Lamezia, l'odissea di un giovane positivo al Covid: "Chiuso in casa senza nessuna risposta e con cataste di rifiuti"

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Lamezia Terme - Ancora denunce a causa dei disagi subiti da persone positive al Covid. A raccontare al Lametino.it le attese, le mancate risposte, i ritardi nelle comunicazioni e finanche i ritardi relativi alla raccolta dei rifiuti, è un giovane di Lamezia, G. M. che evidenzia: "Ho scoperto la mia positività al Covid il 7 di aprile. La mia quarantena non iniziava mai. I miei tamponi non erano mai in lista anche se ero prenotato tramite la procedura del mio dottore. Ogni giorno chiamavo all'Asp dove però non rispondeva nessuno. Quando lo facevano, trasferivano la mia chiamata in tutti gli uffici fuorché quello dei tamponi".

E poi che è successo?

"Mi chiamano giorno 16 dopo una settimana e mi fanno il tampone. Per il risultato anche qui, giorni e giorni di attesa. Intanto i miei genitori sono costretti a fare la quarantena senza che io ottenessi una risposta perché siamo una famiglia cosciente. La mia famiglia, nonostante la mia positività, non è stata contattata da nessuno per sottoporsi a tampone. Tuttavia, siamo rimasti dentro senza uscire. E loro hanno fatto tamponi privatamente spendendo un sacco di soldi".

In seguito però qualcuno la chiama...

"Sì. Accade che mio cognato risulta positivo e mi cercano per sapere dei contatti stretti avuti da mio cognato. E la mia quarantena così parte non da quando avevo scoperto, già da oltre una settimana la mia positività, ma da quando mio cognato è risultato positivo. Ho comunicato che io ero già chiuso in casa da giorni. Gli ho detto di aver già fatto il tampone ma nessuno ancora mi aveva contattato. Ho fatto notare che erano passati 12 giorni sia per me che per la mia famiglia senza avere notizie. Per non parlare poi della raccolta dei rifiuti. Anche qui, nessuno passava. Abbiamo avuto cataste di spazzatura senza che nessuno venisse a ritirarla".

Ora per fortuna tutto è passato. Cosa lascia questa esperienza?

"Un'esperienza decisamente negativa. La cosa che mi ha dato fastidio, le risposte di alcuni medici che mi hanno detto: Ah! Siete stati bravi a non uscire comunque la quarantena l'avete fatta. Ecco, io credo che un medico non può dire questo. Sì, siamo stati bravi noi perché, ripeto, coscienziosi. Ma se invece uscivamo potevano infettare tutti perché chi è preposto a fare il suo lavoro non lo fa bene. E questo non è tollerabile".

A. C.

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