Papa Francesco: "I mafiosi sono scomunicati"

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Cassano Allo Jonio - "Quando all'adorazione del Signore si sostituisce l'adorazione del denaro si apre la strada al peccato, all'interesse personale e alla sopraffazione. Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. Quelli che non sono in questa strada del bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati". Così Papa Francesco durante la sua omelia a Cassano allo Jonio nell’ambito della visita pastorale in Calabria. Parole dure, forti, che scardinano certi modi e certi usi. Basta, dunque, al “lasciar correre” quando persone legate alla malavita regalano offerte per le feste patronali o quando le stesse persone oltrepassano la porta delle chiese la domenica per ascoltare la consueta messa domenicale prendendo anche la comunione. Le stesse persone che, spesso, hanno anche in casa statue o raffigurazioni di Madonne e Santi ma poi sono capaci delle più cruente e misere bassezze umane. Stiamo parlando, ovviamente, delle persone di ‘ndrangheta e di mafia in genere che di certo non si avvicinano a Dio per vero pentimento ma per un insano rapporto con la fede, una religione “tutta loro” e che non ha a che vedere con quella veramente cristiano cattolica. A tutto questo il Papa oggi pone un freno. Dice “no”, dice “basta”. E lo fa parlando in Calabria.

"La Chiesa - ha aggiunto il Papa - che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza, Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare". Un modo diverso di rapportare la fede, la religione alla società civile, in una terra da sempre sopraffatta dal malaffare e da gente che crede, con la violenza, l’intimidazione e l’inganno di poter predominare sulla stragrande maggioranza della gente che qui, come altrove, vive quotidianamente onestamente. Dicendo “no” ai mafiosi, quindi, il Papa invita la Chiesa non solo Calabrese, a farsi portatrice di valori sani e saper anche dire “no” a chi si conosce essere malavitoso e chiede la comunione senza però un reale e concreto pentimento. Il messaggio di Papa Francesco in Calabria, la sua forza, è per i giovani. Per lui sempre presenti nei discorsi assieme agli umili e bisognosi. Un discorso che coinvolge direttamente i giovani quando “non stancherò mai di ripeterlo: non lasciatevi rubare la speranza”. Sono loro, i giovani calabresi, i giovani meridionali ed italiani in genere che devono da oggi trovare la forza quotidiana di opporsi “al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello". In una terra tanto bella quanto afflitta da tanti mali il Papa ha esortato dunque i giovani “che vogliono mettersi in gioco" a "creare possibilità lavorative per sé e per gli altri". Un “non lasciatevi rubare la speranza” che poi Papa Francesco ha voluto estendere “a tutti” i presenti. Nessuno escluso. Autorità civili e religiose. A quella marea di persone, oltre 250.000 persone, che hanno sfidato caldo e sete del primo pomeriggio di questo inizio estate. Un messaggio, quello di Papa Francesco e della scomunica che, se praticato sin da oggi in ogni parrocchia non solo del meridione d’Italia, potrebbe realmente ridare luce e speranza laddove per troppo tempo ha prevalso il buio, la paura e l’assenza del giusto e del vero. Un messaggio che riecheggia forte in una terra assolata, bella e depredata, stanca e afflitta che nelle parole e negli occhi di Papa Francesco oggi ha ritrovato se stessa e, forse, una speranza.

Virna Ciriaco

REAZIONI

Gratteri (procuratore aggiunto di Reggio Calabria): "Nitide le parole di Papa Francesco contro 'ndrangheta"

"La scelta di venire in Calabria, tra gli ultimi, testimonia il modo in cui Papa Bergoglio viva quotidianamente il Verbo evangelico". "Le sue nitide parole contro la 'ndrangheta e contro chi ne incoraggia gli obiettivi - ha aggiunto - tracciano il confine netto tra il Bene e il Male. Se qualcuno ancora dovesse nutrire dubbi sulle sue parole, questo, certamente, non sono io".

