Operazione "Lande Desolate" - Reazioni

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Catanzaro – Arrivano le reazioni istituzionali all'inchiesta "Lande desolate" che ha portato, fra l'altro, all'obbligo di dimora per il presidente della Regione Mario Oliverio. "Altri problemini per un governatore del Pd... Amici Calabresi, tornerò presto da voi, voglio lavorare per dare un futuro migliore alla vostra splendida terra!". Lo scrive su twitter il ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando il provvedimento di obbligo di dimora nel comune di residenza per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio emesso dal gip di Catanzaro.

"Ritengo che in una terra così importante come la Calabria una delle manovre economiche più importanti sia quella della legalità. Utilizzare male, illecitamente o illegittimamente soldi pubblici significa non farli arrivare ai cittadini in termini di servizi efficienti. Utilizzare la legalità significa dare servizi. Questo Governo porterà anche questa ventata di legalità". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli commentando gli esiti dell'inchiesta anticorruzione nell'ambito della quale è stato emesso un obbligo di dimora nei confronti del Governatore della Calabria, Mario Oliverio. "Ho saputo - ha aggiunto Toninelli parlando con i giornalisti a Catanzaro - appena giunto in aeroporto. Sono molto preoccupato e spero che il presidente della Regione Calabria possa evidentemente chiarire".

Morra: “Governatore si dimetta subito”

Le dimissioni "in tempi celeri" del governatore della Calabria Mario Oliverio, sono state chieste oggi dal presidente della commissione antimafia Antimafia Nicola Morra. "Non possiamo permetterci che la classe politica calabrese sia al centro di ipotesi accusatorie così gravi", ha scandito Morra su Facebook. "Il presidente della Calabria dimostri senso dello Stato".

Stefano Ciafani e Francesco Falcone (Legambiente): “siamo garantisti e confidiamo che alla fine la verità vera emerga”

“Nella nostra Regione l’affermazione della legalità deve essere la bussola di ogni azione civica e politica, la legalità deve essere affermata giorno per giorno. Tutta la Calabria onesta deve essere “coltivatore di legalità” “.  È questo quello che emerge dalla dichiarazione congiunta del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, e del presidente regionale, Francesco Falcone. “Non deve però emergere ed avanzare la disperazione e l’ineluttabilità dello stato delle cose. C’è la Calabria che abbiamo incontrato ieri a Scala Coeli sul basso jonio cosentino di giovani, donne e anziani che dall’onesto e duro lavoro della terra traggono i suoi frutti producendo le eccellenze del territorio: l’oro giallo della Calabria, l’olio del Nicà. Imprenditori agricoli che fanno un corretto uso dei fondi pubblici e realizzano non cattedrali nel deserto ma frantoi oleari veri e funzionanti che danno reddito, lavoro e speranza a tante famiglie. C’è la Calabria dei tanti parroci come don Pasquale Aceto che abbiamo incontrato e che a Papanice a Crotone con tanti cittadini e comitati difende il proprio territorio dalle discariche e dagli inquinamenti. C’è la Calabria che non si piega al dio denaro ed alla sua montagna di corruzione e corruttela. C’è anche, però, la Calabria del malaffare e di una politica che al di là dei colori e delle appartenenze ad ogni appuntamento di governo delude le speranze e le attese di cambiamento dei calabresi onesti. Ma siamo garantisti e confidiamo che alla fine la verità vera emerga e che ogni coinvolto in questa brutta pagina di storia calabrese faccia emergere la propria onestà. Ma non possiamo sottacere che oltre al danno all’ambiente siano state anche drenate risorse pubbliche che invece di creare sviluppo e lavoro onesto sono andate ad alimentare sacche di illegalità e di false attestazioni con la connivenza di funzionari pubblici che del pubblico e della sua tutela hanno poco a che fare.

Legambiente Calabria lo aveva detto già tempo fa di fare attenzione ai cosiddetti “imprenditori – prenditori” che rubano il futuro alle nuove generazioni calabresi, oltre a rubare soldi pubblici per opere mai portate a termine o mai iniziate e addirittura del tutto inutili. Proprio ad Oliverio tempo fa Legambiente aveva rivolto un appello contro le nuove infrastrutture nel Parco Nazionale a Lorica che si prospettavano e che ora sono nel mirino dell’attuale inchiesta. L’associazione aveva invitato il Presidente a non assecondare proposte per inutili infrastrutture a Lorica sostenendo che il turismo sarebbe dovuto andare nella direzione della sostenibilità e non del consumo di risorse naturali e per lo più a favore dei soliti “prenditori”. Per Legambiente quella dell’impianto a Lorica non era altro che una proposta anacronistica e contro la natura ed addirittura appaltata senza il prescritto parere dell’Ente Parco. Su questo alla magistratura chiediamo di fare chiarezza e di ricercare responsabili e responsabilità e che gli stessi siano chiamati a rispondere e pagare dei danni arrecati al territorio ed alle casse pubbliche. Stessa posizione era stata tenuta dall’associazione del Cigno per quanto riguardava l’aviosuperficie di Scalea in cui si presumeva una violazione del diritto comunitario. Anche per questi lavori eravamo intervenuti con note alla Regione Calabria, al Ministero dell’Ambiente ed alla Commissione Europea, infatti a seguito della prosecuzione dei lavori di ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea, chiedevamo la Valutazione di Impatto Ambientale e la verifica di violazione del diritto comunitario atteso che l’area ricade all’interno del SIC “Valle del fiume Lao” e situata a poca distanza dalla Zona a Protezione Speciale “Pollino e Orsomarso” ed anche a rischio idrogeologico”.

