Lavoratori occupano sede di Calabria Etica a Catanzaro

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Catanzaro - È stata occupata questa mattina la sede di Calabria Etica a Catanzaro a causa della prolungata mancanza dei pagamenti e chiedendo chiarezza politica sull’intera vicenda. L’architetto Francesco Piraino, che fa parte del progetto “Articolo 34”, composto da tre bandi, uno per l’ammodernamento della struttura, uno per i disabili e l’altro per l’adeguamento strutture, ha spiegato la criticità della situazione. “Il progetto - ha affermato - costituito nel dicembre 2014, con la messa a disposizione dei bandi e con l’arrivo di circa 350 buste, ad oggi ancora sigillate e mai aperte, si è occupato sia della parte tecnica, sia di quella giuridica e amministrativa. Il problema, tuttavia, è che non sono mai state composte le commissioni per poter dare ai beneficiari quello che gli spetta e, inoltre, tutti i collaboratori del progetto, che sono 34, non sono stati finora mai pagati, nonostante siano trascorsi otto mesi”. Martedì scorso, infatti, i lavoratori avevano avuto un incontro con la parte politica, nello specifico con il Segretario particolare del presidente della regione Mario Oliverio e con il Capo di Gabinetto, alla presenza anche della Digos.

Dall’incontro era emersa la volontà di sistemare la questione entro venerdì 31 luglio. “Per parte nostra - ha continuato Piraino - avevamo ribadito che se non si fosse risolto nulla, avremmo risposto con l’occupazione, con il consenso della parte politica stessa”. Oggi, data di scadenza della fatidica promessa, non c’è stata alcuna risposta positiva e si è proceduto con l’occupazione della sede. “Tra l’altro - ha concluso l’architetto - c’è un continuo e reciproco passaggio della responsabilità della questione tra il dirigente generale reggente del Dipartimento n.6 Lavoro della Regione Calabria, Antonio De Marco, e il commissario straordinario della Fondazione Calabria Etica, Carmelo Barbaro, il quale non fornirebbe le rendicontazioni, mentre quest’ultimo afferma che De Marco non vuole firmare i pagamenti”. Insomma, di fronte a questi scambi di parole la decisione ultima è stata, come promesso, l’occupazione, pretendendo d’ora in avanti tutte le cose per iscritto, esulando da vuote promesse. L’occupazione si protrarrà, hanno affermato, fino a data da destinarsi e, comunque, fino a quando non si avranno notizie certe e delucidazioni al riguardo.

M.L.

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