Pacenza: “Bene parole Papa”

"Che la visita di papa Francesco sia foriera di redenzione e conversione per quella parte di Calabria, in verità minima e isolata, che si mostra ostile verso il messaggio di pace proposto dal Santo padre. Nella sua prima venuta in Calabria - prosegue Pacenza, presidente della Terza Commissione del Consiglio regionale - papa Francesco ha scelto, ancora una volta, di rivolgersi agli ultimi ed agli emarginati. Soprattutto ha ricordato che Dio non condanna, ma perdona e accompagna. Spero che questo messaggio giunga nel cuore degli aguzzini che hanno stroncato la vita del piccolo Cocò. Questa terra non merita più di assistere a tragedie di questo genere. Siamo certi che il carisma e le pietas cristiana contenute nelle parole pronunciate quest'oggi da papa Francesco possano segnare l'incedere di un nuovo ordine culturale, etico e civile per la nostra regione".

Adriana Musella felice per visita Papa

"Il Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti con la sua presidente Adriana Musella, vittima di 'ndrangheta, in nome di tutte le vittime calabresi - è scritto in un comunicato dell'associazione - ringrazia dal profondo del cuore Papa Francesco per le parole pronunciate durante la Sua omelia a Cassano allo Ionio 'la ndrangheta è adorazione del male.....i mafiosi sono scomunicati'". "Da tanto in Calabria - prosegue la nota - si aspettavano queste parole da un Pastore. Ci auguriamo che la Chiesa calabrese voglia ripeterle e farle sue con atti concreti".

Il festival Trame dà il benvenuto a Papa Francesco

“Nelle parole e nelle prese di posizione di Papa Francesco contro le mafie e la violenza, Trame ritrova molte delle ragioni che stanno a fondamento dello spirito di questo festival, dei suoi organizzatori e di tutti i giovani volontari che con entusiasmo vi partecipano. La visita di Papa Francesco è un momento straordinario per la Calabria e per tutti gli onesti che ogni giorno si battono, anche in silenzio, contro la 'ndrangheta, la corruzione e le illegalità".

Aldo Pecora (leader movimento antimafia 'Ammazzateci tutti'): “Visita Papa molto significativa”

"La visita pastorale del Santo Padre in Calabria sia il seme del riscatto e del cambiamento radicale che i giovani e le persone di buona volontà possono e devono coltivare e far fiorire". Papa Francesco non solo ha chiamato la 'ndrangheta per nome, ma ha scomunicato ufficialmente i mafiosi, che essendo in adorazione del male non potranno mai essere 'in comunione con Dio'. Accogliamo con determinazione il monito di Sua Santità ai giovani a non farci rubare la speranza, e a nostro avviso questa terra può e deve trovare dentro se stessa, visceralmente, il coraggio di liberarsi dal male. Ma tra i mali di questa terra mi permetto di dire che il più pericoloso non è la mafia, ma la rassegnazione, l'idea che niente potrà mai cambiare in questo lembo d'Italia. Noi abbiamo il dovere della speranza, anche a costo di continuare ad andare controcorrente per altri cento anni, dobbiamo ricercare ed affermare il bene, perché come ha già detto il nostro Papa la bontà è contagiosa. E contagiando questa terra con il bene, organizzando la speranza, saremo davvero finalmente un popolo libero".

 Bindi: "Dal Papa potente messaggio speranza e coraggio"

"Papa Francesco ha affidato alla Calabria un potente messaggio di speranza e di coraggio che parla a tutti. Il coraggio di non piegarsi alla violenza delle mafie e la speranza di un cambiamento nel segno del bene comune e della solidarietà": è quanto dice il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi. "La scomunica definitiva e solenne della 'ndrangheta - aggiunge traccia una linea di separazione netta tra credenti e mafiosi. Il Papa spazza via ogni possibilità di convivenza e accettazione di un male che soffoca le energie buone di questa regione e ne condiziona le possibilità di sviluppo ma che ormai agisce sul piano nazionale e internazionale come una vera e propria 'holding del crimine', con interessi e affari in tutti i segmenti della vita economica e sociale. Le mafie si possono isolare ed estirpare, non sono invincibili e le istituzioni devono fare di più e meglio per rimuovere le cause economiche e sociali che ne favoriscono il radicamento". "Ringrazio il Papa - dice ancora Rosy Biondi - come credente e come donna impegnata nelle istituzioni. Le sue parole danno nuova forza e slancio a tutti coloro e sono tantissimi, soprattutto giovani meridionali - conclude - che con passione e coerenza testimoniano l'impegno per la giustizia e il riscatto del Mezzogiorno".

