Nuovo algoritmo Facebook, il lametino Raffaele Barberio ospite di SkyTg24: "La posta in gioco è il controllo degli individui"

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Lamezia Terme – “La merce siamo noi”. Un approfondimento di SkyTg24 condotto da Helga Cossu si è soffermato ad analizzare il nuovo algoritmo di facebook, svelando cosa c’è dietro le preferenze degli utenti. Tra gli ospiti, il lametino Raffaele Barberio, presidente di Privacy Italia, che ha in particolare focalizzato il suo intervento sull’entrata in vigore, il 25 maggio prossimo, del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali.

Il nuovo algoritmo catalogherebbe le persone sulla base di una serie di informazioni: ceto sociale, fattori psicologici, comportamentali, ma anche frequentazioni, amicizie, like su pagine e post che permetterebbero, in particolare alle aziende che acquistano i dati, con un’approssimazione del 90-95%, di comprendere in che fasce collocare i suoi potenziali consumatori.

“In questo vuoto di norme – spiega Barberio - il furbacchione trova il proprio spazio, e in questo caso il furbacchione è un gigante di dimensioni ciclopiche che si chiama facebook. Lo stesso – aggiunge -  fa dei due miliardi di persone delle prede proibite per altri e ambite invece da tutti i pubblicitari.

“La posta in gioco non è soltanto il mercato pubblicitario – spiega però ancora Barberio – ma il controllo degli individui. C’è un esercizio di sorveglianza che è al di sopra di ogni limite. Queste grandi società sono 5 o 6, al momento tutte americane, ma presto arriveranno quelle cinesi che sono potentissime. E i nostri dati non serviranno solo per il mercato pubblicitario, ma anche per sapere come la pensiamo, come ci emozioniamo, quello che vorremmo fare in futuro. Non è la prima volta che scopriamo facebook, da 10 anni prende già i nostri dati come se fossimo un pozzo petrolifero". 

Il prossimo 25 maggio entrerà poi in vigore il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali. Su questo, Barberio ha precisato: “Sarà un fatto storico, anche se in molti ancora non ne parlano. Tra le tante importanti regole alle quali ci si dovrà adeguare, vi è quella dove chi subisce una rottura dei sistemi di protezione, avrà 72 ore di tempo per poterlo comunicare al Garante della protezione dei dati personali, che avrà un ruolo importantissimo”. 

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