Presentato monitoraggio di Cittadinanzattiva su strutture oncologiche

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Lamezia Terme – “La gran parte delle strutture sanitarie garantisce una adeguata presa in carico dei pazienti oncologici attraverso equipe specializzate, attenzione alla personalizzazione del percorso di cura e rilascio del codice di esenzione già dal sospetto diagnostico nel 50% delle strutture. Buona la comunicazione con il paziente e i familiari, così come l’adeguatezza e il comfort degli spazi nei reparti di degenza e nei day hospital. Tuttavia permangono diversi nodi critici: innanzitutto sull’accesso alle prestazioni diagnostiche non garantite entro le 72 ore da una struttura su quattro. Ritardi e disomogeneità nell’accesso ai farmaci ospedalieri e mancata assunzione del personale a seguito della istituzione delle reti oncologiche. Nota dolente risulta anche la verifica della continuità assistenziale con percentuali insoddisfacenti per l’assenza della figura del case manager nella metà delle strutture e la mancanza di coordinamento con i medici di medicina generale alla dimissione del paziente. Passi in avanti andrebbero messi in atto nella valutazione della soddisfazione dell’utenza, così come nei servizi di trasporto tra domicilio ed ospedale e per rispondere alle differenze culturali, etniche e religiose. Altre aree da migliorare quella della informatizzazione delle procedure, a cominciare dal fascicolo sanitario elettronico disponibile solo nella metà dei casi”.

Sono questi alcuni dei principali risultati del Monitoraggio civico sulle strutture oncologiche realizzato da Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato grazie al contributo non condizionato di MSD Italia e presentato oggi a Roma. Da oggi online su http://www.cittadinanzattiva.it/monitoraggio-oncologie-2016 i risultati raggiunti dalle singole strutture monitorate per metterne a confronto punti di forza e aree da migliorare. Una guida utile per aiutare il cittadino a conoscere i servizi e scegliere dove curarsi.

Per quanto riguarda la Calabria, sono state 4 le strutture monitorate: il “Pugliese Ciaccio” e il “Mater Domini” di Catanzaro, il “Giovanni Paolo II” di Lamezia e il “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio. Quello di Lamezia, in particolare, ha soddisfatto 69 elementi sui 107 richiesti. Quello di Reggio 59 su 119, 65 su 119 il Pugliese e meglio su tutti, il Mater Domini, con 72 elementi soddisfatti su 119.

“Abbiamo rilevato un’attenzione che semplifica la vita dei malati oncologici, ad esempio quella di garantire, in una struttura su due, l’accesso gratuito a visite e esami, attraverso il riconoscimento dell’esenzione per patologia (codice 048) già al momento del sospetto diagnostico. È necessario renderlo un diritto esigibile per tutti e per questo chiediamo un impegno concreto di Ministero e Regioni anche all’interno dei LEA”, commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato/Cittadinanzattiva. “Maggiori garanzie vanno definite anche sul rispetto dei tempi massimi di attesa nell’area oncologica, ad esempio facendone un criterio di valutazione per Direttori generali e dipartimentali”.

“Ci aspettiamo, inoltre, - continuano - che il fondo per i farmaci innovativi previsto in legge di bilancio sia usato per ridurre sia i tempi di accesso che la disomogeneità per i farmaci oncologici innovativi nelle strutture ospedaliere. E ancora occorre rafforzare l’impegno per qualificare meglio il percorso di cura, portando tutti ai livelli dei migliori, così come il rapporto tra ospedale e territorio, per evitare che la persona nella fase di passaggio sia aggravata da ulteriori pesi evitabili. Infine va rafforzata l’attività di valutazione della qualità dei servizi, con il coinvolgimento delle associazioni di cittadini e pazienti, rendendone trasparenti e accessibili i risultati emersi”.

Alla raccolta dei dati ha collaborato attivamente CIPOMO – Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri. Diverse le associazioni coinvolte nel tavolo di lavoro, AIL – associazione italiana contro le leucemie; Linfomi e mieloma ONLUS; FAIS ONLUS – Federazione Associazioni incontinenti e stomizzati; WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe; IPASVI – Federazione Nazionale Collegi Infermieri; Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Ospedale Civile di Ovada; SIFO – Società Italiana di Farmacia Ospedaliera; S.I.P.O. – Società Italiana di Psico - oncologia. 62 le strutture monitorate di 18 regioni (non hanno aderito strutture della Basilicata, FVG e provincia autonoma di Bolzano); in 23 è stato monitorato il Day Hospital oncologico, in 39 sia il DHO che i reparti di degenza oncologici. 121 i fattori esaminati attraverso il questionario di monitoraggio, con l’obiettivo di indagare: il rispetto dei 14 diritti della Carta europea del malato - l’attenzione da parte delle strutture ai bisogni e ai diritti della persona con una malattia oncologica e delle relative famiglie - la capacità di presa in carico globale - i servizi offerti - il livello e la qualità dell’assistenza - la disponibilità dei farmaci oncologici.

“Dalla nostra indagine, risulta che il 52% delle strutture monitorate appartiene ad una rete oncologica formale, ma in realtà si tratta per lo più di strutture che lavorano in rete garantendo i servizi necessari pur non essendoci un formale atto costitutivo. Tutte sono dotate di un Day hospital oncologico, il servizio di radioterapia è attivo nel 55% delle strutture, il Pronto soccorso o DEA nell’81%, il Centro di terapia del dolore nell’89%, il servizio di psiconcologia nel 73%. Meno diffusi i servizi di riabilitazione oncologica (presente nel 43% delle strutture), e l’hospice (nel 44%)”.

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