Lamezia, lettera aperta delle associazioni a commissario Cotticelli su destino ospedale Giovanni Paolo II

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Lamezia Terme – Il Comitato salviamo la sanità del lametino, Tribunale dei diritti del malato, Comitato malati cronici e il Comitato Lamezia 4 gennaio in una lettera aperta indirizzata al commissario Cotticelli affrontano il tema dell’integrazione dell’ospedale di Lamezia nell’azienda unica ospedaliero-universiataria dell’area centrale della Calabria. “Le nostre associazioni - si legge nella lettera - da oltre dieci anni si occupano del destino dell’ospedale Giovanni Paolo II, non paventano questo rischio ed al contrario vedono in questa integrazione, sì una sfida, ma l’unica opportunità rimasta di dare al nostro ospedale un ruolo che possa fornire risposte di qualità alle tante domande di buona sanità che provengono non solo dai lametini, ma da tutti i calabresi, e che sono attualmente frustrate”.

In questo, affermano ancora rivolgendosi a Cotticelli “come parte indispensabile ed importantissima del tavolo tripartito che dovrà definire il Protocollo d’Intesa, darà sicuramente un forte contributo per evitare i rischi da Lei paventati che il nostro ospedale sia fagocitato e diventi, come qualche politico ha detto di temere, “un magazzino” dell’azienda unica. In questo tavolo a tre siederà anche il Presidente della Giunta Regionale, che in sede di discussione prima dell’approvazione della proposta di legge per l’azienda unica ospedaliero-universiataria ha giustamente prefigurato per l’ospedale di Lamezia quella funzione di Centro Traumatologico Ortopedico tuttora mancante nella nostra regione. Si tratta peraltro di una funzione a cui lo avevano destinato ben due precedenti piani sanitari regionali varati (ma poi non attuati) il primo da una amministrazione di centrodestra ed il secondo da una amministrazione di centrosinistra”.

“La funzione di CTO per la quale ci siamo da sempre battuti – prosegue la lettera - ha anche il vantaggio, per come riportato in uno studio commissionato al (CESMAV) Centro Studi di Medicina Avanzata di Firenze, di essere un cosiddetto “top di gamma” che inevitabilmente trascina verso l’alto tutti i servizi del resto della gamma ospedaliera.

Rivolgendosi al Commissario, affermano “di questo e di tutti i problemi della sanità lametina e dell’area centrale della Calabria le avevamo chiesto di poterle parlare in un incontro che le abbiamo richiesto a mezzo pec subito dopo il suo insediamento. Un insediamento che abbiamo salutato quasi come una liberazione, visto che venivamo da gestioni commissariali che hanno solo peggiorato le condizioni della sanità calabrese e, per quel che ci riguarda più da vicino, lametina. Auspichiamo che possa trovare il tempo di risponderci e di incontrarci, anche ad horas, perché siamo certi di poter contribuire ad una discussione, scevra da pregiudizi, anche con documenti e studi come quello del CESMAV, che non possono di certo essere considerati di parte. Un’ultima nota. Qualcuno tira ora fuori che l’ospedale di Lamezia non possa essere integrato perché disterebbe 40 chilometri dalla nuova azienda ospedaliero-universitaria. A parte il fatto che la distanza tra Catanzaro e Lamezia è di 35 chilometri, a parte il fatto che da quel che pare oggi acquisito il presidio ospedaliero più grosso della nuova azienda sarà allocato a Germaneto da cui Lamezia dista solo 20 chilometri, questo qualcuno sottace e non mena scandalo per il fatto che anche il presidio oncologico del Ciaccio sarà a 20 chilometri di distanza da Germaneto”.

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