Lamezia Terme – In pensione in anticipo ma con assegni meno ricchi. E’ quello che prevede “quota 100”, il decreto proposto dal Governo giallo-verde a chi ha i requisiti per lasciare prima il lavoro. Al Comune di Lamezia, secondo quanto si apprende, sarebbero già 28 i dipendenti che ne hanno fatto richiesta e che andranno ad aggiungersi ad altri 7 pensionamenti previsti nel 2019, per un totale di 35 persone che potrebbero lasciare a breve un Ente già provato da scioperi, malcontento e sovraccarico di lavoro: circa il 13% dunque. Il decreto che contiene la riforma delle pensioni, esaminato in Senato, dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni. Si tratta di un’opzione che prevede, per chi ha tutte le carte in regola nel presentare la domanda, la possibilità di lasciare il lavoro con ben 5 anni e 4 mesi di anticipo ma perdendo un assegno del 35% circa. Se si sceglie di aderire alla riforma che intende superare la legge Fornero, non è possibile cumulare la pensione con altri redditi da lavoro ed è consentita unicamente la prestazione occasionale: il limite è fissato a 5 mila euro lordi annui.
Per valutare se presentare o meno domanda si dovranno vagliare quindi al meglio requisiti e principali caratteristiche delle opzioni per il pensionamento. Quota 100 prevede una finestra di uscita di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti, almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Non sono ammesse altre combinazioni per i lavoratori privati, di sei per i dipendenti pubblici ed avrà una durata di tre anni, sino alla fine del 2021.
Tra i possibili effetti della nuova misura c’è sicuramente il rischio dello svuotamento in settori come scuola, sanità o enti pubblici, con parecchie uscite senza un adeguato ricambio. E’ il caso anche del Comune di Lamezia che attualmente conta su 270 dipendenti in servizio, compresi i tre dirigenti di ruolo, e che potrebbe a breve ulteriormente svuotarsi con le nuove richieste fatte anche per “quota 100”.
A.R.
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