Don Panizza: "Anatema a 'ndrangheta facilita opera Chiesa"

"Evviva. Le parole chiare di Papa Francesco e, soprattutto, la scomunica ufficiale portano a facilitare quello che la Chiesa dice da sempre e cioè che sono i mafiosi che sbagliano e che non possono dire loro chi sono i santi e chi sono i peccatori". Don Giacomo Panizza, parroco di frontiera e anima della comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, più volte nel mirino delle cosche per il suo impegno religioso e sociale, commenta così l'anatema del Pontefice nei confronti degli 'ndranghetisti, "adoratori di idoli", pronunciata ieri nella visita a Cassano allo Jonio. "Dopo queste parole - aggiunge don Giacomo - mi sento meno scocciato da chi mi dice che, forse, con i mafiosi, certe cose noi ce le cerchiamo. Un fatto, questa presa di posizione ufficiale, che mi rende molto più tranquillo su chi sbaglia. Certo, se si pentono li abbracciamo pure ma stanno sbagliando e a sbagliare non siamo noi".

Magorno: "Scomunica mafiosi segnale speranza per Calabria"

"Il Papa con un atto storico e senza appello, ha scomunicato i mafiosi. Adesso tocca a noi calabresi scacciare la 'ndrangheta dalla nostra terra, da ogni ambito della nostra vita sociale". Lo afferma Ernesto Magorno, segretario calabrese del Pd e componente della commissione parlamentare antimafia. "Ieri a Cassano, tra i fedeli ho colto tutto l'amore e la riconoscenza che i calabresi hanno per questo Papa, che è voluto venire in Calabria per far sentire questa regione meno sola e per dare un segnale di speranza. Ho percepito, anche, quasi in maniera palpabile, l'ansia e le aspettative dei calabresi verso un futuro diverso di riscatto e di speranza. Sentimenti che Papa Francesco ha saputo raccogliere ed esprimere con le sue parole e con i suoi gesti, semplici ed umili ma nel contempo profondi. Il forte richiamo del Papa contro la 'ndrangheta chiama in causa tutti: la politica, l'imprenditoria, la cultura, le professioni, i cittadini. Non si dovrà più accettare alcun compromesso con l'illegalità, con ogni forma di corruzione e di malaffare. Dobbiamo dare, da oggi, concretezza con piccoli e grandi gesti quotidiani a quello che di straordinario ci ha dato la giornata di ieri". "Ci vorrà coraggio, un impegno non comune e il costante sostegno delle istituzioni ma ce la possiamo e dobbiamo fare, perché ne abbiamo le risorse e la capacita e soprattutto, come ho detto già ieri, la consapevolezza di non essere soli ma accompagnati dalla fede e dalla speranza che ci hanno saputo infondere i gesti concreti e le indimenticabili parole di Papa Francesco".

R. Scopelliti: “Scomunica mafiosi mi ha entusiasmato”

"Devo confessare che quando ho sentito Papa Francesco chiamare con il loro nome 'ndrangheta e mafia, ricordando che chi opera il male non è in comunione con Dio, quindi è scomunicato, il mio cuore ha sussultato di entusiasmo". Così la deputata di Ncd, Rosanna Scopelliti, componente della Commissione Parlamentare Antimafia commenta, in una nota, le parole pronunciate da Papa Francesco durante la sua visita di ieri a Cassano allo Jonio. "Mai un Pontefice - prosegue Scopelliti - aveva chiamato ufficialmente con il loro nome le organizzazioni criminali, ed anche se è ovvio e scontato che da sempre la Chiesa condanna il male e chiama alla conversione i criminali, sentire insieme le parole 'ndrangheta e scomunicati è stato per me, e spero anche per gli 'ndranghetisti, come se il Papa avesse detto apertamente che gli 'uomini del disonore calabrese', dai tristemente noti cognomi, non appartengono neanche ai cristiani, nonostante le loro sciagurate recite con santini, altarini e statue di santi. Una recita blasfema e demoniaca, come hanno da sempre detto vescovi e sacerdoti". "Che effetto concreto avranno quelle parole non so prevederlo - prosegue la parlamentare - ma ho due grandi speranze nel cuore: la prima, da cristiana, è che molti affiliati alla 'ndrangheta si pentano e cambino radicalmente la loro vita; la seconda è che tanti buoni cristiani calabresi, scioccati dalle parole del Papa, da domani abbiano il coraggio di rifiutare qualsiasi rapporto umano con un mafioso scomunicato, rifiutando di prendere anche un semplice caffè in sua compagnia o di acquistare nei suoi negozi, dicendo loro apertamente di pentirsi e rinunciare al male per essere riaccolti, solo successivamente ad un evidente e fattivo pentimento, da tutti noi come calabresi nuovi e nuovi cristiani".

