Lamezia, rifiutano incarico i neo vertici nominati della Multiservizi

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Lamezia Terme – Hanno comunicato la loro indisponibilità a ricoprire la carica di membri del Consiglio di Amministrazione della Lamezia Multiservizi, il presidente Mariantonietta Del Vecchio e il consigliere del cda Gianpaolo Ciardullo, entrambi designati dalla terna Commissariale in qualità di rappresentanti nel cda della partecipata comunale. Dopo le dimissioni del vicepresidente Luca Maione, a pochi giorni dalla nomina, i due professionisti decidono di rifiutare l’incarico, e lo fanno con una comunicazione ufficiale, fatta recapitare al Commissario prefettizio Francesco Alecci, che fa seguito, come specificano loro stessi, alla comunicazione che avevano già fatto pervenire venerdì scorso ai Comuni che usufruiscono dei servizi della Lamezia Multiservizi.

Nella comunicazione specificavano che acquisendo la documentazione nella sede della società, hanno appreso “che la voce di Bilancio relativa a debiti v/Erario, pari a ca. € 1.500.000,00 riferita a ritenute d'acconto operate nei confronti dei lavoratori dipendenti nell'anno 2017 e non versate alle scadenze dovute” e ricordando che per l’omesso versamento delle ritenute d'acconto ne risponde il Consiglio di Amministrazione in carica al momento della presentazione del modello 770, con una pena che può variare dai 6 mesi ai 2 anni, l’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese dai 6 mesi ai 3 anni, e da 1 a 3 anni in enti pubblici, aggiungendo che “stando così le cose, gli scriventi non possono ragionevolmente accettare l'alea di una futura copertura finanziaria per saldare il predetto debito, sulla scorta della circostanza che la scadenza del termine è presumibilmente fissata all'ottobre 2018, essendo futuro ed incerto il pagamento dei crediti vantati dalla Lamezia Multiservizi S.p.A. nei confronti dei Comuni soci, pari alla somma complessiva di € 14.485,187,00”.

Ribadendo poi di aver accettato la designazione “con sommo spirito di servizio” ma che “tuttavia, dover subire un Decreto di condanna per scelte aziendali non direttamente adottate, devasterebbe l'onorabilità e l'integrità professionale di ciascuno degli scriventi”, i due nominati rimarcano come “la attuale situazione economica della Lamezia Multiservizi S.p.A. è caratterizzata da mancanza di liquidità adeguata agli impegni finanziari, nonché da una debitoria complessiva pari ad € 24.614.290 che impedisce finanche di pagare gli emolumenti ai dipendenti da dicembre 2017, e di cui solo 4.658.671,00 verso Enti previdenziali ed Erario” e per questo motivo i due avrebbero accettato la nomina se si fossero determinate alcune condizioni come “Il debito precitato di euro 1.620.000,00 maturato a titolo di ritenute d'acconto per lavoro dipendente, compresi sanzioni ed interessi, venga completamente saldato dal Comuni soci, con versamenti nelle casse della società; i Comuni soci si impegnino, sin da ora, a ripianare i debiti progressi per consentire il pagamento degli emolumenti ai dipendenti, nonché per consentire la corrente amministrazione della società, attualmente ingestibile per carenza di fondi”.

In mancanza di ciò, i vertici nominati avevano già dichiarato “l'impossibilità e l'indisponibilità a ricoprire le cariche relative all'Organo amministrativo della Lamezia Multiservizi S.p.A” e che sarebbe stato necessario “porre la società in liquidazione, che potrà comunque consentire di continuare l'erogazione dei servizi”.

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