Lamezia, la denuncia di un genitore: “Continui rinvii al piano riabilitativo di mio figlio”, Asp: “Mai negata alcuna prestazione”

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Lamezia Terme – Arriva da un genitore di un bambino, nato con gravi problematiche di salute, una lettera in cui denuncia i continui rinvii al piano riabilitativo di suo figlio da parte dell’ospedale di Lamezia. Da parte sua, l’Asp replica affermando di non aver mai negato alcuna prestazione e di non aver rinviato alcun piano riabilitativo del bambino. 

La lettera: “Per la terapia riabilitativa di mio figlio la risposta è stata deve aspettare

“Nel novembre del 2016 – scrive il genitore - sono diventato papà di un bimbo il quale è nato con gravi problematiche di salute. Evito di raccontare il cambiamento radicale della qualità della vita mia e di mia moglie, ma per un figlio si rinuncia a tutto. Premetto che mio figlio è in carico per somministrazione terapie etc, all’ospedale di Lamezia Terme dal 12.12.16”.

“Dopo un percorso – prosegue - per la sua stessa stabilizzazione in vari ospedali Calabresi e non, io e mia moglie ci siamo rivolti alla struttura sanitaria del Policlinico Universitario G. Martino UOC di Neuropsichiatria Infantile di Messina. Quest’ultima, dopo aver preso in carico il piccolo, ha prescritto il piano terapeutico, indicando di “avviare terapia riabilitativa di psicomotricità 3 volte alla settimana e logopedia una volta alla settimana” rinviando il controllo al 25.5.18. Mi recavo tempestivamente all’ospedale di Lamezia per prenotare quanto prescrittomi. Allo sportello – scrive - mi veniva riferito che non vi era disponibilità immediata per la riabilitazione psicomotrice”. 

“Lo sconforto – scrive - è che non vi era neanche la possibilità di sapere quando ci fosse stata un eventuale presa in carico del piccolo e la risposta è stata “deve aspettare!”. Il 25.5 mi recavo al controllo a Messina e la dottoressa che ha in cura nostro figlio si raccomandava di iniziare la prenominata terapia”.

“Al lunedì successivo, - prosegue - con tanta pazienza, mi recavo nuovamente all’ospedale di Lamezia per insistere o comunque per richiedere eventualmente una soluzione alternativa a questa inefficienza del servizio sanitario Lametino”.

“Pur avendo spiegato l’importanza di tale terapia all’incaricata, la risposta è stata “deve aspettare!”. In ultimo, il giorno 6.7. la dottoressa che ha in cura il piccolo, indicava di iniziare “tempestivamente e di implementare la frequenza di entrambi i percorsi terapeutici, riferendo che “in questa fase di crescita sono trattamenti indispensabili e le migliorie si dovevano già vedere”. In data 9.7. – continua - mi sono recato all’ospedale di Lamezia per sentirmi nuovamente “rimbalzare” da una addetta del personale, diversa dalla precedente, con la solita frase “deve aspettare!” aggiungendo che “il personale abilitato sarebbe andato in ferie!”.  

“Io posso aspettare, - scrive - ma ad un bimbo con gravi problematiche di soli 20 mesi, nel pieno sviluppo cognitivo e motorio, come può essergli spiegato che “deve aspettare”? Che cosa deve attendere? Che differenza c’è tra un bambino di Bologna, uno di Messina ed uno di Lamezia?”. 

“Scrivo queste poche righe perché confido che si possa trovare una soluzione per nostro figlio e non solo, ma per tutti quei bambini e genitori che hanno queste problematiche e devono affrontare serenamente i percorsi riabilitativi”. 

Asp: “Nessun rinvio per il piano riabilitativo del piccolo paziente”

A questa denuncia, mossa dal genitore del bambino, risponde il direttore del Servizio di Riabilitazione dell'U.O. Dipartimentale Fragilità e Cure Intermedie, Giovanni Ferraro, affermando: “Il bambino è in terapia dal 2016, ad un mese dalla nascita e il suo percorso terapeutico non è stato mai interrotto ed è sempre stato garantito ed effettuato nel migliore dei modi, secondo le indicazioni che pervenivano dall' U.O. di Bologna prima e Messina dopo”. 

“La valutazione - prosegue - in merito ai tempi di modifica o aggiornamento del piano terapeutico spettano allo specialista. Non è mai stata negata alcuna prestazione e anche di recente, l'operatore che ha in cura il bambino, per andare incontro alle richieste dei genitori, lo ha preso in "carico" senza nessuna formalità burocratica”. 

“La politica del servizio – scrive - è quella di “andare oltre il servizio” in una condivisione del “disagio”. “Ogni giorno – conclude Ferraro - viene svolto da tutti gli operatori il proprio lavoro, con spirito di servizio ed abnegazione, nell'interesse dei pazienti, nonostante la carenza di organico”. 

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