Lucano: "Chi è indagato e non condannato non venga considerato colpevole a priori”

"Voglio esprimere la mia più forte solidarietà a Mario Oliverio. Non posso nemmeno immaginare che una persona con una forte sensibilità umana, vicina ai drammi e ai bisogni degli ultimi come lui possa minimamente avere a che fare con i poteri criminali che opprimono la nostra terra". Lo ha detto il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano, in relazione all'inchiesta della Procura di Catanzaro che vede coinvolto anche il presidente della Regione Calabria. "E questo - prosegue Lucano - non solo per quello che è accaduto nel caso di Riace, ma anche per ciò che Oliverio ha fatto e detto ad esempio nell'ultima riunione in Prefettura, a Reggio Calabria, quando si è discusso delle condizioni inumane in cui sono costretti a vivere i braccianti di colore nella tendopoli di San Ferdinando. O per la sua attenzione e vicinanza, d'accordo con le Ong e il sindacato Usb, verso quanti sono obbligati a vivere in condizioni disumane costretti a subire la violenza del caporalato, lo schiavismo e la negazione dei diritti sindacali". “In questo senso - ha aggiunto Lucano - faccio un appello perché chi è indagato e non condannato non venga considerato colpevole a priori. È una persona ed è necessario, consentitemi di dirlo per esperienza personale, che la giustizia faccia il suo corso. Sono proprio questi i momenti in cui c'è bisogno di usare una maggiore umanità".

Movimento Nazionale per la sovranità: "Ora subito dimissioni"

"Ora subito dimissioni. Il presidente Mario Oliverio , accusato di abuso d'ufficio  e destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, suo paese natale, deve lasciare il suo incarico anche in coerenza con la sua richiesta di 'chiarezza'' e a salvaguardia del suo ''impegno politico istituzionale'' che dice di essere ''sempre improntato al massimo di trasparenza''. Sarà la Giustizia a verificare le ''buone intenzioni'' espresse dal presidente ; il  provvedimento adottato  sembrerebbe aver  lo scopo di impedire l'inquinamento delle indagini e vuole che il presidente della Regione  ''stia lontano '' dalla Cittadella regionale. Dunque, dimissioni. E' quanto afferma il coordinamento regionale del Movimento nazionale per la Sovranità guidato da Domenico Arena che rileva come gli odierni  provvedimenti restrittivi adottati dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, con al centro il presidente della Regione, nascono da indagini fatte su finanziamenti regionali per appalti sul territorio, in questo caso a Cosenza e nel cosentino. Quel ''territorio'' ed i suoi referenti istituzionali(sindaci) che Oliverio ha messo al centro della sua ''strategia elettorale'' per tentare , aldilà della sua appartenenza politica legata al Pd, una riconferma. A Feroleto Antico nel settembre scorso, in una assemblea aperta convocata da più di 200 sindaci calabresi firmatari di un documento che chiedeva ad Oliverio di ''continuare nell'interlocuzione con le realtà territoriali per portare a compimento le opere regionali.....'' il personaggio onnipresente delle istituzioni locali (con qualche passaggio parlamentare) , accettava di buon grado l'invito: ''assumo con voi l'impegno di continuare questo lavoro insieme''.  Al centro di questo ''lavoro'' anche le opere regionali sul territorio ed i loro relativi investimenti, alcuni dei quali sono finiti nelle ''maglie'' della giustizia che ha anche ''certificato' il fallimento dell'amministrazione regionale a guida Oliverio. Il Movimento Nazionale per la Sovranità chiama a raccolta tutti i Calabresi rispettosi della legalità, fermamente convinti che la lotta alla corruzione accompagnata dalla lotta alle mafie , è uno dei motori primari propulsore di sviluppo del nostro territorio: vogliamo combattere insieme per la rigenerazione morale prima che politica della Calabria e della sua massima Istituzione democratica. Apriremo le porte del nostro Movimento a quanti credono in questi valori per un piano di rinascita che significa profondo rinnovamento nella macchina amministrativa della regione e scelte di sviluppo ecocompatibile, fuori dalle logiche assistenzialistiche, finalizzate all' occupazione". 

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