Lavoro: Infocontact, a Vibo sit-in protesta contro chiusura

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Vibo Valentia - I lavoratori dell'Infocontact di Serra San Bruno e di Stefanaconi hanno partecipato stamane ad un sit-in di protesta contro la paventata chiusura delle sedi nei due centri del Vibonese. "Dobbiamo far capire - ha sostenuto il segretario provinciale della Cgil, Luigi Denardo - che realtà virtuose come quella di Infocontact che hanno, specialmente a Serra e Stefanaconi, rendimenti eccellenti, non possono essere chiuse e, chi vi lavora, spostato a 50 km, rimettendoci di tasca propria le spese di benzina. Stanno smembrando questo territorio e rubando la speranza ai giovani". "La Cgil - è detto in un comunicato - ha garantito tutto il suo appoggio ai dipendenti, ventilando la possibilità di costituire un presidio permanente in piazza Municipio insieme ai lavoratori di altre società e aziende in crisi del territorio in modo tale da avere un'unica voce di protesta".

REAZIONI

Monteleone (FI): “Vicinanza ai ragazzi di Serra San Bruno e Stefanaconi

“Non può lasciarci indifferenti la drammatica situazione che sta investendo i giovani impiegati nei call center dei Comuni di Serra San Bruno e Stefanaconi. Il futuro di tanti ragazzi rimane appeso ad un filo, occorre salvaguardare i loro posti di lavoro”. Sono le dichiarazioni di Marta Monteleone, vicecoordinatore di Forza Italia giovani in Calabria, intervenendo su una questione che definisce “di estrema rilevanza sociale”.

“Un lavoro, quello dei call center, non certo agevole, che inchioda questi ragazzi per ore su una sedia per uno stipendio – aggiunge - non certo esorbitante; di sicuro, però, un lavoro dignitoso che consente loro di avere una stabile occupazione, ora fortemente minacciata dal presunto spostamento che il nuovo acquirente, la Abramo Customer Care, intende realizzare”. “Intendo esprimere – osserva Monteleone - grande solidarietà ai dipendenti, auspicando la salvaguardia dei loro posti di lavoro e delle loro legittime aspettative, consapevole delle gravose ripercussioni che ne potrebbero derivare in caso contrario”.

“Prendo atto – sottolinea Monteleone - che la Società acquirente abbia manifestato l’intenzione di mantenere l’occupazione di questi ragazzi; tutto questo è apprezzabile rispetto alla volontà alternativa di procedere al licenziamento. Tuttavia, le condizioni loro illustrate non lasciano via di scampo perché, volendo eliminare le sedi periferiche, il trasferimento sarebbe così oneroso, in termini di costi e disagi, che di fatto si tradurrebbero in una mera rinuncia”.

“Mi auguro – conclude Monteleone – che la situazione possa evolversi favorevolmente: l’occupazione deve essere realmente tutelata, per una volta le scelte di marketing non devono prevaricare sulle esigenze dei lavoratori e sui loro sacrosanti diritti”.

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