Lamezia, incontro al Tribunale con gli studenti su bullismo e pericoli della rete: “Non vergognatevi di parlarne”

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Lamezia Terme – L’episodio più recente è di questa mattina: un ragazzino di 12 anni, stanco di subire atti di bullismo, ha tentato di darsi fuoco in una scuola di Palermo, ma gli insegnanti e i compagni sono riusciti a bloccarlo in tempo. Questa, come tante altre, sono vicende ormai all’ordine del giorno che hanno reso tale problematica una vera e propria emergenza sociale. La legge 71 del 2017 in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo è stata oggetto di un convegno organizzato questo pomeriggio al Tribunale di Lamezia dall’Ordine degli avvocati e dallo sportello pari opportunità. Ospiti d’onore dell’evento, coordinato da Mara Larussa, gli studenti del terzo e quarto anno del liceo classico-artistico "Francesco Fiorentino" diretto da Nicolantonio Cutuli.

I pericoli della rete connessi al bullismo e al cyberbullismo, sono stati al centro di un dibattito su un fenomeno sempre più dilagante, per prevenire il quale si è chiesta la collaborazione massima degli studenti e dei dirigenti, essendo la scuola, dopo la famiglia, luogo principale d’aggregazione. I saluti sono stati affidati all’avvocato Antonello Bevilacqua, Presidente del Consiglio dell’Ordine, a Chiara Ermini, CPO del Consiglio giudiziario ,e ad Angela Davoli, presidente del Comitato pari opportunità di Lamezia.

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“Abbiamo voluto aprire questo spazio – ha affermato la Davoli – perché su questi argomenti abbiamo una responsabilità molto forte. Come comitato ci muoviamo nell’ambito della prevenzione, usciamo anche dalla aule di Tribunale e dialoghiamo con le scuole e le famiglie. Quella di cui discutiamo oggi – ha poi precisato – è una legge che presenta molte criticità e dalla quale ci si aspettava di più, in quanto non ha previsto il cyberbullismo come un vero e proprio reato”.

“Per sensibilizzare e prevenire il fenomeno – ha aggiunto invece il Sostituto Procuratore del Tribunale minorile di Catanzaro Michele Sessa – si è proceduto con una campagna da 50mila euro che è stata sicuramente insufficiente”. Rivolgendosi ai ragazzi presenti, Sessa ha poi evidenziato come sia essenziale un costante dialogo con alunni, professori e genitori. “Occorre prima di tutto il dialogo, perché spesso, se per alcuni un episodio può semplicemente rappresentare uno scherzo, per altri può essere percepito come un’offesa alla propria intimità. Chi bullizza deve mettersi nei panni della vittima e solo allora capirà cosa significa”.

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Un monito ai ragazzi è stato lanciato anche da Maria Clausi (GOT della sezione penale del tribunale di Catanzaro) e autrice di “L’escluso”, libro incentrato proprio sul bullismo. “Rispetto al passato – ha sottolineato la dottoressa Clausi – non si parla più di un fenomeno privato, ma di un vero e proprio fenomeno sociale sul quale bisogna fare opera culturale". A concludere i lavori, il dirigente del liceo classico Fiorentino Nicolantonio Cutuli ,che ha proposto di fare rete tra le scuole per sopperire alle carenze legislative, e il primo dirigente del commissariato di Polizia di Lamezia, Marco Chiacchiera.

“Se siete le vittime, non vergognatevi di parlarne – ha concluso – con i vostri genitori, con i professori, anche con le forze dell’ordine. In una prima fase non serve la denuncia, ma è din fondamentale metterci al corrente per poter prevenire questi fenomeni”.

A.R.

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