Avv. Luigi Muraca: “Visita Papa è attenzione verso la nostra Terra”

“Da Lamezia a Cassano Jonio non è difficile scorgere una traiettoria unica che ha connotato le visite di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco, senza volere negare, naturalmente, le distinzioni, vissuti come elementi di ricchezza per la Chiesa, dei due papati. Dalla “terra sismica” evocata da Papa Ratzinger alla scomunica di Papa Bergoglio per i mafiosi ci sono tanti elementi unificanti nella visione di una Calabria certamente da scuotere ma in cui credere profondamente, perché luogo ancora inespresso, dove tante potenzialità possono sprigionarsi. Nelle visite dei due Pontefici, fortemente volute da Mons. Cantafora e da Mons. Galantino, c’è un’attenzione alla Calabria, quale regione da recuperare al Paese e, per alcuni versi, al mondo e non è un caso che proprio qui Bergoglio abbia compiuto quello che Luigi Accattoli ha definito un passo decisivo, ovvero la scomunica dei mafiosi. Dai due Pontefici emerge indubbiamente fiducia verso i calabresi, una fiducia non acritica ma condizionata alla loro capacità di liberarsi dai pesi e dai pregiudizi che assillano la nostra terra e che, unitamente alla mafia, la mortificano e l’avviliscono. Si pensi alle istituzioni calabresi, che dovrebbero essere un modello per invertire la rotta culturale ed invece sono sovente condotte in forma personalistica ed elitaria, senza alcun rapporto con i cittadini. Si pensi al mondo associazionistico, produttivo e professionale, che dovrebbe guidare i propri iscritti alla distinzione dei ruoli e che invece si affanna spesso alla ricerca di coperture e cointeressenze con la politica. La Chiesa del Mondo intero vuole che la Calabria guardi con una lente diversa ai fenomeni che l’hanno imprigionata ed in questo sembra assai appropriata l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”, quasi un manifesto del capitalismo popolare, la quale promuove una nuova visione dell’economia come economia di pace più che strumento di algido profitto, con l’obiettivo di perseguire lo sviluppo dell’umanità, del tutto più che di una parte. In termini laici, storicamente, il popolarismo, quale espressione di diversità sociale, ha avuto la visione complessiva della tutela di tutte le classi presenti nella società, anche di quelle apparentemente meno deboli, dando una risposta più compiuta rispetto ai partiti di massa, i quali tutelando solo alcune categorie, mancavano di tensione unificante. Oggi su queste analisi, che erano il pane per costruire la politica del futuro non molti anni fa, è calato inesorabilmente il sipario, divampano quotidiane dispute sul nulla. Dobbiamo gioire di queste attenzioni per la Calabria e delle presenze dei Pontefici ma non possiamo pensare che, andato via anche Papa Francesco, tutto possa restare come prima. Dobbiamo reagire e tradurre nella vita sociale e professionale le sollecitazioni dei Papi, impegnandoci ad edificare una Calabria in cui il merito e la qualità non siano dettagli trascurabili ed in cui i giovani calabresi, nel solco dell’invito di Mons. Galantino, “possano alzare lo sguardo per sentirsi cittadini europei e del mondo”.

                                                                                                                

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