Lamezia, la statua di Santa Lucia restituita alla città dopo il restauro

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Lamezia Terme – E’ stata restituita alla comunità dopo il restauro la statua di Santa Lucia, martire di Siracusa, nel cuore del centro storico di Nicastro. Del suo valore artistico hanno potuto rendersi conto i lametini, parrocchiani, curiosi, appassionati d’arte che hanno assistito, mercoledì 5 dicembre, alla presentazione della statua tornata al suo splendore originale, da parte dell’equipe di esperti incaricata del restauro e delle persone che ne hanno seguito l’evoluzione, passo dopo passo. Il tutto accompagnato dai brani eseguiti dalle musiciste Maria Grazia Stella ed Enza Pagani. “Tutto nasce qualche mese fa – è spiegato in una nota - quando don Vittorio Dattilo, già parroco di questa minuscola chiesa di Nicastro, accetta il suggerimento dello storico d’arte Gianfrancesco Solferino, tra i massimi studiosi di statue lignee, e affida, con il consenso del parroco don Carlo Cittadino, del vescovo di Lamezia  mons. Luigi Cantafora e della Sovrintendenza alle Belle Arti, il lavoro di restauro al Maestro Gianpaolo Leone, titolare di un laboratorio a Catania ma originario di Noto”. “E’ significativo - sottolinea lo stesso Solferino nella sua presentazione - come in una comunità così piccola si sia potuto ottenere un risultato così notevole ; il restauro di un simulacro che ha attraversato insieme agli abitanti degli città drammatiche vicissitudini e momenti di giubilo, è sempre e comunque un investimento, a vantaggio delle generazioni future. 

L’immagine della Santa di Siracusa – che, a dispetto di quanto è ritenuto dalla devozione popolare, non  subì il martirio della privazione degli occhi- è stata oggetto nel corso dei secoli di numerose interpretazioni artistiche, da Nicolò di Segna a Lorenzo Lotto a Caravaggio. La scultura lignea qui presente è opera di un maestro napoletano della prima metà del Settecento, ed è evidentemente originale, non di serie ; la sua figura, con la palma argentea che prolunga il gesto della mano, la torsione dei panneggi,  la delicatezza degli occhi lievemente strabici, può essere paragonata a un pinnacolo rivolto verso il cielo. Su di essa, che fin dall’inizio è apparsa come una statua da risanare e recuperare più che da restaurare, è stato eseguito un lavoro filologico".

"Il maestro Giampaolo Leone – si aggiunge ancora - coadiuvato da validissime collaboratrici come Eleonora Banci, Arianna Landucci, Leila Pisani,   ha dovuto provvedere alla rimozione di più strati di smalti per tornare alla colorazione originaria, di cui molto era rimasto . Per ricoprire le lacune che man mano venivano scoperte si è fatto ricorso ai pigmenti antichi; stesso procedimento è stato seguito per la doratura. Il risultato finale è un aspetto “patinato” che accentua il suo valore antico e il suo incanto. Completano la meraviglia gli argenti:  la palma è stata lucidata mentre il piattino che regge gli occhi è stato realizzato ex novo dagli orafi lametini Paola e Alberto Iacopetta”. La statua è stata restituita alla città proprio durante la novena che si tiene come da tradizione  fino al 13 dicembre". 

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