Paola sindaco Conflenti: incendio Olmo secolare provocato da causa accidentale

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Conflenti - Alcuni giorni dopo l’incendio dell’Olmo secolare, il sindaco di Conflenti Giovanni Paola riflette sull’elevata sensibilità sociale per l’accaduto non escludendo la possibilità che l’evento sia da attribuirsi ad una causa accidentale e, non come supposto inizialmente ad un atto vandalico.

“La decapitazione dei resti di quello che fu il “Pioppo Secolare” ha ingenerato in me degli inediti rilievi sulla fine sensibilità di tutta la popolazione di Conflenti. Guardando intensamente negli occhi le numerose persone che ho incontrato la mattina della triste scoperta, ho infatti riscontrato che l’episodio aveva indignato proprio tutti e che l’accaduto era ascrivibile ad un fenomeno sociale. Ho compreso quanto sia importante, nella cultura di tutti i miei amministrati, il significato del simbolismo storico e di tutto quello che poteva rappresentare un residuo di albero (fra l’altro dopo che questo ha ultimato, da tempo, il suo ciclo di vita), ma dall’alto significato, per la gloriosa storia di Conflenti e del Suo Santuario della Madonna della Quercia di Visora. Un albero che ha offerto ombra ad intere generazioni e, poiché ha presidiato per più di 500 anni l’ingresso principale della Chiesa, è depositario di tutte le immagini più significative degli accadimenti che hanno interessato l’edificio di culto, sia nel bene che nel male. Il forte legame che ogni conflentese ha con il suo “Pioppo” (detto impropriamente, perché è un Olmo) e vederlo decapitato in più parti per gli effetti devastanti del fuoco, ha estrinsecato sentimenti di elevata sofferenza, fino ad una sorta di delirio sociale. È stata espressa, sia al Sindaco che alle Forze dell’Ordine, l’unanime volontà di approfondire le reali ragioni dell’accaduto, e quando è diventata più autorevole la possibilità che a determinarne l’evento sia stata proprio una causa accidentale, quasi si è assistito ad un crollo della “rabbia sociale”.

"Quasi come se non si volesse credere che un “sacrilegio” del genere potesse essere frutto di un conflentese, evidentemente con mente distorta, non ravvisandosi nessuna condizione che andasse a soddisfare una benché minima logica di rivendicazione. D’altra parte la comunità di Conflenti è composta da gente laboriosa ed onesta che vive anche con un corredo di sentimenti, di valori e di simboli (l’albero ne è una tangibile riprova) e non accetterebbe mai di colpire questi suoi obbiettivi sensibili. Queste mie convinzioni, acquisite da diretta esperienza di vita vissuta in questa comunità, mi portano ad allontanare con sdegno i tentativi di discredito sociale, condotti attraverso certe affermazioni, poco controllate, che penalizzano ed offendono una intera popolazione che, viceversa, si è sempre distinta per valori culturali e massima solidarietà. La Comunità di Conflenti, da sempre altamente scolarizzata, anche per opera di un’Associazione (“Centro di Cultura Popolare”) ben radicata sul territorio e finalizzata alla lotta contro l’analfabetismo, ha saputo essere sempre presente in occasione delle grandi calamità naturali, tempestivamente a supporto delle popolazioni locali colpite (Terremoto dell’Irpinia e dell’Aquila), ovvero ha saputo costruire gruppi personalizzati di aiuto a persone in difficoltà, ovvero è stata capace di dare facile ed immediata integrazione a numerose famiglie di extracomunitari che attualmente continuano a vivere nel paese. Da conflentese convinto e fiero, utilizzo tutta l’autorevolezza che il ruolo di Sindaco mi conferisce per difendere i miei concittadini da improprie attribuzioni e per ribadire i principi  di massima nobiltà per tutti i residenti di Conflenti, affermando che nella nostra comunità, ad oggi, non si annidano elementi individuabili come capaci di arrecare momenti di disturbo sociale”.      

             

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