Lamezia, studenti tra i faldoni degli archivi con il progetto di alternanza scuola lavoro al Liceo Campanella

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Lamezia Terme - Spulciare tra le carte dell'archivio storico per attingere a documenti, immagini, testimonianze autentiche e realizzare una ricerca storica consapevole e critica. Una storia che non sempre corrisponde a quella dei libri di testo. È questa l'esperienza che gli studenti del liceo Campanella di Lamezia Terme saranno chiamati a svolgere nei prossimi mesi con il percorso di alternanza scuola- lavoro, che vedrà alcuni studenti dell'istituto realizzare ricerche nella sezione locale dell'archivio di Stato.

A presentare il progetto questa mattina, i docenti Enzina Sirianni e Ferdinando Quattrone che hanno coinvolto nel progetto la Rete delle Due Sicilie, rappresentata da Carlo Bernando, Alessandro Romano e Giuseppe Ruberto. “Questa scuola – ha spiegato la docente Sirianni – non è nuova ai progetti di ricerca storica, che hanno portato tanti ragazzi a toccare con mano negli archivi documenti e fonti di inestimabile valore e a costruire essi stessi dei progetti tematici. Negli anni scorsi, insieme al professore Quattrone e alle docenti Gina Scuglia e Franca Sinopoli, con gli studenti del Campanella abbiamo realizzato, tra gli altri, due progetti strettamente legati all'attualità: il progetto “Donne vittime e donne carnefici nella Calabria ultra secunca”, che richiama il grande tema della violenza sulle donne analizzando i primi anni '20 dell'800, e il progetto sul brigantaggio dell'Italia post - unitaria, argomento ancora oggi di grande dibattito sul quale è opportuno che i nostri studenti ricostruiscano i fatti attingendo alle fonti e formulino un loro pensiero critico”.

L'importanza degli archivi storici è stata ribadita agli studenti da Carlo Bernardo, sottolineando la necessità di “approfondire e farsi domande, non accettare passivamente la storia come ci è stata da sempre raccontata”. Non accettare una certa storia e una certa narrazione del Sud Italia, è stato l'invito  di Alessandro Romano che, mostrando agli studenti diversi documenti digitalizzati, acquisiti grazie a un decennale lavoro negli archivi di tutta Italia, ha svelato alcuni particolari della storia dell'Unità d'Italia che, secondo Romano, “è stata ed è ancora oggi un' unità a due velocità, con la maggior parte dei giovani del Sud che continuano ad emigrare verso le regioni del Nord o verso l'estero per inserirsi nel mercato del lavoro”.  Dall'origine del nome Italia legato alla Magna Graecia alla potenza commerciale del Mezzogiorno nell'Italia pre unitaria, tanti i particolari svelati da Romano agli studenti invitandoli “a non considerarsi inferiori a nessuno, andando oltre una certa retorica e rappresentazione del Meridione che purtroppo continua ancora ai giorni nostri”.

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