Licenziamenti Calabria Etica, i legali ricorreranno al Giudice del Lavoro

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Lamezia Terme - La nota dei legali di alcuni dipendenti della Fondazione Calabria Etica in merito ai licenziamenti effettuati. “La gestione commissariale della Fondazione Calabria Etica, come è noto, qualche mese fa ha revocato i contratti stipulati con 300 lavoratori che, estromessi in autotutela, sono sul piede di guerra e stanno avviando varie azioni legali, anche davanti al TAR e alla Corte dei Conti. Il prof. Avv. Antonio Pileggi, Ordinario di Diritto del Lavoro all’Università  di Roma Tor Vergata ed incaricato di Diritto del Lavoro nel pubblico impiego nell’Università Luiss di Roma, in  collaborazione con gli avvocati Angela Cristaudo, Rosamaria Tropea e Maria Vittoria Longo, incaricato di occuparsi della tutela e della garanzia della posizione di 26 lavoratori che hanno prestato la loro attività presso l’ente, ha intrapreso invece, la strada del Ricorso al Giudice del Lavoro. I contratti revocati, infatti, sono di carattere squisitamente privatistico e non potevano essere annullati in autotutela con un provvedimento di stampo pubblicistico, anche alla luce della natura di soggetto privato della Fondazione.

Tale circostanza, secondo il prof. Pileggi e i suoi collaboratori, non può non avere un rilievo decisivo, per cui il provvedimento adottato dall’ente va qualificato in termini privatistici come licenziamento ingiustificato e come tale va impugnato di fronte al giudice del lavoro al fine di ottenere la reintegra ex art. 18 stat. dei lav., dei lavoratori che lo hanno subito. Ma vi è di più. Sussistono gli estremi per riqualificare il rapporto di lavoro intercorso tra le parti, sorto sulla base di formale contratto di lavoro a progetto, come rapporto di lavoro subordinato sin dalla data di costituzione, stante il venir meno dell’indispensabile collegamento funzionale richiesto dalla legge tra il progetto e il risultato finale, per via dell’illegittimo recesso anticipato intimato sulla base di ragioni del tutto insussistenti e considerando altresì la genericità dei progetti medesimi, non specificatamente assegnati ai lavoratori, bensì alla fondazione ed inerenti ad attività coincidenti con l’oggetto sociale della medesima. Alla fine, concludono i difensori incaricati, ciò che è importante ottenere è che i lavoratori ingiustificatamente allontanati dal loro posto di lavoro, ottengano una tutela piena ed incondizionata, sottolineando al contempo che in condizioni di normalità, se non vi fossero stati costretti mai avrebbero impugnato il contratto, contestandone la natura. Ora, pertanto, questa è diventata per loro una strada obbligata da percorrere”.      

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