Lamezia: Seminario di studi su gas "Radon, uno sconosciuto onnipresente"

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Lamezia Terme - Si è tenuto oggi, a partire dalle 15:00, presso il Teatro Umberto, il Seminario di Formazione “Il Radon – uno sconosciuto onnipresente”, organizzato e patrocinato da una sinergia di vari enti e associazioni fra cui principalmente l’ARPACAL ( Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria), l’ANEAS ( Associazione Nazionale Esperti ed Addetti della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro) e l’ENBLI ( Ente Nazionale Bilaterale Impresa e Lavoro) supportati dalla Regione Calabria, dal Comune di Lamezia Terme, dall’Asp di Catanzaro, dall’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di Catanzaro, dall’Ordine dei Geologi e da numerosi altri organismi, in un incontro di professionalità finalizzato ad un unico scopo: quello dell’informazione e della prevenzione del rischio Radon nei luoghi di vita e di lavoro.

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Il Radon, come è stato inizialmente spiegato dal dottor Salvatore Procopio e dal dottor Michele Folino Gallo dell’Arpacal, è un gas nobile radioattivo, naturalmente presente nel terreno e nelle acque, che rappresenta, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo, tendendo ad accumularsi nei luoghi chiusi a contatto con il terreno. Il monitoraggio dei livelli di Radon è al momento disciplinato dalla Legge nei soli ambienti di lavoro interrati e seminterrati, come enunciato nel decreto legislativo n.241 del 2000, capo III/bis, secondo cui sono i datori di lavoro ad avere l’obbligo di effettuare la misurazione. Ma di fatto ciò non avviene quasi mai, specie in una Regione come la Calabria, in passato – erroneamente - considerata a basso rischio Radon.

Nello specifico il Seminario ha presentato i primi risultati – ovvero, quelli che tecnicamente si definiscono “risultati parziali” -  di un’indagine condotta principalmente dall’Arpacal e dall’Aneas sul territorio lametino, finalizzata al monitoraggio dei livelli di Radon sui luoghi di lavoro, che attraverso il posizionamento nei vari ambienti di appositi dispositivi a basso costo denominati “dosimetri passivi” ha valutato le concentrazioni del gas - che vengono calcolate per metro cubo - in 50 diversi punti di misurazione. Dopo i primi 6 mesi di rilevamento il 6% dei locali interrati sottoposti a misurazione superano i livelli di Radon previsti dalla Legge, e dato il risibile numero dei luoghi scelti – fra l’altro su base volontaria – si tratta di un risultato interessante. Ma solo fra altri 6 mesi sarà possibile ottenere un risultato definitivo e passare così alle contromisure, nell’ottica di un progetto che dovrebbe ottenere i mezzi per continuare ad interim e anzi rientrare in una prassi consolidata.

Giulia De Sensi

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