Presidente Grasso il 2 maggio a Reggio per "Gerbera Gialla"

Musella-e-grasso-gerbera-gialla.jpgCatanzaro - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, sarà il 2 maggio a Reggio Calabria per partecipare alla 23/ma giornata anti 'ndrangheta della Gerbera Gialla organizzata dal Coordinamento antimafia Riferimenti. L'iniziativa, è spiegato in un comunicato di Riferimenti, "apre il percorso della memoria dedicato alle vittime delle stragi di maggio per concludersi poi a Palermo con Sicilia e Calabria unite da un ponte di memoria pubblica e privata ma anche da una comune volontà di rinascita". Il programma dell'iniziativa prevede, alle 9, il concentramento degli studenti in Piazza Duomo, da dove si raggiungerà' la Questura per un flash mob dei ragazzi che circonderanno simbolicamente l'edificio in segno di sostegno alle forze dell'ordine. Alle 10 l'incontro con il presidente del Senato nella Scuola allievi Carabinieri. Nell'ambito dell'evento, un particolare pensiero sarà dedicato al ricordo dei giornalisti caduti per mano della criminalità' organizzata, la cui giornata mondiale sarà' celebrata l'indomani, 3 maggio, proprio a Reggio Calabria.

"Da circa 23 anni, un fiore, la Gerbera Gialla, nel ricordo di una strage, quella in cui venne ucciso Gennaro Musella il 3 maggio del 1982 a Reggio Calabria - è detto nel comunicato - viene dedicato alle vittime della criminalità organizzata, trasmettendo un messaggio di rinascita nella memoria. Maggio, infatti, racchiude una contraddizione intrinseca essendo il mese della rinascita ma, nel contempo, riportando alla mente quasi in ogni suo giorno un eccidio: dalla strage di Portella della Ginestra a Scaglione, Musella a Basile, da Peppino Impastato a Simonetta Lamberti, da Falcone alle vittime della strage di Capaci a quelle dei Georgofili, da Gianluca Congiusta alla piccola Mariangela Ansalone". Nel corso della manifestazione, che si concluderà alle 12,30 con la scopertura di una targa dedicata a tutte le vittime della mafia, si procederà alla consegna dei premi Gerbera Gialla 2016 per il "giornalismo in trincea".

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