Lamezia: violenza contro le donne, fondamentale la prevenzione

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Lamezia Terme – La prevenzione come mezzo di contrasto alla violenze di genere, su questo si è incentrato il convegno organizzato da Fidapa Lamezia e Aspic Catanzaro in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Un fenomeno complesso e trasversale –ha dichiarato la presidente Angela De Sensi Frontera –che si può combattere uscendo dalla solitudine, cercando aiuto da più parti, partendo dall’Io per arrivare al Noi”. Una serie d’interventi hanno caratterizzato l’incontro e ogni relatore ha avuto modo di dare il proprio contributo per il proprio specifico ambito. La dottoressa Maria Teresa Carè, presidente della Sezione Penale del Tribunale di Lamezia Terme, ha analizzato la parte giuridica soffermandosi, in particolare, sulla nuova legislazione che ha definito norme “che – ha spiegato – ci permettono di agire più concretamente sulla violenza”. Secondo la Carè, “la violenza rimane nelle mura domestiche e non c‘è stato un aumento concreto di denunce, anche se, di solito – ha aggiunto - è la parte più debole della società quella più convinta a denunciare”. Numeri che a Lamezia, secondo i dati della dottoressa, sono elevatissimi per quanto riguarda le violenze sessuali, quelle domestiche e le persecuzioni.

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Quali i mezzi preventivi, allora, dal punto di vista giuridico? “L’aggravamento della pena se commessa in presenza di minore o da coniuge convivente o fidanzato è una concreta novità. Le intercettazioni, – ha aggiunto – il braccialetto elettronico per monitorale i movimenti, il divieto di avvicinamento”. “Fondamentale – ha proseguito – è stata poi la sottoscrizione del protocollo d’intesa definito Percorso Rosa, con il quale tutte le Istituzioni finalmente si coordinano e dialogano tra di loro”. Isabel Fernandez, direttrice Centro ricerche e Studi in psicotraumatologia ha spiegato, invece, il punto di vista psicologico e ha fatto un’analisi del fenomeno. Raccontando di come funzioni il metodo EMDR, “un trattamento – ha specificato – per l’elaborazione dei ricordi o eventi traumatici che riattiva la capacità di gestire ferite ancora aperte”. La dottoressa ha affermato che spesso i fautori della violenza hanno subito violenze a loro volta nell’infanzia: “fare prevenzione è necessario – ha spiegato – per evitare la trasmissione di comportamenti intrisi di negatività”.

Un altro aspetto, quello del counseling antiviolenza, è stato analizzato da Domenico Mastroscusa, psicoterapeuta e presidente Aspic Cosenza. “Il counseling – ha spiegato Mastroscusa – è uno strumento fatto di tre step: portare allo scoperto, sostenere e monitorare”. “Rompere il silenzio si può – sostiene – tramite un operatore, un counselor, che opera – ha aggiunto – accompagnando il suo lavoro a quello di altri specialisti, mettendo insieme diverse realtà del territorio”. Sostegno e disponibilità a lavorare, facendo rete, sono arrivati da alcuni rappresentanti delle istituzioni: il consigliere regionale Tonino Scalzo, il sindaco Paolo Mascaro, il presidente del consiglio comunale Francesco De Sarro, la professoressa Marisa Fagà e Giuseppe Pugliese dell’Asp di Catanzaro, che hanno ricordato l’importanza dell’opera di sensibilizzazione e conoscenza.

C.S.

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