte molto spinose e non di semplice soluzione. La Calabria ha tre scali aeroportuali: Lamezia, Crotone e Reggio Calabria; di questi, solamente l’aeroporto di Lamezia Terme lavora a regime con una portata di tre milioni di passeggeri all’anno e 48 destinazioni raggiungibili. Gli altri due rischiano invece la chiusura. La Sacal è l’attuale società che gestisce i tre aeroporti calabresi. In uno scenario come questo, nel quale investire su uno scalo non significa necessariamente e non deve significare l’esclusione degli altri due, ci si domanda quali siano le strategie per ottimizzare il flusso di passeggeri potenziando di conseguenza l’offerta turistica del territorio. In una lunga disamina, Antonio Palmieri, già dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, afferma che non si può prescindere da un adeguamento strutturale, tecnologico e di accessibilità, nonché da mirate strategie di marketing per il sistema aeroportuale di tutta la regione. Il tutto deve passare per una gestione unica e trasparente che superando i localismi ha il dovere di fare sistema per promuovere un’interazione costruttiva, non concorrenziale dei tre poli aeroportuali.

Anche Lorena Calvo, presidente dell’associazione Crotone vuole Volare concorda: “i tre aeroporti non possono avere una gestione concorrenziale” e spiega poi le ragioni della necessità di optare per una strategia complementare, perché l’aeroporto Sant’Anna risulta indispensabile: “Crotone non è così vicina a Lamezia. Per raggiungere l’aeroporto ci si impiega circa un’ora e cinquanta minuti percorrendo la statale 106 che è chiamata la strada della morte. Ci troviamo in un territorio isolato dalle vie di comunicazione principali. Assicurare la mobilità ai cittadini è un diritto costituzionale. Bisogna muoverci su un fronte comune per accompagnare le scelte di Sacal e consigliare le politiche più adatte di gestione.”

L’avvocato Amedeo Colacino del circolo Liberi e Forti di Lamezia Terme si domanda se non sia più semplice puntare solo sull’aeroporto centrale, potenziando piuttosto il trasporto a terra vista la breve distanza tra le città di Reggio e Crotone con Lamezia. E poi ancora se i soldi dell’addizionale aeroportuale che ammontano a 4,50 a passeggero, amministrati attualmente dal ministero, possano essere gestiti direttamente dai comuni per investire magari su una più ampia offerta attrattiva.

Si discosta dagli altri l’intervento di Domenico Gattuso, docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il quale, dati alla mano, spiega che il numero degli aeroporti attivi non può dipendere dal numero di abitanti di un territorio e porta l’esempio di Creta, della Corsica, della Sardegna. In Calabria i tre aeroporti possono coesistere. L’esistenza di più scali, in un territorio a bassa densità demografica, non può dipendere dal solo traffico locale, deve scaturire dalla percentuale di un’utenza turistica consistente che non può però essere delimitata alla concentrazione di passeggeri nei soli due mesi estivi, come accade in Calabria.

“Sono sfavorevole alla gestione unica. Sarebbe preferibile avere tre gestioni differenti, perché in questo caso, la competizione è importante”. - Poi, a proposito della Sacal: “La gestione del sistema aeroportuale presenta delle ombre, il piano aziendale è segretato, il management è di bassa caratura”. Infine perora la causa dell’aeroporto di Reggio Calabria. Il suo funzionamento, ad oggi, è legato a doppio filo al tracollo di Alitalia: la compagnia di bandiera è, infatti, l’unica titolare delle due tratte ancora esistenti. Schiacciato completamente dall’esistenza del vicino aeroporto di Catania, che in due anni e mezzo ha triplicato il suo traffico aereo, non decolla, appunto anche per la mancata continuità territoriale con la vicinissima città di Messina: per traghettare in automobile e usufruire dei servizi aeroportuali si deve ancora corrispondere la cifra di 40 euro anche per i residenti.

Dora Coscarelli

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