Lamezia, ricordati i netturbini Tramonte e Cristiano a ventotto anni dall’agguato

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Lamezia Terme – “Ora basta prendersi in giro. Vogliamo la riapertura del caso. Verità e giustizia per Pasquale e Francesco”. Lo striscione accanto alla lapide in ricordo dei due netturbini Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, uccisi sul lavoro dalla 'ndrangheta all’alba del 24 maggio 1991 a colpi di kalashnikov nel quartiere Miraglia a Sambiase, parla chiaro: le famiglie delle due vittime innocenti non si arrendono e pretendono che sia fatta piena luce su un fatto che da ventotto anni continua a rimanere inspiegabilmente avvolto nel mistero. “Per noi è una situazione insostenibile. Bisogna darsi da fare per squarciare il velo. Per questo ho fatto mettere quello striscione” dice Francesco Cristiano, fratello di Pasquale, alla commemorazione di questa mattina nel cuore di Sambiase. Posizione condivisa anche dagli altri familiari. Non solo. Anche il parlamentare del Movimento 5 stelle Giuseppe d’Ippolito (presente alla commemorazione insieme ad alcuni ex consiglieri comunali) ha manifestato l’interesse per la riapertura del caso.   

Prima della deposizione della corona di alloro sulla lapide (subito dopo la Messa nella chiesa di Santa Lucia a Nicastro), l’attore di Francesco Pileggi nella performance teatrale “Il rumore delle cose” immagina l’ultimo dialogo tra Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano. Dalla sua ricostruzione di fantasia, emerge la forte amicizia che c’era tra i due netturbini. Solo loro, quando tutti dormono, possono sentire il rumore delle cose, come il fiume che scorre sotto il ponte, perché erano svegli per lavorare. Francesco e Pasquale “pulivano le strade, sì, ed erano contenti di farlo, perché pulivano un pezzo di mondo”. Poi, il momento dell’agguato. Uno si chiede cosa fosse quel rumore, l’altro lo tranquillizza dicendo che si tratta del rumore delle cose, e invita così, metaforicamente, l’amico a dormire, in quanto anche lui avrebbe fatto lo stesso mentre stava per nascere il sole. Pileggi, comunque, rimarca come siano state le famiglie a farsi carico, la sera prima, della pulizia del luogo. E suggerisce: “Sostituiamo la moquette della fontana al centro della rotatoria con un prato vero, magari piantandoci due limoni con i nomi di Pasquale e Francesco”.

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Poi, il commissario Francesco Alecci, che raccoglie l’esortazione dell’attore a mantenere pulito “un luogo che per i familiari è sacro”, afferma: “Questa è una tragica ricorrenza che il Comune onora da sempre, ed è importante la presenza degli studenti, che portano la loro freschezza di giovani e hanno il dovere civico di guardare tutto con attenzione per diventare cittadini consapevoli”. E i ragazzi dell’Ic “Nicotera-Costabile” si fanno sentire con una lettera in cui chiedono “trasparenza, verità e giustizia”.  Valori ripresi da Rocco Mangiardi:È giusto ricordare, ma la memoria deve diventare verità e giustizia”. Quindi Mangiardi legge un messaggio dell’ex parlamentare Angela Napoli, presidente dell’associazione “Risveglio ideale”, che si domanda: “Come mai, con tutti questi collaboratori di giustizia, continua a regnare il silenzio su questo caso?”.

Giuseppe Maviglia

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